Cinque cantine – due in Trentino, una a Dolcè, una in Valpolicella e una a Sequals, nella Grave friulana – cinque linee di bottiglie e 28 etichette. Sono questi i numeri che rappresentano, oggi, un industriale – artigiano del vino come Albino Armani, ultimo discendente di una dinastia di vignaioli che ha cominciato a fare vino nel 1607. Non si
Continua a leggere...Sarà la crisi, sarà la voglia di discutere, sarà che finalmente anche i vignaioli si sentono un poco più liberi di dire la loro. Sarà tutto questo e anche altro, sta di fatto che il dibattito che si aperto nei giorni scorsi sulle colonne de L’Adige con le dimissioni dalla coop “Casa del Vino” di uno del calibro di Albino
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