Sono stati presentati qualche sera fa alla Casa del Vino di Isera, in provincia di Trento, i risultati dello studio effettuato dalla cooperativa dei viticoltori della Vallagarina, in collaborazione con un’equipe medica di Trento volto a promuovere l’abitudine al bere bene, e moderato, almeno nei ristoranti. Lo studio parte da una campionatura, rappresentativa di diverse fasce di età, raccolta fra i clienti abituali del locale di Isera che si sono sottoposti volontariamente ad un rilevamento del tasso alcolemico effettuato a scopo dimostrativo dagli agenti del corpo di polizia municipale presenti all’interno dell’enoteca – ristorante con la loro apparecchiatura d’ordinanza. Rilievi effettuati prima, durante e dopo il pasto, servito su quattro portate, dall’antipasto al dolce, e consumato in un tempo variabile fra un’ora e un’ora e mezza. I risultati sono stati in qualche modo sorprendenti e di buon auspicio per chi non abbia voglia di rinunciare a qualche bicchiere di vino bevuto a pasto senza dover lasciare il locale in preda al panico e al terrore di poter incorrere nei rigori del famigerato alcol test. In un solo caso, fra quelli campionati, infatti è stato rilevato un tasso alcolico superiore a quello consentito dalla legge per chi si mette alla guida, il fatidico 0,5%. Questo dato era riferito a un consumatore di 46 anni, alto 167 cm con un peso corporeo di 85 kg, abituato a fare attività fisica: al sesto bicchiere di vino, ha riscontrato un valore dello 0,52%. In nove casi, invece, è stato riscontrato un tasso alcolico finale pari allo zero, nonostante i commensali avessero consumato in media più di 3 bicchieri di vino a testa. Uno studio forse parziale ma che in qualche maniera cerca di riabilitare, senza demagogia, l’abitudine del vino a pasto. I numeri sono stati commentati da Luca Bini, della Casa del Vino: «Il messaggio che vogliamo far passare è questo: la misura consentita è quella di una bottiglia consumata in due durante il tempo di tutta una cena: “7/10 in due si può” è infatti lo slogan della nostra campagna pubblicitaria, che consideriamo quasi una pubblicità progresso e che abbiamo affidato ad un marchio di nostra proprietà ma che ora, insieme al nostro studio, vogliamo mettere a disposizione gratuitamente a tutti i ristoratori e le enoteche d’Italia che vorranno aderire a questo protocollo. Quello che però vorrei ribadire – ha aggiunto Bini – è anche questo, vorrei richiamare la responsabilità della mia categoria: dobbiamo essere noi ristoratori ad accompagnare il consumatore lungo questo percorso, sarebbe utile che tutti ci dotassimo di un sistema sicuro di misurazione del tasso alcolemico e cercassimo di evitare che il nostro cliente si metta alla guida nel caso dovesse aver superato i limiti consentiti dalla legge, offrendogli delle alternative per poter rientrare a casa in sicurezza ». Un punto di vista, quello Luca Bini, condiviso anche dal marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, presidente del consorzio cui fa capo la Casa del Vino di Isera e inventore di uno dei bordolesi italiani – il Rosso San Leonardo – ormai da anni ai vertici della produzione enologica mondiale. Presente anche lui alla cena, a fine pasto e dopo aver bevuto un bicchiere di spumante e quattro bicchieri di vino, si è presentato dinnanzi al temibile “patibolo” dell’alcol test. Che tuttavia benignamente lo ha graziato: lo scontrino uscito dall’apparecchiatura dei vigili urbani, infatti, gli rilasciato infatti un responso completamente negativo, anzi completamente positivo: 0,0 %. Come dire: bere a tavola si può senza farsi prendere dal panico.
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
Ma piantatela con questa promozione indiscriminata dell'alcool. Il vino è un droga come tutte le altre.