Vino, finalmente una novità. Di quelle che fanno ti fanno dire: forse non tutto va male come sembra. Dopo mesi e mesi durante i quali la cronaca di settore è stata solo cronaca di un disastro più o meno annunciato, qualcosa che sembra, almeno all’orizzonte, raccontare che una terza via è possibile, ti fa tirare un sospiro di sollievo. E’ nato “Vignetti”, e non è un refuso – le due “t” sono quelle del toponimo sulla collina di Isera dove sono state raccolte le uve -. Cinquemila bottiglie, prezzo in cantina attorno agli 11 euro, in vendita già da una settimana, “Vignetti” è stato presentato ieri mattina per la prima volta alla vineria “de Tarczal” di Isera. La novità che fa bene al mondo del vino è questa: questa nuova bottiglia è stata prodotta, insieme, da due cantine, una coop, e un vignaiolo: la sociale di Isera e Ruggero de Tarczal. Ma siccome parliamo di vino, raccontiamo subito la bottiglia. Si presenta bene, l’etichetta è elegante e senza fronzoli, per fortuna. Stappata, al naso e agli occhi conferma che ci si sta avvicinando ad un bicchiere di marzemino. I canoni classici sono rispettati. In bocca, però, è un altra cosa. Tutta un’altra cosa. C’è qualcosa di inatteso in questa bottiglia. La tipica nota di amarognolo un poco grezza e un poco sgarbata che è la tipicità endemica anche del marzemino superiore di Isera, come d’incanto non si sente più. Un miracolo: questo marzemino, un blend ottenuto dalle migliori vinificazioni 2008 delle due cantine che hanno raccolto l’uva fra i filari di Vignetti, abbandona
inaspettatametne la sua natura adolescenziale e selvatica e promette di diventare, se non un grande vino internazionale, almeno un vino adulto ed equilibrato. Ma pur sempre legato, e in bocca si sente dappertutto, al suo territorio. Pronto a sedurre anche chi in questi anni si abituato all’internazionalizzazione del gusto. E fin qui il vino. Poi il resto: “Vignetti” rompe gli schemi sociologici della viticoltura trentina. E’ una grande lezione che arriva da Isera e potrebbe insegnare qualcosa a tutti, dentro e fuori dal Trentino: perché rompe il muro di diffidenza e di incomprensione che ha sempre dominato i rapporti fra viticoltura cooperativistica e vignaioli. La bottiglia, infatti, è firmata dall’Associazione dei produttori storici d Marzemino. Per ora solo due soci, sociale di Isera e cantine de Tarczal. Cinquemila bottiglie saranno anche poche ma bastano a dimostrare che la stagione delle divisioni può essere superata. E anche bene: “Siamo pronti ad accogliere altri soci, anzi speriamo che altri aderiscano a questo laboratorio”, hanno auspicato insieme Fausto Campostrini, direttore della coop, e Ruggero de Tarczal. Vignetti ha debuttato ieri. Ma avrà la sua grande vetrina ad inizio dicembre. Quando, in biblioteca a Rovereto nel corso di una verticale degli ultimi dieci anni di Marzemini superiori, sarà tenuto a battesimo dall’Accademia dell’Alta Cucina di Parma. L’idea è venuta al direttore Gianmario Baldi e al presidente delle biblioteche di Parma, l’editore Luciano Mazzoni Benoni, anche loro ieri mattina ad Isera. Perché il vino, quando è vino davvero, non è solo vino ma anche sintesi di una cultura radicata nel territorio. Un riconoscimento di eccellenza che sarà dedicato ad un maestro del giornalismo e della cultura italiana, scomparso da poco: Edmondo Berselli. Emiliano di nascita ma roveretano di adozione. Cantore innamorato della provincia italiana. E
soprattutto della Vallagarina e delle sue eccellenze. A partire dal Marzemino. Primo passo di quello che potrebbe diventare già dal prossimo anno un premio legato alle eccellenze della viticoltura lagarina.
Vignetti ha debuttato ieri ad Isera. Ma avrà la sua grande vetrina ad inizio dicembre. Quando, in biblioteca a Rovereto nel corso di una degustazione verticale in cui saranno proposte le ultime dieci annate di Marzemini superiori, sarà tenuto a battesimo dall’Accademia dell’Alta Cucina di Parma. L’idea è venuta al direttore Gianmario Baldi e al presidente delle biblioteche comunali di Parma, l’editore Luciano Mazzoni Benoni – solide origini grestane come racconta il cognome -, anche loro ieri mattina ad Isera. Perché il vino, quando è vino davvero, non è solo vino ma anche sintesi di una cultura di eccellenza radicata nel territorio. Un riconoscimento che, a dicembre, sarà dedicato ad un maestro del giornalismo italiano scomparso da poco: Edmondo Berselli. Emiliano di nascita ma roveretano di adozione. Cantore innamorato della provincia italiana. E soprattutto della Vallagarina e delle sue eccellenze. A partire dal Marzemino di cui Berselli, lo ha raccontato ieri mattina Baldi, era un tenero estimatore. Primo passo di quello che potrebbe diventare già dal prossimo anno, almeno nelle intenzioni del direttore della Biblioteca e dei viticoltori storici di Isera, un premio legato alle eccellenze campagna lagarina.
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!