Sociale di Avio, ora intervenga la Provincia. A chiedere un intervento speciale a favore della coop aviense, ora è anche la Lega Nord. Lo ha fatto ieri l’onorevole Fugatti, sollecitando un’azione urgente per risanare i bilanci pericolosamente traballanti della viticoltori della Bassa Lagarina: “Auspichiamo quindi che per la Cantina di Avio ci sia la stessa considerazione che c’è stata, e che sicuramente ci sarà, per tante altre realtà cooperative del Trentino. Questo perchè negli ultimi due anni i soci hanno percepito compensi al di sotto del valore di produzione, cosa che invece non è avvenuta in altre cantine del Trentino dove i problemi finanziari sono stati proporzionalmente uguali o addirittura maggiori di quelli di Avio”. Una sollecitazione che arriva, tuttavia, insieme a parole di rimprovero nei confronti dell’assessore all’agricoltura, Tiziano Mellarini: “Peccato però, come già abbiamo avuto modo di dire più volte, che finora la cantina di Avio dalla Provincia abbia solo ricevuto tante pacche sulle spalle, ma aiuti concreti pochi. In pratica finora ad Avio la Cantina si è arrangiata con le proprie forze, e lo ha fatto e lo sta sta facendo pure bene”. La situazione finanziaria della viticoltori in Avio, è nota ormai da due anni. I bilanci sono in rosso e i contadini per la seconda vendemmia consecutiva si sono dovuti accontentare di remunerazioni medie al limite della sopravvivenza: fra i 30 e i 40 euro. L’esposizione con le banche ha raggiunto i venti milioni di euro. Insomma una situazione pericolosa che tuttavia non è di oggi. Di oggi, invece, è la crisi che sta attanagliando il gruppo dirigente della cooperativa: due dimissioni pesanti in consiglio di amministrazione; quelle dell’imprenditore Sergio Pavana e quelle di Marino Salvetti, il potente assessore ai lavori pubblici di Borghetti. A cui si è aggiunto anche il disimpegno dalla presidenza del consorzio Terra dei Forti, di cui la cantina di Avio è stata la protagonista principale fin dalla costituzione, di Stefano Libera. Insomma qualcosa che assomiglia d un castello di carta che sta crollando. Dietro tutto questo, il grande buco dell’indebitamento con il sistema bancario che si regge solo in parte sulle garanzie patrimoniali della società; e in buona parte sulle garanzie personali sottoscritte dai singoli consiglieri di amministrazioni. Sia quelli oggi in carica sia quelli che componevano il precedente consiglio di amministrazione. E che solo lo scorso anno, pur avendo già da qualche mese abbandonate le cariche sociali, continuarono ad offrire le loro garanzie personali. La Viticoltori in Avio, a questo punto, sta entrando in un pericoloso imbuto: continuare a ricorrere al credito bancario per sostenere la remunerazione dei soci o affrontare una volta per tutte il carico debitorio con un piano di rientro shock, decurtando però pesantemente e ulteriormente le liquidazioni da fame dei conferitori. Mentre resta sullo sfondo l’eventualità di un prestito ponte garantito dalla Provincia. Che ancora ieri, come da un anno a questa parte, Mellarini ha promesso: “L’aiuto finanziario ad Avio rientra nel Piano Vino da 61 milioni di euro che la Provincia ha già deliberato. Ora la palla però passa a cooperfidi e alla federazione delle cooperative che noi abbiamo sollecitato anche in questi giorni. Se ci sono ritardi, anche per Avio, le responsabilità vanno ricercate lì”. Intanto il debito di Avio cresce di giorno in giorno.