Il sole acceca stamattina, anche in piazzetta. Un anticipo d’estate, quasi. Si sta bene seduti ai tavoli all’aperto dell’osteria, un clima da mezze maniche. Insolito, ad Ala, in questa stagione. Da dietro i vecchi ray-ban che mi porto appresso da una vita, sfoglio la mazzetta dei giornali. Svogliatamente. Come sempre. Ma stamattina più del solito. Del resto arrivo da una di quelle notti bastarde trascorse con un paio di vecchi amici. Solite notizie, a cui ormai siamo abituati: tanto estero, i bagliori della rivoluzione magrebina di cui mi pare, come molti, di aver capito davvero poco. Gli strilli deliranti di un vecchio colonnello in declino, che spara sul suo popolo e bombarda le piazze del suo Paese. Oggi arriva perfino a minacciare invasioni epocali al di là da quella tinozza d’acqua che è il nostro mediterraneo. Ma quale fosse il tenore del personaggio lo si capiva già trent’anni fa. Basta rileggersi l’istruttiva intervista che Oriana Fallaci fece al rais sul finire degli anni Settanta e che il Corrierone ha ripubblicato qualche settimana fa. E poi ancora una brutta storiaccia …
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