Ingredienti per 6 persone
150 gr di germogli freschi di ortica
80 gr di cipollotto fresco tritato
80 gr di riso carnaroli
80 gr di farro
80 gr di orzo perlato
brodo vegetale q.b.
120 gr di pecorino stagionato tagliato a scaglie
olio extravergine d’oliva
sale e pepe nero macinato fresco
Lavate i germogli ortica bene in acqua corrente, sgocciolateli e tritateli finemente.
Fate soffriggere in una pentola il cipollotto tritato con 2 cucchiai d’olio d’oliva, quindi aggiungete l’ortica e fatela insaporire un po’ mescolando con un cucchiaio di legno.
Versate 1 litro d’acqua calda e quando inizierà a sobbollire aggiungete in base ai tempi di cottura i vari cereali in successione, da ultimo sicuramente il riso.
Aggiustate di sale e pepe e se serve aggiungete durante la cottura del brodo vegetale.
Quando i cereali saranno cotti, la zuppa è pronta per essere servita; completate i piatti con delle scaglie di pecorino stagionato.
Questa ricetta, rientra nella più ampia tradizione della cucina trevigiana, dove l’utilizzo delle erbe spontanee di primavera, è consolidato da tempi immemorabili.
Un po’ per rispettare l’usanza di magiare di magro nel periodo quaresimale, un po’ per le note proprietà purificanti di queste erbe, dopo i mesi invernali ricchi di cibi grassi, un po’ perchè spesso non c’era di meglio con cui arricchire le pietanze, nella cucina della Marca si riscontra un largo uso di queste erbe, radici, germogli, fiori come ad esempio il luppolo, il tarassaco o il papavero selvatico ecc.
Credo, tuttavia, che questo utilizzo si riscontri ovunque nella cultura contadina, dove tutto quello che di commestibile la natura offriva era utilizzato a piene mani.
Adesso questi ingredienti si riscoprono quasi con un che di nostalgico, unito ad uno spirito salutista delle cose buone di una volta, il che è anche vero in un certo senso, però quando vedo qualcuno chino a raccogliere queste erbe lungo i cigli delle strade piene di traffico, o magari in zone pseudo industriali, sorrido ai tempi andati…
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!