Stamattina, verso mezzogiorno, ho bevuto una flûte di Altemasi Millesimato Cavìt. La ho presa al bar River di Rovereto. Avendo fretta non ho chiesto né l’annata né la sboccatura. Bevuto al volo. Un servizio accettabile, una flute elegante, finalmente, e qualche stuzzichino che non guasta mai. Prezzo 3 euro che, tutto sommato, visto quello che gira mi è sembrato abbastanza accettabile. Il servizio e gli stuzzichini possono valere i 50 centesimi in più. Il Trentodoc base di Cavìt, tuttavia non mi ha impressionato. Un buon perlage, persistentissimo e molto fine, al naso, mi è sembrato però poco più che anonimo. Quasi evanescenti i profumi floreali e la crosta di pane, più presente la suggestione delle crema pasticcera. Una eleganza ben amalgamata ma che non sorprende. In bocca la medesima sensazione; un’evanescenza che subito si scolora, seppure sempre dentro una sensazione armoniosa, senza che niente predomini e prevalga: la frutta bianca matura e le note leggermente agrumate. Un bell’assortimento. Alla fine mi è rimasta sulla lingua una lunga sensazione di residuo zuccherino che può piacere o può non piacere. Un bicchiere gradevole ed elegante, ma niente di più. Voto 6,5 .
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!