Torno, non per riaccendere la polemica, ma per dare una notizia, sul tentativo di ragionamento fatto in un post precedente (Autoctono trentino, ma dove sei?). La notizia è questa: il Consorzio Terra dei Forti lascia la Terra dei Forti (per chi non ha ben presente la geografia locale: si tratta di un lembo di terra che sta a cavallo fra l’Alto Veronese e il Basso Trentino). Inchiodato alla pura sopravvivenza ormai da qualche anno, si dice (ma è un si dice piuttosto autorevole) stia per abbracciare, anzi per farsi abbracciare da, i cugini gardesani del Consorzio del Bardolino. La road map dovrebbe essere questa: prima uno spostamento della sede operativa (ora a Peri di Dolcè) e poi, ma è ancora tutto da vedere, l’adesione ad un nuovo consorzione che metta insieme le due realtà; quel che poco che resta della Terra dei Forti (i soci ormai sono in libera uscita e le dimissioni si susseguono una dopo l’altra) e il solido consorzio di Bardolino (che dalla sua parte ha l’inimitabile forza di richiamo del lago: circa 20 milioni di presenze turistiche all’anno). Che questa sia la prospettiva è facile da intuire. Del resto era stata tratteggiata, già a giugno, nel corso dell’ottimo convegno organizzato dalle Cantine Armani di Dolcè. Quindi, che le cose vadano a finire così, è quasi scontato. Qui però torno alla questione degli autoctoni. Il consorzio Terra dei Forti, a suo tempo, germogliò dall’idea che i due autoctoni della zona (Enantio e Casetta, Lambrusco a foglia frastagliata e Lambrusco a foglia tonda, per i quali è stata istituita una Doc apposita), potessero diventare la bandiera e il simbolo di quella zona a metà fra Trentino e Veneto, che abbraccia l’intera Vallagarina. il buon Albino Armani li ha sempre chiamati poeticamente vitigni evocatori. A distanza di qualche anno, purtroppo, così non è andata. I programmi di espianto (come si vede nella tabella pubblicata sul post precedente) si sono intensificati e le bottiglie vendute (a parte qualche rara e preziosa eccezione) sono state sempre meno: siamo nell’ordine di qualche decina di migliaia. E oggi il consorzio degli autoctoni terrafortini, per guadagnarsi qualche spazio di sopravvivenza, si vede costretto a traslocare sulle assolate rive del Garda veronese. Non so se l’assessore Mellarini, che pure a suo tempo, almeno a parole, diede una buona mano a quelli dell’Enantio e della Casetta, sia informato di questo epilogo. O di questo nuovo inizio. Ma forse no: se lo fosse stato si sarebbe risparmiato, qualche settimana fa, di sfidare il buon senso, lasciandosi andare all’idea avventurosa di un ipotetico Festival degli Autoctoni lagarini. Autoctoni che, come si capisce da questa notizia, per guadagnarsi una qualche prospettiva di visibilità e di sopravvivenza, oggi sono costretti a prendere armi e bagagli e a cambiare aria. Speriamo, almeno, non con il cappello in mano.
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
eh si, caro Massarello, sull'enantio si sta dicendo di tutto. i dati che ho letto nell'articolo di apertura sono sballati in quanto parlano solo di avio mentre in TdF ci sono anche i comuni di Rivoli, Brentino e dolcè. non solo, provate a guardare quali sono le linee top delle cantine sociali e delle cantine private. in tutte c'e il marchio TdF. quindi prima di parlare sarebbe meglio informarsi BENE! e spero che i produttori riescano a capire che questo vino è la chiave di volta per prendersi molte soddisfazioni e che le istituzioni facciano meno contro muro. se sono riusciti a buttar giù Ben Alì in Tunisia forse qualche strada ce l'abbiamo anche noi! e la nostra strada si chiama enantio, non pinot grigio!
Wow! Qualcuno che torna sull'Enantio e ci dà notizie fresche sul Consorzio della Terradeiforti. Grazie bagger! Enantio è vino di periferia, sia per i trentini che per i veronesi. Periferia dimenticata, ma che in compenso riserva grande originalità. Mi piace ricordare che nasce da un Lambrusco (il foglia frastagliata) per nulla parente degli emiliani se non per il generico nome: infatti lambrusco deriva dal latino "labrum", che cresce cioè sul labbro, ossia sul margine dei terreni coltivati. E' quindi selvatico come ricorda Plinio il Vecchio, mi pare nel II sec. d.C. quando, visitando le terre a nord di Verona lasciò scritto: … hoc est vitis silvestris quod vocatur oenantium. Una paternità che pochi, oggi, possono vantare! Spero tanto in un colpo di reni di Angelo Peretti, la cui personalità da sola dovrebbe riuscire a mettere d'accordo trentini e veronesi per una nuova primavera.
sono nuovo del blog (che non conoscevo) ma sono da sempre un gran sostenitore dell'enantio (inteso come vino non come nick name) e capisco la scelta del consorzio TdF di "andare" con il Bardolino. da quello che ho capito il consorzio TdF non si è annesso al bardolino ma si è scelta la strada più conveniente per bypassare questo momento di crisi economica e non solo. ci si affida al consorzio bardolino per la parte burocratico-amminsistrativa per poi riprendere in mano il progetto quando le istituzioni inizieranno ad avere più orecchie (e piu soldi) per ascoltarci e portare avanti un progetto che la gente non capisce perche abituata ad ubbidire solo a persone che remano contro idee che non sono nate da loro.
detto questo credo (e spero) che il consorzio deve continuare ad esistere e ad avere la sua indipendenza per quanto riguarda la promozione e portare avanti a testa alta quello che abbiamo fatto finora. sono piu che convinto che l'enantio sia il vino del futuro perche il grigio lo fanno ovunque ma l'enenatio ce l'abbiamo solo noi ed è un vino eccezionale che può battersi con motlissimi amaroni. basa solo crederci. tutto il resto è solo aria fritta.
Ma come cosa c'entra? In mancanza di iniziative dei produttori (per mille motivi), lui dovrebbe ricordarsi che in capo alla PAT sta l'azione di indirizzo, di coordinamento e di controllo delle attività economiche. Come dire: si è accorto (qualcuno deve pur averlo ricordato) che il Marzemino è sparito dal novero dei grandi rossi del Trentino in coincidenza con la chiusura dell'apposito Consorzio che un tempo c'era? Che l'Enantio sarebbe una chicca di novità ed un aiuto morale prima che materiale per tutta la bassa Vallagarina e che il Moscato giallo deve andare ben oltre la magra manifestazione (quella sì ben sostenuta da fondi pubbblici) di qualche mese fa? Quando si parla di Mellarini si deve intendere tutto l'entourage che avrebbe il dovere di almeno sollecitare la presentazione di piani di valorizzazione da proporre in co-finanziamento. O aspettiamo sempre i piani istituzionali annunciati per la fine del prossimo primo semestre?
mi pare che anche questa volta cosimo ci abbia imbroccato: .. siamo quattro gatti… non defungere…. armani usa queste espressioni …. siamo a posto… ! poi che entrambi, peretti e armani, dicano che.. non c'è ancora nulla in ballo. … va bene.. sta nel gioco delle parti… soprattutto di qualche parte….
(albino: perdona se uso un nick ma ho già troppi problemi)
Rico
Ringrazio Cosimo Piovasco di Rondò per la citazione bardolinista (leggere che il Consorzio del Bardolino viene ora definito "solido" fa piacere) e Enolibero per la fiducia che mi accorda, ma non posso che confermare quanto già scritto da Albino Armani, e cioè che non vi è nulla. In occasione del convegno tenutosi in giugno presso la cantina di Albino Armani (ero tra i relatori), il presidente del Consorzio di tutela del Bardolino, Giorgio Tommasi, espresse una disponibilità di massima a venire incontro ad eventuali necessità di segreteria del Consorzio della Terra dei Forti, a fronte delle difficoltà gestionali che erano state espresse. Questo è tutto. Qualora altro avesse a maturare, ovviamente ne sarà data comunicazione. Personalmente, peraltro, ritengo che le denominazioni appartengano ai vignaioli e i vignaioli al loro territorio, e i territori non emigrano.
insomma tutto un caso di convegni, roba da intellettuali. pensa un po', un convegno … do ciaciere… e poi tutti a bardolino… ma dai dai…
Questa cosa la ho letta anche sul giornale stamattina. Ma allora è proprio vero? Armani la conferma al giornalista. Ma scusate eh, sono 15 anni che ci fate lavorare su questo enantio e ci dite che bisogna investire, che bisogna farlo conoscere nel mondo, che bisogna andare alle fiere, e poi ora voi andate a bardolino? Non mi sembra una roba corretta. cosa facciamo noi? ci mettiamo a piantare garganega?
ribadisco che ancora si continua a dire di niente. un solo commento a "Enantio" (ma non si può scrivere nome e cognome?): cosa significa "voi andate a bardolino? chi è voi se non il consorzio? chi si fregia della denominazione Enanzio dovrebbe innanzitutto parteciparvi al consorzio. Finora abbiamo visto solo latitanze e fughe a gambe levate anche delle cantine più note: siamo rimasti in quattro gatti a difendere anche economicamente la sopravvivenza della doc. se si arriverà alla garganega non lo so ma sarebbe stato bello ed anche molto utile che questo signor "Enanzio" avesse partecipato economicamente e fisicamente al sostegno del consorzio.
poichè comunque nessuna decisione è presa gradiremmo accogliere ogni contributo (ed anche adesioni) al solo fine di non defungere definitivamente.
grazie, Albino Armani
Albino, tu sei in una posizone che ti permette di dire e fare tutto. Io no. Sono uno dei tanti coltivatori, uno dei tanti, e non ho piu' la forza e nemmeno la voglia di mettere nome e cognome. No. non me lo posso permettere a differenza di te. E guarda ti ho sempre seguito, ma ora su questa cosa del bardolino no, non ti seguo. forse sono io indietro, ma non capisco.
come correte!
per ora non vi è nulla, tranne un appuntamento presso il Consorzio Bardolino. si discuterà solamente della collaborazione riguardante la segreteria e la contabilità che, viste le ristrettezze economiche non ci possiamo più permettere.
Durante il convegno qui in azienda sono emerse chiaramente le posizioni del Trentino e dell'area gardesana al riguardo del futuro di quest'area.
se vi saranno notizie più sostanziose sicuramente le discuteremo assieme!
grazie per esservi (tutti) interessati a noi!!
albino armani
Corriamo corriamo, altrimenti che ci sta a fare un blog se non dà anche qualche notizia veloce. Comunque auguri per la vostra avventura gardesana, che si di successo: come vi meritate sia!
cpr
Ornella cara, non ti dispiace che i tre maggiori autoctoni di Vallagarina (Marzemino, Moscato giallo ed Enantio) siano orfani di tutto, da anni? Dato che qui tutto muove secondo un imperscrutabile disegno istituzionale, chi di dovere fin qui non ha fatto abbastanza ed il futuro è ancor più incerto. Due conferme: 1. di una setttimana fa: il piano di rilancio vitivinicolo è annunciato per fine primavera prossima (poi ferie, vendemmia e ci vedremo fra un anno); 2. di ieri: lo spumante "collettivizzato" (come altro definire l'opposto del simbolo dell'individualità di prodotto?) non più nella Centrale di Fies, ma in una galleria dismessa (Piedicastello o ex ferrovia a Ceraino?). Accetto scommesse, Ornella, tanto non c'è che tempo…
Posso anche essere d'accordo con te, Eno. Ma spiegami cosa c'entra l'assessore Mellarini, se la gente non beve marzemino o non coltiva enantio. Deve berselo tutto lui? Deve mettersi lui a coltivare moscato rosa? Io non vi capisco, invece di rimboccarvi le maniche insieme agli altri, ve la prendete sempre con quelli che qualcosa fanno. E l'assessore è il vostro alibì. E io non vi capisco!
A me pare che il Consorzio della Terradeiforti, dopo la sede di Peri si sia spostato presso la Cantina di Avio ed è da lì che traslocherebbe per Bardolino, dove era già stato anni fa. Sono notizie che a Trento interessano poco, come poco interesse riveste Enantio. A dispetto della sua qualità. Diciamo che non è trentocentrico, come pure il povero Marzemino. Insomma: manca un progetto di rilancio che Trento potrebbe/dovrebbe cofinanziare altrimenti ci penserà Angelo Peretti che in fatto di rilanci (Bardolino&C.) non ha da imparare da nessuno.
Hai ragione: l'attuale sede, anche secondo le mie notizie oggi è ad Avio (in Trentino), quindi è ancora peggio. Lì sopra ho scritto che la sede è a Dolcé perché a parte le mie notizie, sul sito ufficiale del consorzio l'indirizzo indicato è ancora quello di Peri. Si devono essere dimenticati di aggiornarlo, il che la racconta ancora più lunga.
Cpr
La vuoi piantare di prendere in giro e di prendertela con l'assessore all'agricoltura. Ma chi ti credi di essere? Ma lo sai quanti trentini lo hanno votato? Saranno mica tutti stupidi come vorresti far intendere tu e tutti quelli come te. Avanti Tiziano, e non ti curar di loro!
Ornella
Uhm, ma sei sicuro di questa notizia? Mi sembra strano che si facciano portare via anche questo gioiellino. Secondo me adesso interviene l'assessore e sistema le cose!