Dopo aver letto il nostro post di ieri, un lettore toscano (?) oggi ci ha inviato il volantone Unicoop di Firenze. E così scopriamo che i sottocosto Ferrari di Esselunga (75 mila pezzi in offerta sottocosto: 8,99 euro) fanno proprio un baffo alla cooperativona fiorentina. Che ai soci riserva una proposta imperdibile (ma perché in Trentino queste svendite non le fanno mai? O sono io che me le perdo?): Ferrari Brut Trentodoc a 7,87 euro. Poco più della metà del prezzo a cui di solito viene venduta questa bottiglia nella GDO. Insomma un due per uno o giù di lì.
Mi viene in mente la memorabile intervista che Gino Lunelli qualche mese fa ha rilasciato al blog Geisha Gourmet (e alla rivista TrentinoMese di ottobre). Con la saggezza del vecchio patriarca e il tono del mecenate illuminato, l’industriale del Beverage, raccontava la sua vita e i suoi progetti per il futuro. Niente di che, a dire la verità. Ad un certo punto, però, alla domanda “Ma come si fa a combattere contro lo Champagne e la sua fama pazzesca?”, il patron di Cantine Ferrari, con la supponenza provinciale di chi si è ormai emancipato dalle periferie dell’impero e guarda il mondo da altezze vertiginose, dispensava ai trentodocchisti questo mirabile suggerimento: “…Beh, certo, se continuiamo ancora a fare le sagre di paese… Dovremmo andare anche noi da 007 e fargli bere in uno dei suo film invece che Bollinger, TrentoDoc!“. A questo punto resta solo da decidere quale possa essere il teatro d posa più adatto per le avventure trentodocchiste di James Bond: gli scaffali della Coop o quelli di Esselunga? Il titolo, invece, c’è già: Agente 007, Operazione Trentodoc Sottocosto.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Il fatto è Martina, che l'istituto non è un consorzio. E non prevale una logica consortile e tutto viene orientato dalle scelte della publipromozione come la chiama Massarello. Il risultato è che i produttori sono deresponsabilizzati e ciascuno fa quello che gli pare. Vedremo ora cosa succederà con il nuovo presidente e nuovo cda, ma io la vedo difficile. E poi c'è da mettere mano al disciplinare. Altro tasto dolente soprattutto per la cooperazione che oggi ha ancora un ruolo guida.
Fede
C'è da dire che i 7.87€ del ferrari sembrano quasi troppo rispetto ai 4.59 € di cesarini sforza apparso un paio di mesi fà sull'opuscolo di non ricordo quale gdo del Trentino…(e non era neanche sottocosto)
Tanto c'è da fare nel settore spumantistico del Trentino, per non parlare di quello vitivinicolo. Ci sono consorzi in altre regioni che impongono prezzi minimi di vendita e forse, per tirare su questo marchio "Trentino" sembra l'ultima spiaggia! L'itituto Trento Doc e il consorzio del trentino saranno abbastanza forti per farlo?
Sperente….sperente…..
Vedrai, caro CpR, che quelli del Trentodoc questa volta non potranno che reagire, appena tornati dalle ferie. E non sarà solo per lo stimolo di questo blog, ma per la situazione critica in cui si trova tutto il settore vitivinicolo trentino, spumante compreso. Gli interventi dell'ente pubblico non saranno più sufficienti, serve un nuovo e radicale progetto di rinnovamento che non potrà che partire dalla base.
Il nuovo presidente ed il CdA del Trentodoc hanno tutti i giorni un altro mestiere da fare, tant'è che i consorzi che funzionano sono guidati da un direttore che, presumo, senta il dovere di proporre un completo piano d'attività. Quello fin qui noto, riguarda essenzialmente la pubbli-promozione, ossia la coda della filiera. Nememno i dinosauri si reggevano solo sulla coda, eppur son spariti. Allora? Allora, da spumantista, mi aspetterei di sentire dal neo direttore incaricato … ciò che ho già detto sopra e tanto altro, ovviamente.
Condivido Massarello. Ma mi chiedo: da due mesi stiamo facendo "casino" su questo blog, d'accordo che ci sono state le feste, le festività, i solstizi, i brindisi e tutto il resto. Ma non ho visto un segno minimo di attenzione per le cose, perfino banali tanto sono scontate, che continuiamo a scrivere. Il sito di trentodoc, tanto per dire, è ancora li immobile nel suo gelido rigor mortis. Mah. Io ho la sensazione che non si voglia cambiare nulla. E le ragioni sono fin troppo chiare: Cantine Ferrari il dominus di riferimento ha la sua strada tracciata (a parte i sottocosto) e ha poco interesse a trainare il Trento. La coop, ne ha ancora meno: ne produce in quantità irrirosorie e non è nelle condizioni oggettive di poterne produrre (concentrazione in fondovalle, etc etc). E il disciplinare non si tocca. Insomma. Il lavoro è di sicuro un gran lavoro. Ammesso e non concesso che abbiano voglia di farlo.
Scusatemi, magari non ho capito niente io, ma le vendite sottocosto sono dei negozianti, non del Trentodoc.
Tecnicamente in linea generale il sottocosto sarebbe dumping, ed è vietato se non in casi particolarissimi: appunto quelli del Dectero ministeriale n 23/02/2001 che prevede le condizioni alle quali il negoziante può decidere di vendere ad un costo inferiore a quello che ha pagato lui stesso.
Per seguire il vostro esempio, il commerciante del vostro volantone ha comperato il Ferrari ad un prezzo superiore ad € 7,87. Superiore, non inferiore. Vuol dire che le Cantine Ferrari (o i suoi intermediari) come minimo lo hanno venduto al commerciante ad € 7,88. Ma potrebbe essere anche a 10 €. Capite?
Davvero, ostinarsi a considerare sottocosto del Ferrari il sottocosto del supermercato è voler travisare la realtà.
Più che operazione sottocosto se continuate così -sul sottocosto- mi fate venire in mente "operazione sottoveste".
Io continuo a ritenere che tutto sommato sia un bene, o quantomeno non sia un male, che il negoziante consideri il Ferrari un prodotto che tira e lo usi per attirare i clienti.
Magari sbaglio, ma credo di no.
Per il resto Massarello ha ragione e sicuramente avranno tanto da lavorare. Come noi tutti peraltro dobbiamo lavorare tanto, vista la situazione.
Per chiarezza mi permetto di allegarvi un link dove, volendo, potete leggere di cosa si tratta esattamente:
http://www.consumatori.regione.umbria.it/resource…
Saluto PO
Di sicuro mi spiego, mi sono spiegato, male. I post volevano sottolineare la schizofrenia fra le parole (bollicine su trento, madrid, Gere, insomma la comunicazione autoreferenziale di trentino marketing), e i fatti: la proletarizzazione del trentodoc che coinvolge il marchio di riferimento (che detto per inciso, da consumatore, a me piace, la proletarizzazione non il marchio di riferimento!). Insomma, per essere ancora più chiaro: pensi che ci sia una distonia fra la commercializzazione a questi prezzi e con queste tecniche e l'immagine di James Bond che rinuncia a Bollinger per impugnare un calice di Ferrari? Io la schizofrenia, ce la vedo. Non so tu….
CpR
Moet e Chandon, Veuve Cliquot, e Taittinger (del terzo non sono sicuro) li ho visti al Coop Superstore. Ce n'erano anche altri francesi ma la mia memoria non è un granchè. Vicini al Ferrari quest'ultimo fa la sua sporca figura.
Intendo dire che andare in GDO non mi sembra una rovina.
Saluto, PO
To, divertiti 🙂
http://www.tamtamofferte.com/scheda-prodotto.asp?…
Ciao. PO
… più che altro andando avanti di questo passo…mi ubriaco (così mi diverto di sicuro) e …magari in veste dionisiaca …riesco a farmi capire….meglio….
(comunque 19,90 non sono 7,87, sono fasce di prezzo radicalmente differenti… una da champagne, seppure popolare, l'altra da prosecco diciamo così con molte ambizioni…. tutto qui….e lo vedo male… james bond ad avventurarsi con il prosecco….seppure velleitario….)
con simpatia
CpR
Sono fasce di prezzo differenti anche in partenza. Tutti e due i prodotti sono oggetto di campagne sottocosto. Entrambi sono presenti in GDO. Ritengo con l'entry level (mai visto un "Giulio" al Poli).
La mia impressione, poi concludo, è che la giusta accentuazione che tu stai mettendo su alcune inefficienze e ritardi che accompagnano da tempo il mondo del nostro Trentodoc abbia stavolta imboccato la strada, che nel mio piccolo considero sbagliata, di polemizzare per alcuni insignificanti volantoni di offerte sottocosto. E ritengo che questa polemica sul sottocosto -che come ho dimostrato riguarda tutti e non c'è niente da scandalizzarsi- rischia di offuscare la buona battaglia che stai conducendo per il "Trento" (Trento, non Trentodoc, ha ragione Massarello).
Passo e chiudo, PO
Si PO, chiudiamola qui. Anche se continuiamo a parlare di cose diverse. E, questa volta, a non capirci. Mi pare, tuttavia, che la voglia di parlare di queste cose ci sia. Se dai un occhiata al blog dell'Adige, ti renderai conto che sono in parecchi quelli che si interessano alle vendite sottocosto…
Un saluto
CpR
Scusa Po, ma in quale mondo vivi? Uno è messo a 8 euro e l'altro a 20. Ti sembrano prezzi comparabili? La verità è che uno appunto è uno champagne e l'altro un metodo classico italiano. Ci sono differenze sostanziali. Solo che ha ragione il Cosimo qui, quando dice che proprio perché non sono la stessa cosa – e i prezzi lo dimostrano -, dovremmo piantarla di raccontarcela con quelle sceneggiate tipo bollicine su Trento dove continuiamo a raccontarci, e a farci raccontare da opinionisti a pagamento, che siamo i più bravi del mondo. E che magari le nostre montagne non hanno niente da invidiare alla Champagne e che le brughiere di Franciacorta sono squallide. Piantiamola, perché poi il mercato ci inchioda alle nostre chiacchiere inutili: 7 euro a 20. E ci facciamo ridere dietro da tutti!
Chiedo scusa a CPR, non volevo intervenire di nuovo, lo faccio solo per fatto personale essendo chiamato direttamente in causa da Loredana alla quale rispondo:
io credo di vivere in un mondo reale dove, come dice l'articolo, -basta che vai a rileggertelo- 7,87 sono circa la metà del prezzo ordinario del Ferrari base presso la GDO.
Ti informo che il prezzo ordinario del Moet e Chandon presso la GDO è di circa 35 €.
Ciò detto sia il Ferrari che il Moet e Chandon sono oggetto di operazioni di dumping (autorizzato), e vengono venduti suppergiù alla metà del loro prezzo "ufficiale". Miracoli del Natale, evidentemente.
Poi guarda che il prezzo è una questione molto più complicata e, per quel poco che ne so io di marketing, un Moet a meno di 35 € si farebbe fatica a venderlo -perchè i sogni devono costare- mentre un Ferrari base a più di 20 € allo stesso modo si farebbe fatica. Ma questa cosa non posso spiergartela qui.
Tutto il resto, compreso quest'ultimo concetto, per me è completamente off topic (cioè come si fa la promozione del Trentodoc, se le politiche sono giuste, se il disciplinare conduce a vini buoni o meno, se il nome giusto sia "Trento", se gli altoatesini siano più bravi eccetera: fra l'altro in tutto questo io condivido molto di CPR, eccetto i toni, ma per fortuna che CPR c'è).
Il titolo di questo articolo era operazione sottocosto e a questo tema io mi sono attenuto.
Poi magari, come spesso mi capita, fatico a capire le cose, ed anche a spiegarmi nella mia prolissità. Succede.
Buonanotte, PO
Hanno ragione, Federica e Ziliani, nel dire che c'è un gran lavoro da fare per il CdA del "Trento". Io continuo a chiamarlo così, senza la Doc, per chiarezza. Infatti, così recita il decreto di riconoscimento che vale per tutti coloro che scelgono di tutelare e valorizzare questa denominazione. L'Istituto del TrentoDoc che ne è l'interprete, pertanto, deve preoccuparsi di tutti, non soci compresi, ancorché abbia la maggioranza. Detto questo, sul discorso dei prezzi bassi potrei aggiungere che la stessa operazione pre-natalizia l'ha fatta anche un'altra GDO nel triangolo d'oro Cremona-Parma-Piacenza. Ma non è questo il punto di partenza, semmai è quello d'arrivo. Il marketing consortile, perché di questo stiamo parlando, infatti, non prevede da nessuna parte che si faccia cartello per fissare prezzi minimi, sia perché la GDO fa quello che crede e sia perché ci sono mille modi per aggirare un siffatto impegno. Vero è che dentro un consorzio di aziende di tutto si deve parlare all'infuori che di prezzi. Infatti a scuola hanno insegnato che il prezzo è la sintesi dell'imprenditore e che questi non venderà mai sottocosto se non vi è obbligato. Un fatto molto "personale" quindi, che nulla deve interessare ad un consorzio d'imprese. Il consorzio invece, deve farsi carico di capire perchè succedono queste cose e progettare un'azione di medio-lungo termine che, come risultato, avrà anche una stabilità di prezzi garantita dalla forza del marchio territoriale. Ancora una volta, in definitiva, bisogna prendere il sacco in cima e dire cosa si vuole fare del "Trento", fissarne le strategie ed agire poi coerentemente con le necessarie azioni. Il resto è fumo negli occhi ancor più fastidioso, oggi, dopo aver sentito fino a qualche settimana fa, che eravamo al top e che tutto andava bene madama la marchesa.
Salve, dottor Ziliani ho segnalato il suo recapito per l'invio della rivista son l'intervista di Piccoli.
Invece a proposito di questo post: ha proprio ragione: avrà il suo bel da fare il neo presidente se vorrà far parlare un po' di trentodoc… Ho la sensazione che se ne sia parlato di più su questo blog in due mesi di quanto non se ne sia parlato negli ultimi dieci anni. E questo è tutto dire.
Buon anno a tutti!
non entro nel merito del prezzo, da Prosecco di alta gamma, ma faccio notare come viene definito il prodotto nel volantino Coop. TrentoDoc? Macché, "Spumante Brut Ferrari"…
Accidenti quanto lavoro da fare per il nuovo presidente dell'Istituto Trento Doc e per i componenti del nuovo Cda!!!