Attenti ragazzacci: la potente macchina da guerra della difesa identitaria trentina (e trentodocchista) sta scaldando i motori. Si salvi chi può. Quelli, pochi, animati dall’insano proposito di sollevare qualche modesta perplessità sulle strategie di marketing e di commercializzazione del Trentodoc, sono avvertiti. E uomo avvisato mezzo salvato. Dunque, dopo i nostri post dei giorni scorsi, ripresi anche dalla stampa locale – e solo per questo, credo, hanno fatto un certo clamore -, uno dei più patinati blog trentini, e planetari, del settore, ha sguainato l’Iphone ed è andato a caccia, in quel di Bergamo, dei sottocosto Franciacorta. Come se la questione fosse questa: quella di dimostrare che la proletarizzazione del metodo classico coinvolge anche le squallide brughiere. Insomma, siamo in buona compagnia e mal comune mezzo gaudio. Fosse anche così, ma mi pare così non sia, non mi sembra ci siano ragioni né per godere né per gonfiare il petto fino a far scoppiare i bottoni. Il risultato del gran safari bergamasco condotto con l’Iphone sguainato, tuttavia, mi sembra francamente deludente: il blog pubblica l’istantanea di una bottiglia franciacortina tanto anonima quanto sconosciuta e inverosimile (lo si capisce dall’artigianalità strapaesana dell’etichetta). Prezzo, euro 5,99. Una notizia cosi esplosiva da guadagnarsi persino il titolo del post: Il Franciacorta al prezzo del Prosecco. Evviva, siamo riusciti a beccare in castagna quelli delle squallide brughiere. Naturalmente, la cosa fa sorridere. Anzi, ridere. Anzi, piangere. E probabilmente, la vera lesa maestà, sta proprio in questa ardita e strumentale comparazione: Ferrari versus un qualsiasi “chi era costui”. Dove voglia andare a parare il Blog, con questa trovata, è facile intuirlo. E non serve nemmeno spiegarlo (mal comune mezzo gaudio e facciamo scoppiare i bottoni della camicia). In testa al post, però, viene pubblicata anche la fotografia dell’ormai famigerato Ferrari Brut, messo in vendita al modico prezzo di euro 10,19. Come dire: vedete il Trentodoc riesce a tenere botta sul Franciacorta anche sul fronte dei prezzi. Ferrari contro Valentianus, uno a zero. Apperò. Saranno contenti a Ravina di vedersi messi sullo stesso piano di questa celeberrima bottiglia franciacortina. Della serie, a volte la pezza è peggio del buco. Questa volta di sicuro. Comunque, a parte questo, davvero mi sembra che il discorso sia un altro: la proletarizzazione del Trentodoc (e del Franciacorta, forse), è una cosa buona per l’immagine complessiva del metodo classico italiano? E anche Fabio Piccoli, direttore di Trentodoc, ieri sul quotidiano L’Adige mi pare abbia espresso una certa perplessità circa queste operazioni commerciali. Questo il discorso, non le raccogliticce e provinciali disfide a suon di istantanee fra le verdi colline del Trentino e le squallide brughiere bresciane.
Detto questo, e mi dispiace (ma neanche tanto) se quello che sto per dire farà incazzare qualcuno, ma voglio segnalare un’altra cosa. Ma dove vive questo blogger? Ma i supermercati non li frequenta mai, nemmeno per sbaglio? Mi spiego. Anzi trascrivo letteralmente e fra virgolette l’attacco del post: “Come vedete nelle immagini qui sotto, c’è il Ferrari Brut inquisito a 10,19 euro, non in formula scontata, quindi suppongo che sia questo il suo normale prezzo di vendita. Se così fosse, nelle promozioni additate nei giorni scorsi si tratterebbe di ribassi di uno o due euro. Poca cosa, e soprattutto plausibile nelle frequenti strategie, nella Gdo, di “prodotti civetta”. Del resto, il Ferrari Brut è il prodotto base che più base non si può di Ferrari (non sapevo nemmeno che esistesse, per intenderci, io ero ferma al Maximum Brut), addirittura collocato sotto il Demi Sec, venduto – trovo online – a 15 euro. Quindi i 10 euro del Brut mi sembrano più che adeguati”. Candidamente, insomma, il blogger ci informa di aver scoperto solo in questi giorni l’esistenza di una bottiglia chiamata Ferrari Brut. Di cui, detto per inciso, Ravina ne produce a milionate. E che è anche la bottiglia venduta normalmente nelle catene della grande distribuzione. Certo meglio tardi che mai. Ma questo è anche lo stesso blog che non più tardi di un mese fa si fece rilasciare un’intervista memorabile dal vecchio patriarca Gino Lunelli. Possibile che fra una chiacchiera e l’altra sulle magnifiche sorti progressive del polo trentino del beverage, al nostro blogger non sia venuto in mente di chiedere al Gino, cosa mai producesse nella sua cantina? Mah. In quanto, poi, al prezzo (euro 10,19), che al nostro blogger sembra adeguato (affermazione assiomatica che gli consente di dire che le offerte sottocosto di Esselunga e di Unicoop non sono poi tanto sottocosto), lo informiamo che quella bottiglia, Ferrari Brut, viene solitamente venduta ad euro 13,50 (non 10,19!). Soglia di prezzo, i 13,50, che infatti viene considerata dai piccoli trentodocchisti artigianali (basta parlare con loro per averne conferma) come livello di riferimento anche per i loro prodotti base che prendono la via della GDO. Questo è tutto. E se qualcuno si incazza, pazienza.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
… Mi sembra: coltivare vigneti con letame auto prodotto o controllato in apposite stalle o malghe. Di piu' non so'. Per ora…
Approfondisci..approfondisci che mi sembra una cosa interessante….
Sentito alla radio,stamane, gr1 poco dopo le 11: i viticoltori trentini dovrebbero produrre anche .. Merda. Letame. Per fare vino migliore. Mi sembra (devo verificare..) una buona intuizione. Alla de andre: dai diamanti,niente. Dal letame i fior…
A quale proposito questa notizia… all'azoto, Probo?
Oggi un mio cliente mi ha informato che su questo blog esiste ancora e che state continuando a fare un opera di distruzione dell'immagine del trentino. Sono tornato solo per questo: per dirvelo. Vi leggono anche i turisti e purtroppo qualcuno ci crede alle cose che scrivete. Piantatela. La dovete piantare.
Tornato o tornata?…. perché fa una certa differenza eh..cara/o albergatrice/tore…
perché se non la piantano cosa fa albergatrice, aspetta Cosimo e gli altri autori di questo blog sotto casa e li gambizza?
Impari a rispettare la libertà di opinione, intollerante che non é altro!
Scusate ma è mai possibile che in questo Trentino il solo a fare notizia sia Ferrari? Quando si parla della casa di ravina, si assiste subito ad un'alzata di scudi. Quando i problemi riguardano i tanti altri produttori, di spumante o di vino, ma anche di altre merci, cala il silenzio. E nessuno se ne occupa. Poi salta fuori questa cosa di ferrari, e apriti cielo: tutti si mobilitano per tenere su le brache agli industriali dello spumante. Mi sembra che siamo proprio tutti molto provinciali.
Donatella di Riva del Garda
Scusate, ma ci vuole un bel coraggio a mettere a confronto una bottiglia di ferrari base con una bottiglia pressochè sconosciuta. Ho fatto una ricerca in google: questa bottiglia è segnalata solo sui volantini delle catene di supermercati. Per il resto nessuno sa cosa sia. Ma che razza di giornalismo e di informazione è?
Al di la delle polemiche fra blogger, mi sembra che il discorso fili: non si tratta di dire siamo tutti nella stessa barca, ma di capire piuttosto come promuovere un prodotto. Io concordo con il punto di vista di questo blog. O la si pianta di raccontarci che siamo i più bravi del mondo, che il nostro è lo spumante sua eccelleza, e con umiltà si fa un lavoro quotidiano per migliorare tutti insieme e senza gonfiarci il petto, come dice il cosimo, oppure si continua su questa strada, quella della publipromozionale, ma allora è chiaro che i sottocosto e tutto il resto diventano un problema. Non si tratta di stabilire chi sia meglio fra noi e franciacorta queste sono proprio beghe provinciali, ma di capire come far emergere il nostro marchio. Perché alla fine il problema è questo: franciacorta lo conoscono due italani su tre mentre trentodoc lo conoscono due italiani su dieci. E allora bisogna fare qualcosa: ma di sicuro la strada sbagliata è quella di prendersela con i bresciani, altrimenti facciamo la figura di un mese fa quando usci fuori quella roba delle squallide brughiere, che viene citata anche qui.
grazie
Giuseppe di Trento
Condivido.
Giuliano
ciao Cosimo …io spezzerei una lancia x la glam FRancesca,lei si occupa di moda,costume ,culinaria,arrampicata sportiva,si arrampicata su tacco 13/15 e dddai.Un bacio a C&S.
Come hai letto, io ho tenuto fuori perfino il nome della blogger, non mi interessa la polemica con lei. Che fra l'altro stimo e apprezzo. Non è questo il punto. Ma mi sembra che non sia corretto cercare di dimostrare il teorema mal comune mezzo gaudio, perché l'obiettivo era un altro. E non era nemmeno quello di screditare Ferrari, anzi. Ma quello di provare ad affrontare, insieme, una questione: come conciliare il taglio publipromozionale con le esigenze, a volte anche dure del mercato. Del resto, lo ripeto qui, anche il direttore Piccoli, sulla stampa, nei giorni scorsi ha ammesso che un problema esiste e che queste cose non fanno bene all'immagine complessiva del prodotto. Questo era il tema. Le difese d'ufficio, di Ferrari esercitate prendendosela con Franciacorta, mi sembrano davvero fuori tema. E anche poco eleganti, assomigliano alla vicenda delle squallide brughiere. Denunciano una sorta di autoreferenzialità genetica di cui siamo affetti noi trentini. E questo non cambia la mia simpatia e anche la mia stima per il blog patinato. Tanto che fin dall'inizio, abbiamo sempre pubblicizzato i suoi feed.
però che stile, che classe, tale "Trento-Doc"!
Vuole insultare ma riesce solo ad essere patetico/a e dare sfoggio della propria ignoranza quando proclama "Tu qui ai rotto le palle".
Diglielo Cosimo che il verbo essere vuole la h quando si scrive hai. Altrimenti si fa solo la figura di essere degli analfabeti…
Ahhahahahahahahah
Bravo Cosimo! Questa canzone è la dedica migliore che potessi fare. Mi sto scompisciando per le risate!
Ti bacio! (ma tu non mi baci mai?)
Il male di questo blog è che nessuno ha il coraggio di metterci il proprio nome.
Da buoni trentini, ci piace sparlare, spintonare e sputtanare, meglio senza metterci la faccia o la firma.
Peccato!
Tutto qui il male di questo blog? Il passamontagna? Lo abbiamo già detto e scritto: siamo dei codardi!
Oddio, e per il resto invece, è un buon blog?
… a parte gli scherzi, ti pare che qui si sia sputtanato qualcuno? O si sia sparlato di qualcuno? Ecco magari spintonato sì … e speriamo spintonato a fin di bene… perché anche noi, seppure a nostro modo, al vino trentino, e al Trento, vogliamo bene!
Comunque grazie per l'attenzione Andrea e complimenti per la tua professionalità!
CpR
Mi sento tirato in ballo anch’io da Andrea al quale vorrei dire che non sono tutti trentini quelli che si nascondono dietro uno pseudonimo. Molti di costoro lo amano, pur criticandolo e forse proprio per questo agiscono in doppio: una volta mettendoci la faccia (quando il ruolo lo consente) ed un’altra per raccontare ciò che magari sul giornale non è apparso, senza per questo dover andare in esilio. Perciò io non mi definirò codardo fintanto che i capi-bastone non si definiranno capi-bastone di un territorio che definire ingessato è dire poco. Come si fa, ad es. a non reagire alla notizia che un certo Rauzi (al suo decimo mandato da presidente Federazione allevatori) solleciti la ri-candidatura di uno Schelfi alla presidenza della Federazione trentina della cooperazione (che è lì da 10 anni e che non lo potrebbe più fare) perché così fra un anno potrà occupare una seggiola a Roma? Cos’è cooperazione questa? Se la democrazia va loro stretta, avrebbero avuto tutto il tempo per allevarsi un delfino, come faceva una volta la vecchia DC, ma evidentemente ad oltre 100 mila cooperatori trentini va bene così. Questione di valori. Per tornare allo pseudonimo mi viene l’esempio di Secondino Tranquilli che già negli anni ’20 aveva intuito i guai che ci avrebbe riservato il fascismo. Per evitare l’Ovra ed agire comunque e non certo da codardo, si dette il nome di Ignazio Silone, uno dei grandi intellettuali del secolo scorso: Fontamara, Vino e Pane, fino a L’avventura d’un povero cristiano.
Sempre a proposito del passamontagna, copio e incollo qui il testo di un sms ricevuto oggi da una cara amica di Milano che di mestiere fa l'avvocato… mi sembra illuminante…
"Sorrido..Non dubito della buona fede della maggior parte dei commentatori,ma sono sl stupita dal fatto che l'anonimato sia vissuto in modo così conflittuale..Anche il mondo legale è pieno di blog,ma i migliori sn rigorosamente anonimi e nessuno mette in dubbio la veridicità delle notizie pubblicate. Che gli avvocati siano creduloni? A me non sembra, ma tutto può essere… Rido…
Hey Cosimo ma tutte queste amiche che ti mandano cose ce le hai davvero o te le inventi tu.. per tirartela… ! Stai attento che sono gelosa!
Cosimo ma chi cazzo ti credi di essere per continuare a sputtanare il trentino e le sue eccellenze? Ma se ti piace cosi tanto il franciacorta, ma vai a brescia che forse li ti accolgono a braccia a perte. Tu qui ai rotto le palle. Vediamo se hai il coraggio di pubblicare il mio commeto, vigliacco!
hey, Trento non ti sembra di esagerare? Forse dovresti seriamente pensare tu… di andare a quel paese! Perché io, invece, al mio cosimuccio (e con me penso tanti altri) sono affezionata. Qundi, forse, sei tu che devi cambiare aria…. e anche in fretta!
calma pesa le parole respira lentamente alza gli occhi al cielo e poi collega i fili che danno gli impulsi ai pochi neuroni del cervello