Naturalmente non sono ancora riuscito a recuperare il testo del nuovo disciplinare, che da qui in avanti regolerà l’uso del marchio Osteria Tipica Trentina. Vedremo nei prossimi giorni di trafugarne una copia in anteprima. Se aspettiamo che venga pubblicato sull’albo on line della Provincia, dovremo attendere un paio di settimane. Però ho recuperato il testo del vecchio disciplinare (risale al 2003), sostituito da quello liberalizzatore approvato oggi dalla giunta provinciale. Ad una prima lettura, mi sembra che il codice di comportamento previsto dal testo precedente sia impeccabile. Anche se, chiaramente, tutto è sempre migliorabile. Questo anche per rispondere a quei commentatori che sono intervenuti sul post precedente e hanno espresso parecchie perplessità circa il marchio Osteria Tipica Trentina. Può darsi che in questi anni, qualche volta, alle parole non sempre siano seguiti i fatti; può essere che la categoria dei ristoratori non si sia sempre attenuta rigorosamente, e creativamente, a quel codice. Anche se devo dire che la mia esperienza, in numerosi dei 75 locali trentini che oggi si fregiano di questa insegna, è stata differente. E, per lo più, positiva e soddisfacente. Tuttavia, anche se qualche volta fosse capitato, mi sembra ingeneroso attribuirne eventuali responsabilità alla politica e al marketing provinciale. Che invece, allora, avevano messo dei paletti ben definiti e rigorosi. La lettura del testo del 2003, comunque, chiarisce anche la questione delle pizzerie. Il disciplinare 2003 ne escludeva rigorosamente la compatibilità con i locali OTT. Con la sola eccezione, spiega la nota finale, per quegli esercizi pubblici che avessero già aderito al marchio prima dell’agosto 2003. Quindi, tutto sommato, credo si sia trattato di un numero esiguo di ristoranti doppio-uso che già esistevano e per i quali, allora, si chiuse un occhio. Il bello è, invece, che se la notizia anticipata dal comunicato stampa di oggi, sarà confermata, ora si torna indietro. Al punto di partenza, anzi alla situazione precedente al 2003: potere mistico e passatista dell’ideologismo confusionario e lobbistico delle liberalizzazioni. E di chi le segue acriticamente.
– Disciplinare Osterie tipiche Trentine – 2003
– L’elenco delle Osterie Tipiche Trentine
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Intervengo marginalmente nel thread che sto seguendo da giorni perchè leggo tante imprecisioni sull'argomento e commenti molto negativi sul Club di Prodotto.
Da titolare di Osteria Tipica Trentina mi sento di testimoniare sulla bontà del proggetto anche se, non possiamo farne un mistero, i punti deboli ci sono.
La promozione del territorio in un locale è sicuramente, allo stato attuale, il migliore strumento di marketing per proporsi all'Ospite, tutti cercano i prodotti locali e la cucina regionale e quindi credo che darsi un disciplinare che privilegi l'utilizzo di materie prime della zona sia il miglior modo di raggiungere tale scopo.
Dirò di più…. seguire il disciplinare alla lettera può fungere in molti casi quasi da "manuale di autocontrollo sulla qualità" e garantisce verso il cliente la ricerca e la selezione del prodotto.
Questo se il ristoratore segue il disciplinare con scrupolo.
Non posso commentare il nuovo disciplinare non avendolo ancora visto…. non posso basarmi su dei "si dice" o su dei "sembra", aspetto quindi di averlo sott'occhio.
La questione pizza è invece molto particolare da affrontare e di questo ne ho discusso molte volte con colleghi e responsabili del progetto.
Nel mio locale la pizza esiste, siamo stati l'ultimo locale a fregiarsi del Marchio di Osteria Tipica prima che il disciplinare venisse rivisto nell'agosto 2003.
In località turistiche come a Canazei il servizio di pizzeria spesso completa l'offerta essendo molto variegato il tipo di clientela (da coppie a famiglie che non possono "disfarsi" dei bambini) e credo quindi che sarebbe difficile dover rinunciare a questo servizio che spesso attira clienti per una pizza e che invece finiscono per assaggiare la cucina tipica. In ogni caso mi chiedo che differenza possa esserci tra un locale che propone cucina tipica con la variante della pizzeria ed uno che assieme al piatto di canederli offre la cotoletta, l'arrabbiata o gli spaghetti aglio ed olio (come già riscontrato da me personalmente in OTT)
Il discorso potrebbe essere ulteriormente allargato, magari al costo delle materie prime che spesso costano il 30% in più di quanto offre il mercato, della reperibilità non costante delle stesse, del fatto che alle OTT non sia garantita una via preferenziale per gli approvvigionamenti o al reale valore di qualche prodotto Trentino che alle volte viene imposto.
Ecco, i problemini ci sono come in ogni bella famiglia ma sarebbero anche risolvibili…. quello che mi sento di dire è che ritengo il progetto OTT un investimento da difendere e da sviluppare.
Ma ora aspettiamo il nuovo disciplinare.
..Ops… e così scopriamo che il nuovo disciplinare non è stato condiviso discusso nemmeno con soggetti che usano già il marchio. Bene, MellariniOlivi lo avranno condiviso solo con i pizzaioli. A parte gli scherzi, davvero Roberto tu non hai la disponibilità del nuovo disciplinare? Ma guarda che questa è una cosa grave, molto grave. Altro discorso, un conto è la sanatoria fatta nel 2003 per i locali che già usavano il marchio di prodotto e che proponevano anche pizzeria, fu una scelta equa e ragionevole, e un conto è invece dopo dieci anni liberalizzare l'uso del marchio … !
Devo dire che per una volta, mi trovo d'accordo con C&S: ma davvero questo disciplinare non era stato concordato, o almeno discusso, con voi?
Come non ci sono? a me pare che invece ce ne siano 5 su sei, solo Nerina (slow food) non credo sia osteria tipica, le altre cinque lo sono (boivin, tre chiavi, cantanghel, la berlocca e fuchiade). O no?
e allora tutti a malga panna a mangiare la pizza e la mozzarella di bufala, magari di fiave, e quando andremo in salento cercheremo i canederli. Ma dove vivono e cosa pensano questi amministratori? Dicono una cosa una cosa e ne fanno un altra: nel comunicato stampa che ho letto si dice che tutto questo rafforza la tipicità, e invece nei fatti fanno il contrario. Mandiamoli tutti a casa. abbiamo bisogno anche in trentino di sospendere la democrazia e di affidarci ad un MontiTrenttino.
non so' se OTT oppure no, ma a me piace il PEDAVENA piace… pubblicità passamontagna!!
Strano. Tra le osterie tipiche praticamente non ci sono quelle di slow food. Strano.