Lo ammetto. Ero prevenuto, quando stamattina ho visto il titolone de l’Adige (leggi) sui Vignaioli di Nicola Balter. Dopo i lunghi e insopportabili silenzi, e solo una notizia sugli abbandoni, mi aspettavo una qualche impacciata giustificazione, condita con le solite accuse all’inefficienza dell’ente pubblico. Invece ne è venuto fuori un manifesto che contiene una sterzata di 180° rispetto alle strategie imperanti. Pacato e coraggioso ai limiti della temerarietà. Non dice Balter che il Trentino è quello dei Vignaioli (lasciando intendere che è di tutti), non dice che dalla crisi si uscirà solo con una condivisa politica di territorio, preferendo testimoniarlo ogni giorno con genuine storie contadine. Non attacca nessuno, va per la sua strada con i colleghi, fra attività promozionali a valle ed a monte un’idea organizzativa che si sta concretizzando. Insomma un modo diverso “del fare” rispetto sia all’autoreferenzialità istituzionale (sfrontata al punto da considerare un successo la partecipazione trentina alla recente ProWein di Düsseldorf), sia dei tempi biblici concessi alle Commissioni incaricate di armonizzare progetti di rilancio che già ci sono.
Il punto pregnante del ragionamento di Nicola è: non è la politica (l’assessorato, le istituzioni) che deve progettare, ma gli imprenditori, mettendoci loro le idee, la faccia ed i denari. Il resto viene dopo. Certo, in questo “resto” ci sono tutti i lacci e lacciuoli che hanno fin qui atrofizzato le menti al punto da non lasciare spazio non dico alla fantasia per progettare il nuovo, ma nemmeno di annunciare i contenuti dell’imminente Vinitaly o fissare data e caratteristiche della Mostra dei Vini di Trento.
Se ci siete ancora, imprenditori non vignaioli, battete un colpo!
————————————————–
Pseudonimo utilizzato da uno dei personaggi chiave del vino trentino, depositario di segreti,conoscitore di vizi e virtu dell’enologia regionale e non solo.
Massarello alias Angelo Massarelli, nato a San Severino Marche nel 1510, dopo gli studi in seminario si laureò in leggi canoniche e civili presso l’Università di Siena.
Tornato a San Saverino fu dapprima assegnato alla chiesa di S. Eligio e poi fu eletto priore della collegiata della cittadina.
Grazie alla frequentazione di alcuni letterati conobbe il cardinale Marcello Cervini, futuro papa Marcello II.
Quando il papa Paolo III delegò il cardinale Cervini ad assumere la presidenza del Concilio di Trento, questi volle come segretario del Concilio il Massarelli. Un cardinale così descrive l’operato del Massarelli: «essendo egli lodato dal testimonio incontrastabile dell’esperienza, ed ammaestrato dall’esquisita scuola dell’esercizio, tenne stabilmente il grado di Segretario del Concilio».
Durante gli intervalli delle sedute del Concilio svolse l’importante mansione di Segretario di Stato del pontefice.
Sotto il breve pontificato di papa Marcello II il Massarelli fu suo consigliere.
Dal successore di Marcello II, papa Paolo IV, fu designato vescovo di Telese o Cerreto il 15 dicembre 1557 e fu consacrato a tale ufficio pochi giorni dopo, il 21 dicembre.
Fu autore di un minuzioso diario dei lavori del Concilio dal titolo Acta genuina ss. oecumenici Concilii tridentini.
Terminato il Concilio di Trento nel 1563, il vescovo Angelo Massarelli fu dapprima ministro della Segreteria di Stato e poi Segretario del Supremo Tribunale della Riformazione (successivamente chiamato Sacra Consulta).
A causa dei suoi numerosi impegni venne poche volte in diocesi e si fece rappresentare da un vicario vescovile di sua nomina.
pshhhhhhhhhhhhhhhh, shhhhhhhhhhhh: Silenzio! Il modo migliore per anestetizzare le critiche è non commentarle. Assopirle nel silenzio. Bravi. Ma ce ne ricorderemo alle prossime elezioni. Prendiamo nota.
Oggi pensavo di trovare qualche reazione sui giornali all'intervista di Balter. E invece niente. Silenzio. Mah. Torneremo tutti a Prowein.
Ma mettete solo limiti all'acquisto dagli altri produttori (le coop) o anche alla vendita delle vostre uve agli altri (le coop), perché in questo secondo caso ve la vedo dura ma molto dura!
Evvai Nicola! Quando ci vuole ci vuole.