il manifesto di nicolaLo ammetto. Ero prevenuto, quando stamattina ho visto il titolone de l’Adige (leggi) sui Vignaioli di Nicola Balter. Dopo i lunghi e insopportabili silenzi, e solo una notizia sugli abbandoni, mi aspettavo una qualche impacciata giustificazione, condita con le solite accuse all’inefficienza dell’ente pubblico. Invece ne è venuto fuori un manifesto che contiene una sterzata di 180° rispetto alle strategie imperanti. Pacato e coraggioso ai limiti della temerarietà. Non dice Balter che il Trentino è quello dei Vignaioli (lasciando intendere che è di tutti), non dice che dalla crisi si uscirà solo con una condivisa politica di territorio, preferendo testimoniarlo ogni giorno con genuine storie contadine. Non attacca nessuno, va per la sua strada con i colleghi, fra attività promozionali a valle ed a monte un’idea organizzativa che si sta concretizzando. Insomma un modo diverso “del fare” rispetto sia all’autoreferenzialità istituzionale (sfrontata al punto da considerare un successo la partecipazione trentina alla recente ProWein di Düsseldorf), sia dei tempi biblici concessi alle Commissioni incaricate di armonizzare progetti di rilancio che già ci sono.
Il punto  pregnante del ragionamento di Nicola è: non è la politica (l’assessorato, le istituzioni) che deve progettare, ma gli imprenditori, mettendoci loro le idee, la faccia ed i denari. Il resto viene dopo. Certo, in questo “resto” ci sono tutti i lacci e lacciuoli che hanno fin qui atrofizzato le menti al punto da non lasciare spazio non dico alla fantasia per progettare il nuovo, ma nemmeno di annunciare i contenuti dell’imminente Vinitaly o fissare data e caratteristiche della Mostra dei Vini di Trento.
Se ci siete ancora, imprenditori non vignaioli, battete un colpo!

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