Oggi su le sue Mille Bolle Blog, Franco Ziliani torna a punzecchiare la maison di Ravina, addebitandole un’evidente mancanza di interesse per la Denominazione (e per il brand commerciale). Vecchia storia, questa. Ma ripeterla, come fa Ziliani, fa sempre bene. E soprattutto è utile. Perchè mette a nudo una questione cruciale che riguarda il Consorzio della denominazione, di cui Ferrari in termini di quantità vale almeno il 60 %. In termini di valore, probabilmente di più. Il suo è un brand forte, fortissimo. Che sta sul mercato da molti decenni e che raramente, in Italia come nel mondo, viene accostato al Trentino. Mi viene in mente una ricerca prodotta qualche anno fa da Palazzo Roccabruna. Un’indagine a campione fra i ristoratori italiani. Alla domanda se abbinassero il Trentino allo spumante, risposero affermativamente circa il 3%. Di questi circa la metà era rappresentata da chi faceva passare questo accostamento (Trentino/spumante) per Ferrari. Insomma percentuali irrilevanti e insignificanti. Sta tutta qui in questa, “irrilevanza”, la ragione per la quale l’amore fra la maison di Ravina e la Denominazione non è mai sbocciato. Per questo, i comunicatori della prestigiosa casa trentina si guardano bene dall’usare la parola Trento Doc (Trentodoc). Parole irrintracciabili nei comunicati stampa, come spiega questa mattina Ziliani, e anche nelle interviste rilasciate dalla famiglia Lunelli ai grandi organi di stampa, come avevamo segnalato qualche mese fa anche noi. Naturalemente questa è una scelta aziendale legittima e perfino comprensibile. E anche condivisibile. Il problema, tuttavia, si riverbera in maniera drammatica sul Consorzio e sull’Istituto. E ne spiega, almeno in parte, le ragione di un’immobilità che rasenta l’ibernazione.
Qui l’interessante post apparso su Le Mille Bolle Blog
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È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
forse avresti dovuto allegare questa canzone…