Il nostro pesce d’aprile (Vino Trentino: la Cina è Vicina), non ha funzionato e nessuno ci è cascato. Vabbè, si vede che siamo dei pessimi aprilisti e probabilmente anche dei pessimi comunicatori. Ma, a proposito di TRENTODOC, il pesce d’aprile più riuscito di questi giorni (e il bello è che forse pesce non voleva neppure essere), è di sicuro quello apparso sull’edizione on line della rivista Sentire. Trascrivo il testo del breve articolo postato il 26 marzo 2012, da cui si deduce che, oltre aver fatto bere TRENTODOC all’universo mondo (cinesi e giapponesi compresi), l’Istituto di Tutela avrebbe già licenziato monsieur le President Zanonì e sarebbe tornato ad affidare le sue sorti a Fausto Peratoner. Se fosse vera, sarebbe la notizia delle notizie. Attrediamo smentita. O conferma.
TRENTODOC A VINITALY 2012
Verona, 26 marzo 2012 – Qualcuno si è preso la briga di calcolarle: cinquemila degustazioni in 24 ore. Il Trentodoc al Vinitaly di Verona ha spopolato. Le bollicine del Trentino, sono state le protagoniste dello stand del territori trentino “in vigna” dove a degustarle sono arrivati cinesi, giapponesi, russi e naturalmente i tanti visitatori della fiera veronese.
”E’ stata occasione per dare risalto alla qualita’ dei nostri Trentodoc – ha commentato Fausto Peratoner, presidente dell’Istituto Trentodoc – la spumantistica è settore che in Italia in questi anni ha conosciuto una crescita sia in termini di vendite che di immagine”.
(qui il link al post su Sentire.it)
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
affermo che , oltre il pesce aprilesco,
la rivista Sentire sarebbe piaciuta a Bruce Chatwin…