Chi ha voglia di approfondire la vicenda esemplare della cooperativona di La-Vis, non perda tempo e corra in edicola ad acquistare l’ultimo numero del mensile QT – QuestoTrentino. Dalla copertina in avanti la storia dell’accordo riservato fra i vertici di La-Vis e Isa, il braccio finanziario della chiesa trentina, per l’acquisto di Casa Girelli. Questo il titolo strillato in copertina: LA VACCA DA MUNGERE – LaVis: come la finanziaria della Curia e una oscura società americana hanno impoverito i viticoltori. Naturalmente c’è chi ci guadagna: tutti i nomi dal vescovo a Diego Schelfi. Un nuovo pezzo magistrale di giornalismo d’inchiesta firmato da Ettore Paris. All’interno tutti i dettagli, documentati, di una vicenda sconcertante che ha i contorni di una ferita sanguinosa per la viticoltura cooperativa trentina. Con soli 4 euro, saprete tutto. O quasi.
– QT – QuestoTrentino su internet
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Ciao CPDR . Prendo spunto da uno dei tanti articoli sulle vicende della Cantina LaVis che si trovano sul tuo blog per porti una domanda . La stampa di oggi riporta la notizia che un giudice ha dato ragione alla cantina stessa in una causa a suo tempo avviata contro il mensile Questotrentino ed il Direttore del giornale Ettore Paris. Presumo che la causa fosse basata sul fatto che LaVis affermava che sul giornale Questotrentino scritte notizie non veritiere su situazione debitoria e altre amenità , o almeno così ho capito io . Quindi giornale e Direttore sono stati condannati a pagare un congruo risarcimento economico . Partendo dal presupposto che se il giudice ha deciso così ci saranno state delle buone ragioni , come hai preso tu, giornalista e blogger , questa notizia ? Ti sentirai più ''limitato'' , o ''timoroso'' , nel dire d'ora in avanti quello che pensi? E nello scriverlo ? Hai paura che questo sarà un incentivo per avere una informazione sempre più conformata e/o addomesticata ? L'autore del post ( Paolino Paperino ) giudica il pezzo scritto qui sopra da Ettore Paris ''magistrale giornalismo d'inchiesta '' . Oggi quindi secondo te è suonata la campana da morto per il giornalismo di inchiesta? Spererei di no , ma ho fondati timori che sia così . Io non so se quello che scrive Paris sia vero o no, credo di si ma non posso averne la certezza, certo che leggendo i quotidiani di questi giorni sembrerebbe che nei suoi scritti di verità in questi anni ce ne fossero tante . O sbaglio ?
Intanto bisogna distinguere – e la distinzione è importante perché questa è la trappola in cui di solito finiscono i giornalisti – fra il reato (diffamazione) di solito più difficile da dimostrare e per il quale lo scorso anno, infatti, il procedimento fu archiviato dal giudice Ancona. E l'illecito civile, terreno sempre più sdrucciolevole per il convenuto a causa delle modalità probatorie e di contraddittorio del procedimento e Paris è stato condannato a risarcire il danno cagionato a cantina e ad AD in sede civile. Una "pena" pesante da quaranta mila euro (quasi) a “sanzione pecuniaria” di alcune imprecisioni che non hanno cambiata la sostanza dei fatti raccontati. Ci saranno quasi sicuramente altri giudizi e mi auguro che questa decisione sia ribaltata, perché non credo che le imprecisioni (vedi il livello di indebitamento) abbiano stravolto la verità e il profilo complessivo di questa vicenda di cui anche oggi i giornali parlano in maniera assai poco edificante.
Penso che sì, come dici tu, ci sentiamo tutti meno liberi oggi: il rischio che si corre nel raccontare la verità – Il giudice Ancona un anno fa riconobbe che i fatti raccontati erano veritieri, di interesse pubblico e rientranti nell'ambito dell'esercizio del diritto di critica – è sicuramente sproporzionato. E costringe tutti noi, soprattutto quei noi che non hanno alle spalle un gruppo editoriale, a muoverci con più circospezione, con più cautela, cercando di zig – zagare attorno alle cose e alla verità. Con il rischio permanente di annacquare opinioni e fatti, per timore di essere trascinati in tribunale (in sede civile). E' una questione, questa – e ora parlo di quei giornalisti e blogger che non hanno alle spalle un gruppo editoriale – con cui spesso mi sono confrontato con il presidente dell'Ordine dei Giornalisti. E pare che la sola via d'uscita, per proteggersi, sia quella di un'assicurazione. Insomma il tema è delicato, delicatissimo. Soprattutto quando i giornalisti, come è avvenuto con Paris, vengono lasciati soli e isolati. Soprattutto dalla politica. Che come sempre sta da tutt'altra parte…
Condivido il tuo discorso… e le tue preoccupazioni. Quello che si pensa da oggi in poi forse è meglio, per l'appunto, pensarlo e basta . Nè dirlo, nè scriverlo . Ciao .
Poi dice che uno crede nel Libero Arbitrìo..
Proprio un bel schifo.