Nel mentre aspettiamo un’improbabile risposta di Dellai alla nostra lettera aperta dello scorso venerdì santo, improbabile perché è da parecchio tempo che la politica se ne frega di quello che si dice e si scrive in giro, ci rendiamo conto che ora è quella buona fetta di popolo di indignados che ci segue sistematicamente, che ora rischia di passare per desaparecida. Per carità, libertà è anche leggere, magari condividere e decidere di non intervenire, nemmeno sotto mentite spoglie. Va avanti ti, che a mi me vegn da rider… . Che sia questa la risata che li seppellirà? Staremo a vedere, intanto sembrano spariti. Con qualche apprezzabile eccezione come il Pancher, che si candida al posto di Schelfi, annunciando che vorrebbe ridimensionare i Consorzi coop, riconducendoli ad enti funzionali per rilanciare i primi gradi e valorizzare il territorio (leggi qui, qui e qui). Basta questo per rendercelo simpatico.
Non si è ancora capito se i viticoltori coop di periferia stanno più volentieri con le oligarchie che imporrebbero lo Schelfi quater con una cooperazione sempre più simile a un qualsiasi insieme di imprese, con i dirigenti-manager che sostituiscono i proprietari-manager (qui) o se capiscono l’importanza di un rinnovamento.
Fra gli spariti veri primeggiano i giovani spumantisti classici che pure avevano incontrato Re Sole annunciando programmi di rilancio (qui) e defilati sui grandi temi sono anche i vignaioli, tutti in attesa delle risultanze delle due Commissioni provinciali, le cui anticipazioni non promettono granché di buono. Consoliamoci intanto con l’annuncio del loro evento del 21-22 aprile (qui), in attesa di conoscere cosa pensano e di come pensano di partecipare alla Mostra dei Vini di Trento del prossimo maggio.
In attesa che accada qualcosa, vi invitiamo a leggere, se non lo avete ancora fatto, o a rileggere, se lo avete fatto a suo tempo, il documento elaborato poco più di un anno fa dalla Fondazione Edmund Mach (Dossier Vino), sullo stato e le prospettive della viticoltura trentina. Documento che, almeno noi di Trentino Wine Blog, continuiamo a considerare fondamentale e imprescindibile per avviare qualsiasi tentativo di ragionamento sui temi a cui abbiamo accennato anche in questo post.
Fondazione Edmund Mach – Dossier Vino
Pseudonimo utilizzato da uno dei personaggi chiave del vino trentino, depositario di segreti,conoscitore di vizi e virtu dell’enologia regionale e non solo.
Massarello alias Angelo Massarelli, nato a San Severino Marche nel 1510, dopo gli studi in seminario si laureò in leggi canoniche e civili presso l’Università di Siena.
Tornato a San Saverino fu dapprima assegnato alla chiesa di S. Eligio e poi fu eletto priore della collegiata della cittadina.
Grazie alla frequentazione di alcuni letterati conobbe il cardinale Marcello Cervini, futuro papa Marcello II.
Quando il papa Paolo III delegò il cardinale Cervini ad assumere la presidenza del Concilio di Trento, questi volle come segretario del Concilio il Massarelli. Un cardinale così descrive l’operato del Massarelli: «essendo egli lodato dal testimonio incontrastabile dell’esperienza, ed ammaestrato dall’esquisita scuola dell’esercizio, tenne stabilmente il grado di Segretario del Concilio».
Durante gli intervalli delle sedute del Concilio svolse l’importante mansione di Segretario di Stato del pontefice.
Sotto il breve pontificato di papa Marcello II il Massarelli fu suo consigliere.
Dal successore di Marcello II, papa Paolo IV, fu designato vescovo di Telese o Cerreto il 15 dicembre 1557 e fu consacrato a tale ufficio pochi giorni dopo, il 21 dicembre.
Fu autore di un minuzioso diario dei lavori del Concilio dal titolo Acta genuina ss. oecumenici Concilii tridentini.
Terminato il Concilio di Trento nel 1563, il vescovo Angelo Massarelli fu dapprima ministro della Segreteria di Stato e poi Segretario del Supremo Tribunale della Riformazione (successivamente chiamato Sacra Consulta).
A causa dei suoi numerosi impegni venne poche volte in diocesi e si fece rappresentare da un vicario vescovile di sua nomina.
scusatemi la mia entrata che non c'entra niente.
ma chi c'è quel genio che mette l' asticella del prezzo dello Chardonnay a 140euro per potrelo assicurare.mi direte la camera di commercio ma dove vivono queste menti eccelse, trovatemi un agricoltore che ha spuntato quel prezzo. meglio entrare in politica.
cosimo scusa il mio sfogo
Sfogati sfogati… giuseppe che questo è il posto giusto…per farlo… chissà che prima o poi …qualcuno non si decida ad ascoltare il lamento sincero del mondo contadino…. chissà