Riceviamo e volentieri pubblichiamo
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Si è chiusa da pochi minuti la seconda edizione della MOSTRA MERCATO DEGLI ARTIGIANI DEL VINO, a Trento Fiere. L’Associazione Vignaioli del Trentino per voce del Presidente Nicola Balter si dichiara veramente soddisfatta della partecipazione di pubblico e appassionati, che nel pomeriggio di ieri e nella giornata di oggi hanno affollato il salone di Trento Fiere, fino ad arrivare in serata bel oltre le 1000 presenze.
In particolare Balter sottolinea come questo evento rappresenti in maniera perfetta la “filosofia” dell’Associazione, ovvero quella del “fare”.
Organizzare e gestire una manifestazione come questa ha richiesto un grande impegno ai Vignaioli ma ha pienamente ripagato raggiungendo lo scopo che ci si era prefissi: ovvero mettere a contatto diretto i visitatori con i piccoli produttori, che hanno raccontato i propri vini e il proprio lavoro e insieme il territorio Trentino, di cui sono l’espressione più genuina.
I momenti dedicati alla cucina d’autore hanno permesso di apprezzare da vicino le doti creative dei tre brillanti Chef Paolo Donei di Malga Panna, Stefano Ghetta del Chimpl e Alessandro Gilmozzi de El Molin che hanno animato l’Area Ristorante preparando e raccontando in diretta i loro piatti.
L’abbinamento delle ricette, create con i prodotti tipici degli espositori presenti, ai vini dei Vignaioli Trentini, rappresenta al meglio la sinergia che si è concretizzata in questa Mostra Mercato fra la Ristorazione, i Vignaioli e i produttori di materie prima del territorio: una splendida vetrina del miglior Trentino.
L’Associazione Vignaioli del Trentino ha in programma per i prossimi mesi una serie ne, i Vignaioli e i produttori di tipicità, una vera vetrina del miglior Trentino. di appuntamenti in varie località della regione, in particolare i Vignaioli saranno il 1 settembre a Riva del Garda e il 13 ottobre al Sass Pordoi, per l’ormai tradizionale degustazione in quota.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Sulla mostra vorrei dire che per me è stata fatta bene. Ho trovato subito parcheggio auto proprio davanti, (che belle comodità), spazi ampi all’interno, giusta “ressa” ai tavoli che non ha compromesso il percorso di degustazione, infatti domenica in circa 3 ore e mezza ore ho potuto accostarmi a ca. 26 tavoli/produttori e degustare ca. 55 vini. Sempre lo spittoon (sputacchiera) a portata di mano, del pane nel sacchettino di carta, acqua il necessario. Interessante anche qualche intermezzo coi vini fuori regione, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto. Per chi ama avere la possibilità di una panoramica generale ed allo stesso tempo affidabile dello stato delle cose nell’ambito della produzione provinciale non si può chiedere di più. Và bene mantenere questo format se si vuole fare seriamente. Su questo impianto ci manca ora il “coraggio” di invitare/richiamare in modo appropriato ed adeguato gli operatori del settore innanzitutto nazionali e magari anche qualcuno di medio/piccolo estero. Intendo i grossiti, agenti generali, agenti plurimandatari, distributori ecc. selezionandoli però per la tipologia di prodotti e segmento di mercato al quale i prodotti sono adatti. Per questo passo però ci vuole un’altro tipo di competenza. Suggerirei più una evoluzione verso i contatti commerciali con la filiera del trade più adeguata (commercializzazione-distribuzione) perchè non penso si possano davvero fermare alle sole vendite al privato. Ah, dimenticavo, ho comprato sei bottiglie di vino ed una settima mi è stata regalata!
Sulla mostra vorrei dire che per me è stata fatta bene. Ho trovato subito parcheggio auto proprio davanti, (che belle comodità), spazi ampi all’interno, giusta “ressa” ai tavoli che non ha compromesso il percorso di degustazione, infatti domenica in circa 3 ore e mezza ore ho potuto accostarmi a ca. 26 tavoli/produttori e degustare ca. 55 vini. Sempre lo spittoon (sputacchiera) a portata di mano, del pane nel sacchettino di carta, acqua il necessario. Interessante anche qualche intermezzo coi vini fuori regione, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto. Per chi ama avere la possibilità di una panoramica generale ed allo stesso tempo affidabile dello stato delle cose nell’ambito della produzione provinciale non si può chiedere di più. Và bene mantenere questo format se si vuole fare seriamente. Su questo impianto ci manca ora il “coraggio” di invitare/richiamare in modo appropriato ed adeguato gli operatori del settore innanzitutto nazionali e magari anche qualcuno di medio/piccolo estero. Intendo i grossiti, agenti generali, agenti plurimandatari, distributori ecc. selezionandoli però per la tipologia di prodotti e segmento di mercato al quale i prodotti sono adatti. Per questo passo però ci vuole un’altro tipo di competenza. Suggerirei più una evoluzione verso i contatti commerciali con la filiera del trade più adeguata (commercializzazione-distribuzione) perchè non penso si possano davvero fermare alle sole vendite al privato. Ah, dimenticavo, ho comprato sei bottiglie di vino ed una settima mi è stata regalata!
iniziativa bella e senza dubbio ben organizzata, sia dal puto di vista degli operatori che da quello dei visitatori. Tanta affluenza, ma di carrelli pieni… visti pochi.. di bicchieri fin troppo pieni.. visti tanti! se all'inzio la grande affluenza è stata accolta di buon grado via via si è capito che gli interessati e gli intenditori non erano in maggioranza. Tra i giovani di Trento la voce sparsa era: vei che nen a Trento fiere a bever! ricordi della mostra dei vini di trento di un paio di anni fà… comunque da ammirare l'impegno dei vignaioli e di tutti coloro che hanno partecipato!
Cara Martina, hai ragione. Ma questo, ..nem a bever, è inevitabile. Pero' qualcuno sta prendendo la mira. Anzi, approfitto di questo spazio, per dirti, e per comunicare a tutti quanti, che la Compagnia dei Cosimi sta mettendo in piedi una "cosa" ….. per dare visibilità, e occasione di riempire i carrelli. Ancora qualche settimana e ne daremo notizia urbi et orbi. E ci sarò spazio sia per i giovani .. del "nem a bever 'n bicer", sia per i consumatori e gli appassionati alla ricerca di bottiglie da comperare.
ne prendo felicemente atto e attendo buone nuove!
Gent.ma Martina (ed anche tu Cosimo che in questo caso le dai, inaspettatamente, ragione): cos'è esattamente che non vi va bene in adulti vaccinati e paganti che fanno una cosa che mi risulta essere ancora lecita, intendo ubriacarsi? Se non eccedono -cioè non sputano nel mio bicchiere o non vomitano sul tavolo del presidente Balter- che fatidio vi danno esattamente? In fondo i non-enofighetti sono dei gran simpatici, o no?
Attendo vostre, per capire, ciao, PO
non ho nulla in contrario alla gente che vuole bere un pò di più … ma episodi che infastidiscono ce ne sono stati (aspettarsi il vomito mi sembra quasi eccessivo) …. forse la prima intenzione dei vignaioli era quella di far conoscere e vendere non quella di abbeverare gli assetati!
Gli episodi che infastidiscono sono sempre inammissibili, su questo concordo con te.
Ciao, PO
Dunque, caro Po: ho scritto che "nar a bever"…è inevitabile. E aggiungo ora….: è pure folcloristico. E io pure alla bellezza di 47 anni continuo a farlo. Il mito eversivo di Doniso che nasce dalla coscia incendiaria di Zeus è il mio mito. Però penso anche che i produttori di vino, il vino lo vogliano vendere. Non solo regalare ai giovani universitari. E la mia esperienza di due anni fa alla mostra dei vini del Trentino, fu esattamente questa: solo giovani universitari sballati. Perdonami Po, ma non basta. E il problema non è quello dei giovani sballati ma il problema è quello dei consumatori che non arrivano. Perché nessuno li ha avvertiti.
sabato pomeriggio sono andato via alle 19.00, dopo circa 3 ore. Allegro ma non troppo. scene da tregenda non ne ho viste. Solo un vecchietto che non riusciva a intendersi con quello dell'Amarone. Bisogna mettere in conto che qualcuno alzi il gomito, oppure si mette l'ingresso a 50 euri ed entriamo solo io e te e qualche sfegatato (in topic). Sinceramente, limitatamente a sabato, io trovo che adontarsi per qualche alticcio significa guardare il neo anzichè il bel corpo, come diceva quello. Poi. ripeto, in generale a me quelli che alzano il gomito ogni tanto, e gli viene più facile la favella ed il canto sono simpatici. Mentre i perfettini che vanno a queste mostre credendo di trovare una sala assaggi li trovo , questi si, fuori luogo. Due anni fa alla Mostra non c'ero, quindi ti credo sulla parola.
saluto, PO
iniziativa bella e senza dubbio ben organizzata, sia dal puto di vista degli operatori che da quello dei visitatori. Tanta affluenza, ma di carrelli pieni… visti pochi.. di bicchieri fin troppo pieni.. visti tanti! se all'inzio la grande affluenza è stata accolta di buon grado via via si è capito che gli interessati e gli intenditori non erano in maggioranza. Tra i giovani di Trento la voce sparsa era: vei che nen a Trento fiere a bever! ricordi della mostra dei vini di trento di un paio di anni fà… comunque da ammirare l'impegno dei vignaioli e di tutti coloro che hanno partecipato!
Ho letto la tua riflessione: sono d'accordo. Del resto come non esserlo.
Segnalo anche un altro link: all'Osservatorio di Primo Oratore; altra bella riflessione.
http://osservatoriodelvino.wordpress.com/2012/04/…
Si in effetti la sensazione di essere di fronte ad una svolta c'è. Per riallacciarmi ad un vostro articolo di qualche giorno fa, direi che in altri ambiti non si può parlare di un altrettale cambiamento (la Confraternita, intendo)
saluto PO
In effetti, in fiera è andato in onda uno spettacolo diverso, molto diverso, rispetto a quello agito poche ore prima da un sodalizio che ha voluto riaffermare un'inclinazione sperimentata al collateralismo; propensione che io considero poco utile ad una visione moderna del vino e dei suoi protagonisti. Ma tant'è.
So di chiedere tanto, ma intanto che aspettiamo la risposta di Dellai (arriverà veramente?) e il "venerdì santo" di Mellarini potreste raccontarci di come è andata sabato mattina l'assemblea della Confraternita della Vite e del Vino? Sono curioso di sapere.
Caro Giuliano, eccoti servito. Massarello nell'ultimo post pubblicato oggi, ha fatto una sintesi perfetta di quanto accaduto in Confraternita sabato mattina: il consolidamento autoreferenziale e collateralistico di una classe dirigente che non ha saputo intercettare "l'aria che tira" ma ha preferito la grammatica conservazionistica dei riflessi condizionati. Tutto qui. Purtroppo.
Sì, è stata una splendida iniziativa. Ne ho appena scritto qualcosa anch'io.
Ho letto la tua riflessione: sono d'accordo. Del resto come non esserlo.
Segnalo anche un altro link: all'Osservatorio di Primo Oratore; altra bella riflessione.
http://osservatoriodelvino.wordpress.com/2012/04/…
Sì, è stata una splendida iniziativa. Ne ho appena scritto qualcosa anch'io.