Alla lettera aperta al Presidente Dellai dello scorso Venerdì Santo (qui), il Governatore trentino aveva dato gentile e formale riscontro “in attesa di una risposta più completa nei prossimi giorni” (qui). Ne fummo felici, ma ora, a distanza di tre settimane e senza risposta alcuna, qualche… sospetto appare legittimo. Proviamo a capire.
La lettera aperta aveva chiaramente anticipato le nostre preoccupazioni sull’elaborato delle due Commissioni incaricate di indicare linee d’indirizzo per la produzione e per la promozione e ciò senza conoscerne alcun particolare, ma limitandoci a logiche deduzioni.
L’incontro di presentazione di queste linee è stato fissato oggi, 27 aprile ad ore 18, in Aula Magna a San Michele, invito che ha recepito anche la nostra accalorata supplica di illustrarne i contenuti ai rappresentanti di categoria e responsabili vari, carpendone l’adesione.
Ci eravamo permessi alcune raccomandazioni che in sintesi sono:
– rifondazione di un organismo interprofessionale e paritetico fra categorie;
– incarico a questo organismo per l’elaborazione di programmi poliennali sia di tutela che di valorizzazione;
– affidamento agli operatori (e al loro organismo) delle azioni relative, d’intesa con l’ente pubblico;
– compartecipazione ai costi e verifica dei risultati attesi. Con definitiva intesa fra categorie vitivinicole e con le altre categorie interessate allo sviluppo del territorio, turismo in primis.
Avevamo, infine, individuato come nodo più ostico da sciogliere quello dei rapporti interni al mondo cooperativo (90% del tutto), con l’auspicio della separazione netta fra attività industriale ed attività territoriale, facendo leva sulla rete delle Cantine sociali di primo grado e scongiurandone la riduzione a meri centri di raccolta in funzione degli oligopoli, per giungere ad un’intesa anche con i vignaioli e con gli altri soggetti interessati.
Detto questo per richiamare la memoria ed in vista della presentazione delle nuove strategie in un venerdì sera fra ponti e week end, crediamo che il Presidente abbia inteso non anticipare, con una risposta a TWB, i contenuti di ciò che si va presentando, non fosse altro che per il rispetto che si deve agli invitati a San Michele. Anche se un’anticipazione, magari molto riassuntiva, non avrebbe necessariamente dovuto compromettere gli equilibri.
Le anticipazioni però, e ne sono circolate parecchie in questi giorni, avrebbero potuto dare la stura a sentimenti contrastanti di cui non si sente proprio il bisogno. Infatti, l’auspicio ripetuto fino alla nausea nei mesi (anni) scorsi, è quello per l’unitarietà del settore vitivinicolo trentino, cui si è mirato disperatamente, alternando bastone a carota. Non ha funzionato, a nostro avviso, semplicemente perché non si sono voluti affrontare in modo pragmatico i punti sopra richiamati.
E non funzionerà certo confondendo le carte in tavola, mistificando un accordo fra Consorzio Vini ed Istituto degli spumantisti per la gestione del marchio Trentodoc o proponendo intese trasversali nei vari distretti produttivi per la valorizzazione degli autoctoni o meno e neppure le ingiunzioni all’una o all’altra oligarchia per limitarne le influenze su terzi sembrano cogliere nel segno.
Speriamo proprio di sbagliarci e di aver sentito male. Speriamo che dal cilindro qualcuno tiri su un leprotto vivace e non il solito coniglio di pezza.
Ed intanto ricordiamoci che il dio pagano in cui dobbiamo credere resta uno solo: Trentino.
Poi c’è il figlio prediletto: Trento, senza troni e dominazioni.
Pseudonimo utilizzato da uno dei personaggi chiave del vino trentino, depositario di segreti,conoscitore di vizi e virtu dell’enologia regionale e non solo.
Massarello alias Angelo Massarelli, nato a San Severino Marche nel 1510, dopo gli studi in seminario si laureò in leggi canoniche e civili presso l’Università di Siena.
Tornato a San Saverino fu dapprima assegnato alla chiesa di S. Eligio e poi fu eletto priore della collegiata della cittadina.
Grazie alla frequentazione di alcuni letterati conobbe il cardinale Marcello Cervini, futuro papa Marcello II.
Quando il papa Paolo III delegò il cardinale Cervini ad assumere la presidenza del Concilio di Trento, questi volle come segretario del Concilio il Massarelli. Un cardinale così descrive l’operato del Massarelli: «essendo egli lodato dal testimonio incontrastabile dell’esperienza, ed ammaestrato dall’esquisita scuola dell’esercizio, tenne stabilmente il grado di Segretario del Concilio».
Durante gli intervalli delle sedute del Concilio svolse l’importante mansione di Segretario di Stato del pontefice.
Sotto il breve pontificato di papa Marcello II il Massarelli fu suo consigliere.
Dal successore di Marcello II, papa Paolo IV, fu designato vescovo di Telese o Cerreto il 15 dicembre 1557 e fu consacrato a tale ufficio pochi giorni dopo, il 21 dicembre.
Fu autore di un minuzioso diario dei lavori del Concilio dal titolo Acta genuina ss. oecumenici Concilii tridentini.
Terminato il Concilio di Trento nel 1563, il vescovo Angelo Massarelli fu dapprima ministro della Segreteria di Stato e poi Segretario del Supremo Tribunale della Riformazione (successivamente chiamato Sacra Consulta).
A causa dei suoi numerosi impegni venne poche volte in diocesi e si fece rappresentare da un vicario vescovile di sua nomina.
Bravo! Così poi stasera ci farai sapere le tue impressioni… circa questo documento che dovrebbe rivoltare come un calzino la politica vitivinicola trentina.
Io ci vado….. con fiore scuro…..