259806_143261685749774_100001978308561_286328_680935_n Leggo sull’edizione on line del quotidiano Trentino (qui), che la delibera della Camera di Commercio con la quale viene ceduto il marchio TRENTODOC a Consorzio Vini del Trentino, da ieri è diventata esecutiva. Bene, quindi da ieri il Consorzio del presidente Fronza e del direttore Bona è il formale titolare della tutela del marchio commerciale del nostro Metodo Classico. Siccome ciò che è reale è razionale, come diceva quello, ora ne prendiamo atto. E non stiamo più a farci troppe pippe. Adesso, però, il Consorzio dimostri con i fatti di meritarsi questo onore e questo onere. E cominci a farlo sin  da subito. Sin da oggi. Prendendo una netta presa di posizione nei confronti dell’Ais e del suo premio gli Oscar del Vino 2012. Come abbiamo già avuto modo di raccontare nel post precedente, il Trento non compare fra le nomination del premio più autorevole e prestigioso d’Italia. Le segnalazioni, tre su tre, sono state assegnate esclusivamente a bottilgie franciacortine. Meritatatamente, naturalmente. Ma l’esclusione da un premio come questo del nostro Trento (insieme all’Oltrepò e all’Alta Langa), pone un problema serio. Che attiene, anche, alle politiche di comunicazione, di tutela e di promozione delle nostre bottiglie. Che, evidentemente, fin qui non hanno prodotto i risultati che avrebbero invece dovuto produrre. Il segno tangibile degli errori compiuti da chi fino ad oggi, Istituto e Trentino SpA, avrebbe dovuto comunicare e valorizzare il nostro Metodo Classico. Da ieri questo compito è passato a Consorzio Vini. Bene, si cambi registro. Subito. Anche a costo di alzare la voce.

(foto di Paola Attanasio)