Riceviamo e volentieri pubblichiamo
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È Christian Marchesini il nuovo presidente del Consorzio Valpolicella. Dopo l’annuncio ufficiale delle dimissioni di Emilio Pedron, il Cda ha scelto il suo successore nel corso della riunione del 14 maggio.
Christian Marchesini, 39 anni, perito agrario, è uomo di territorio; appartiene infatti a una delle famiglie storiche della Valpolicella classica, dove gestisce 50 ettari a vigneto dell’azienda di familiare.
Già presidente della sezione veronese dei giovani imprenditori di Confagricoltura, per l’Unione Agricoltori è responsabile regionale delle produzioni vitivinicole.
Dal 2006 siede nel cda del Consorzio Tutela Vini Valpolicella e dal 2011 ricopre la carica di vice presidente con delega ai rapporti istituzionali con la Federazione Nazionale dei Consorzi di Tutela (Federdoc) e con l’Unione Viticoltori Veneti (Uvive).
«Territorio, qualità e tutela della denominazione – dice Marchesini – saranno le parole su cui traccerò il mio programma».
«Territorio – spiega il neo presidente – perché il Consorzio è un organismo interprofessionale che non può prescindere da un forte rapporto con la base associativa, insieme alla quale va costruita un’etica di produzione attraverso un approccio sostenibile nella gestione del vigneto. Per questo già dal 2011 abbiamo iniziato le attività di sensibilizzazione e formazione dei soci sotto lo slogan “Riduci Risparmia Rispetta”, che diventerà un vero e proprio logo di riconoscimento dei vini ottenuti con tecniche virtuose a basso impatto ambientale».
«Qualità e tutela della denominazione, invece – prosegue Marchesini – si esplicano nella collaborazione con enti ed organismi istituzionalmente preposti al controllo delle produzioni come Siquria e il Corpo Forestale, o alla tutela dei marchi collettivi come la Camera di Commercio di Verona, ma anche attraverso una attività di informazione e formazione degli operatori professionali e dei consumatori. Quest’ultimo aspetto – spiega Marchesini – porterà già dalla fine di quest’anno ad orientare in misura sensibile le attività di promozione della denominazione realizzate dal Consorzio in Italia e all’estero, in particolare nei mercati più importanti per la nostra denominazione, quali il Nord Europa, la Germania, gli Stati Uniti o in quelli emergenti come Brasile e Cina».
«Sotto il profilo organizzativo – conclude il nuovo presidente – per dare spessore e operatività alle iniziative consortili sto pensando alla costituzione di commissioni all’interno del consiglio di amministrazione, che affrontino in prima battuta questioni e progetti da sottoporre successivamente già “pronti” alla valutazione di tutti, ma anche all’istituzione di comitati consultivi dove non escludo la partecipazione di esperti esterni al cda».
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Con una produzione di oltre 437.000 ettolitri, la doc Valpolicella vale circa 300 milioni di euro. Si tratta di un valore cresciuto senza battute d’arresto nel corso dell’ultimo decennio grazie alla riqualificazione produttiva operata dai viticoltori e in cantina, che ha fatto crescere la richiesta in Italia e all’estero.
Valpolicella, Ripasso della Valpolicella, Amarone della Valpolicella e Recioto della Valpolicella sono il poker d’assi della denominazione, per un’offerta adatta a qualsiasi occasione: dal pasto quotidiano al vino più importante, fino a quello da dessert. Tra questi è l’Amarone a fare la parte del leone, grazie al prestigio riconosciuto e al favore conquistato in tutto il mondo, dove viene esportato oltre il 70% della produzione. All’incirca 7.000 gli ettari coltivati, con una redditività di 15-18.000 euro ad ettaro.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.