Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani & Imperial Wines – Vini e vignaioli nei confini del vecchio impero (www.imperialwines.org) in collaborazione con “Gli Autentisti”
STORIE DI VITE
Buone pratiche nei campi e in cantina nelle esperienze dei vignaioli mitteleuropei
Venerdì 1 giugno 2012
ORE 17.30
Maso Pez – via Margone 11, Ravina (Trento)
Incontro aperto tra vignaioli: dalla Moravia al Trentino per confrontarsi sulle diverse esperienze che accomunano regioni con una storia che scorre in parallelo. Sostenibilità, tradizioni, autenticità: come si declinano in territori così vicini e così lontani?
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Parlare di agricoltura significa parlare dell’uomo e del suo stare al mondo. Significa parlare di ambiente e paesaggio. Significa parlare di nutrizione e gusto, di produzione e cultura, di tradizione e modernità, di padri e figli. Il vino racchiude meglio di qualsiasi altro prodotto questa sequenza di significati, e nessuna pianta come la vigna è capace di narrare e interpretare la terra.
Il tentativo di attuare buone pratiche nei campi e in cantina non è più, fortunatamente, un’esperienza di pochi: al contrario, sta diventando una consapevolezza diffusa, anche se ancora marginale e, talvolta, contraddittoria. “Piccole luci ancora accese illuminano il buio e fanno sempre più chiaro intorno a loro”, come dice il vigneron francese Nicolas Joly. Troppe volte però ci si cristallizza sulle definizioni, avvitandosi sul concetto ambiguo di “naturalità”. Troppo poche sono invece le occasioni di confronto concreto tra vignaioli, per condividere le tante, originalissime esperienze che in tutta Europa stanno proponendo un modello di produzione consapevole della fragilità della natura e attento alle vocazioni territoriali.
Il tema del “limite” è al centro delle riflessioni e dell’impegno del Forum per la Pace, in questo 2012. Un tema complesso, che si intreccia con molti altri per farlo diventare, in qualche modo, la “misura del futuro”, la declinazione dell’uomo che assume piena consapevolezza di aver superato la soglia della sostenibilità. L’agricoltura ha un ruolo centrale, in questa assunzione di responsabilità: l’agricoltura che può essere nel contempo pratica di rispetto della natura e azione di distruzione e impoverimento della stessa. Il limite che ci si deve dare è faticoso da definire: quali sono i parametri da rispettare? Hanno a che fare con le sole tecniche agronomiche o investono il contadino nella sua totalità, sociale e culturale? Rispettare la terra significa anche rispettarne la sua storia e quella della gente che la ha abitata e coltivata? E ancora: cosa cogliere dal passato, cosa c’è invece da superare? Quale sintesi tra le generazioni che si trasmettono i saperi, le pratiche e la cultura agricola?
Sono le domande che impongono il confronto, non la presunzione della risposta. La tavola rotonda che intendiamo organizzare si propone quindi di mettere attorno ad un tavolo vignaioli di diverse regioni europee, con l’intento, appunto, di porre queste domande ai veri protagonisti della terra. Simbolicamente, abbiamo scelto di invitare produttori provenienti dai confini del vecchio impero asburgico, una grande area nel cuore dell’Europa, unita da un passato comune e, oggi, troppo spesso incapace di costruire relazioni ed esperienze di conoscenza reciproca, bloccati ancora da confini sempre più fragili e privi di senso.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.