In attesa di leggere dal comunicato ufficiale che la 76^ Mostra dei Vini del Trentino al Castello del Buonconsiglio e a Palazzo Roccabruna della Città del Concilio si è conclusa con un successo di pubblico e soddisfazione degli espositori, sulla bancarella vintage di un quartiere popolare di Trento ho scovato una copia del Catalogo della gemella Mostra del Vino Bolzano che si è tenuta in contemporanea nel capoluogo altoatesino al Museo Mercantile ed al Parkhotel Laurin.
Stessa formula, stesso periodo, stessi numeri, stessa tradizione.
L’unica differenza sta nel Catalogo. Quello della bancarella è riferito alla 30.ma edizione del 1952, mentre quest’anno in Alto Adige si è celebrato il 90.mo compleanno. La sensazione è comunque di due signore attempate cui non bastano più nemmeno i generosi lifting per renderle attraenti. Bisogna rassegnarsi. O forse no, non si può generalizzare. Una cosa è Trento ed una diversa è Bolzano.
Le due manifestazioni vantano una primogenitura nazionale e pre-nazionale incontestabile. La cultura del vino e quella mercantile della regione, infatti, avevano dato vita ad “assaggi comparativi” già alla fine dell’800, grazie all’azione dell’Imperial Regio Istituto Agrario di San Michele all’Adige (1874).
Bolzano godeva anche allora di un fiorente mercato in Austria, Germania e Svizzera, ma pure i trentini si facevano rispettare. Una conferma sta proprio nel Catalogo del 1952 che elenca per tradizione la Cantina dell’Istituto Agrario, ma dà spazio anche alle Cantine Cavazzani che avevano una sede a Bolzano e presentavano quell’anno un Lagreikretzer 1951, un Moscato bianco ed un Valdadige frizzante!
Per la cronaca a Trento si cominciò in pompa magna nel 1925 con un piccolo, ma curatissimo Catalogo cui ne seguì uno uguale nel 1926 per la … prima Mostra Vini del Trentino. Si sospese la numerazione per la seconda guerra mondiale, mentre Bolzano continuò la serie ed è anche per questo che appare più antica.
Assaggi comparativi, ecco la formula originaria, la formula vincente sia sul fronte degli acquirenti sia su quello dei consumatori finali. Le due Mostre erano, allora più di oggi, vetrine per sottoporre a giudizio i vini pronti per il mercato e per questo si tenevano appena possibile, ossia a marzo. Ogni tempo. Oggi prevale, invece, l’aspetto turistico perché le novità per i buyer si presentano alla ProWein di Düsseldorf ad inizio primavera e con un po’ di ritardo al Vinitaly.
Nonostante ciò si pensa che Trento ormai abbia fatto il suo tempo e si propone per la Mostra un modello itinerante. Bolzano, invece, è piena di turisti tedeschi che festeggiano l’Ascensione in attesa della Pentecoste per cui non c’è problema.
A Trento è sempre tutto più complicato e sì che c’è il Roccabruna come Enoteca provinciale! Dovrebbe essere tutto risolto, avendo una sede per 365 giorni all’anno, o no? Macchè. Quelli tengono aperto 10 ore alla settimana (5 il giovedì e 5 il sabato), come già denunciato da questo blog e se ne impipano dei problemi del vino, crogiolandosi nell’autocelebrazione istituzionale.
Allora resta la Mostra dei Vini “tradizionale”, ossia quella degli assaggi comparativi dove ciascuno è libero di scegliere la cinquina (ad es. di Chardonnay) da confrontare, lontano dagli occhi dei produttori. E vince il migliore, non necessariamente quello che costa di più, contribuendo a creare una cultura presso gli estimatori.
Diverso, me ne darete atto, è presentarsi davanti al banchetto del produttore e fargli sinceri complimenti o sgattaiolare per andare a cercare un’alternativa su un altro tavolo. La forma la del tavolo con il produttore ha i suoi vantaggi essenzialmente per il produttore e per il buyer. Il consumatore finale, infatti, o è già fidelizzato o rappresenta per il produttore un impegno spesso sproporzionato.
In definitiva competerebbe al Consorzio Vini, con personale dedicato e con il sostegno dell’Ente pubblico, organizzare degli assaggi comparativi per riprendere quell’azione di acculturamento dei consumatori di cui si sente la mancanza. Ed in momenti e luoghi separati, gli incontri dei produttori con i buyer.
Pseudonimo utilizzato da uno dei personaggi chiave del vino trentino, depositario di segreti,conoscitore di vizi e virtu dell’enologia regionale e non solo.
Massarello alias Angelo Massarelli, nato a San Severino Marche nel 1510, dopo gli studi in seminario si laureò in leggi canoniche e civili presso l’Università di Siena.
Tornato a San Saverino fu dapprima assegnato alla chiesa di S. Eligio e poi fu eletto priore della collegiata della cittadina.
Grazie alla frequentazione di alcuni letterati conobbe il cardinale Marcello Cervini, futuro papa Marcello II.
Quando il papa Paolo III delegò il cardinale Cervini ad assumere la presidenza del Concilio di Trento, questi volle come segretario del Concilio il Massarelli. Un cardinale così descrive l’operato del Massarelli: «essendo egli lodato dal testimonio incontrastabile dell’esperienza, ed ammaestrato dall’esquisita scuola dell’esercizio, tenne stabilmente il grado di Segretario del Concilio».
Durante gli intervalli delle sedute del Concilio svolse l’importante mansione di Segretario di Stato del pontefice.
Sotto il breve pontificato di papa Marcello II il Massarelli fu suo consigliere.
Dal successore di Marcello II, papa Paolo IV, fu designato vescovo di Telese o Cerreto il 15 dicembre 1557 e fu consacrato a tale ufficio pochi giorni dopo, il 21 dicembre.
Fu autore di un minuzioso diario dei lavori del Concilio dal titolo Acta genuina ss. oecumenici Concilii tridentini.
Terminato il Concilio di Trento nel 1563, il vescovo Angelo Massarelli fu dapprima ministro della Segreteria di Stato e poi Segretario del Supremo Tribunale della Riformazione (successivamente chiamato Sacra Consulta).
A causa dei suoi numerosi impegni venne poche volte in diocesi e si fece rappresentare da un vicario vescovile di sua nomina.
…il nocciolo della questione a mio avviso sta nel ruolo che debba ricoprire tale struttura in quanto "enoteca provinciale del Trentino". Io trovo, ma ovviamente è una mera considerazione personale, che dovrebbe avvicinare quante più persone riesca al mondo del vino trentino (quello di qualità), gli estimatori sanno già di loro quali prodotti acquistare, il cittadino medio piuttosto che il turista no, necessita di essere guidato, in un ambiente poco formale dove professionisti esperti possano consigliare. Un luogo di ritrovo nel quale anche socializzare dopo lavoro (la città ha a sufficienza locali per giovani under 30) scoprendo gli spumanti di cantine a più inesistenti anche se con una lunga storia alle spalle. A me piacerebbe così Palazzo Roccabruna, se poi ne nascesse un business non vedo nulla di male.
Personalmente ho avuto solo esperienze positive a Palazzo Roccabruna, sono stato a diverse cene e degustazioni, ultima volta sabato scorso in occasione della mostra del vino, ho dovuto attendere per poter entrare, questo perché c'era molta gente e la degustazione viene fatta al tavolo. Ho fatto una degustazione di Trento DOC, tra i cinque spumanti richiesti uno era terminato, mi hanno proposto un alernativa sempre restando sullo stesso livello. Credo sia tollerabile. Ho trovato personale preparato e cortese.
Il paragone tra la mostra al castello e la degustazione a Roccabruna non lo farei, due cose diverse che unite hanno il loro perché, ad esempio venerdì ho partecipato alla mostra presso il castel del Buonconsiglio molto bello e istruttivo avere un dialogo con il produttore ho assaggiato diversi prodotti, il giorno successivo seduto comodamente ad un tavolo ho voluto fare degustazione a Roccabruna tra quelli che per me erano risultati i migliori il giorno prima. Per quanto riguarda il prezzo d'ingresso al castello lo alzerei anch'io, si fa più selezione a vantaggio del produttore.
Io credo che qui si faccia un po' di confusione su cos'è palazzo roccabruna, non è un wine bar! Non è nemmeno la casa del vino, è la casa dei prodotti trentini! Io credo di potermi definire un amante di palazzo roccabruna, quando posso vado a tutti gli incontri e seguo tutti i ristoratori che vengono all'osteria, ho fatto degustazioni su olii, verticali di vino, e diro' la verita' qualche volta non ho trovato posto, fortunato chi scrive che trova sempre vuoto, ! sinceramente mi sembrerebbe assurdo aprisse tutti i giorni, non è un wine bar! Poi chiariamoci ho fatto degustazioni ad epernay nello champagne ed ho trovato gente molto meno professionale, ma mi direte che loro possono permetterselo perché hanno centinaia di visitatori al giorno. Detto questo passiamo alla mostra dei vini, qui in parte vi do ragione, il mio consiglio verso chi gestisce questa manifestazione, parlo sia di palazzo che del castello, è di alzare il prezzo! A 5 euro per 5 degustazioni o 15 euri per bere a secchi, viene chiunque, e non voglio fare differenze tra chi può e chi non può permetterselo, ma tra chi va per degustare e chi per ubriacarsi. Questo, per quanto mi riguarda sarebbe anche una forma di rispetto verso i sommelier; se sei un professionista, in qualsiasi campo, quando eserciti il tuo lavoro ti piacerebbe confrontarti con persone che lo apprezzano e che sono interessate a quello che proponi, per cui passare 8 ore a riempire bicchieri a gente che è venuta da te a bere perché costa meno del bar di fronte, passatemi il termine, mi farebbe girare le balle! Scusatemi ma a me palazzo roccabruna piace, e tanto! E se voglio bere tutti i giorni vado in un wine bar!
NON CI SIAMO PROPRIO…venerdì scorso ho fatto tappa a Palazzo Roccabruna, felice di partecipare ad un "evento" riguardante il mondo del vino…bandierine per tutto il centro storico…maaai avere aspettative troppo alte. I numeri: 6 il numero delle persone che eravamo, 5 gli euro e il numero degli assaggi, 10 i secondi che abbiamo impiegato alla cassa, 55 i minuti che abbiamo atteso per assaggiare il vino…il tutto moltiplicato per la scortesia della sommelier, il risultato: un'occasione sprecata di fare un po' di cultura del vino…personalmente la prossima volta SALTO!
Non farti scoraggiare dall'evento contingente, ma fiducioso, vedi di replicare la prossima volta alla mostra dei Vignaioli o delle giornate del Pinot Nero in Alto Adige.
Ti confesso che pure io ho avuto esperienze sui generis, soprattutto a Merano in occasione del Winefestifal; spesso mi sono trovato in un carnaio pazzesco, in quarta fila ad aspettare il momento di degustare vini che a volte erano terminati…..
Grazie dell'incoraggiamento, comunque sono più portato all'incazzatura che allo scoraggiamento…;-) Vorrei tanto essere diplamitico e dire che organizzare certi eventi non sia cosa facile, e sono certo di questo, infatti certi ruoli dovrebbero essere assegnati a persone capaci, un gioiellino come Palazzo Roccabruna il cui potenziale penso sia a tutti evidente non può essere sprecato…se è spesso vuoto bisogna chiedersi il perchè…e non ci vuole un mega pezzo da 90 per trovare la risposta…ad ogni modo grazie delle dritte!
A Palazzo Roccabruna (peraltro splendida cornice architettonica)ho preso una fregatura lo scorso anno in occasione della manifestazione bolliciniana….due ore di attesa per entrare, spumanti Trento che intendevo degustare terminati, bolle servite a temperatura ambiente…..siamo all'analfabetismo sulle modalità organizzative e di servizio dei vini….
Mah…non ho parole…sono sempre stato dell'idea che per fare le cose fatte male (per non usare altri termini) sia meglio lasciar stare…se a Trento non ci fosse un luogo che vuole ricoprire il ruolo di "enoteca provinciale del trentino" pochi ci penserebbero, ma se lo fai male finisci che fai brutta figura, con i turisti con i cittadini stessi. Comunque, giusto perchè non sarebbe corretto sparare a zero su tutti, ho incontrato in altre occasioni anche delle persone dello staff cortesi oltre che preparate. Il mio prossimo appuntamento, da neo amante del settore sarà Castel Noarna…ovviamente mi presenterò pieno di entusiasmo certo di rimanere soddisfatto…;-)