Come sapete già – e se non lo sapete, ve lo raccontiamo noi -, da qualche settimana c’è un gran via vai fra Trento e Napoli. Anzi, il via vai promozionistico, a dire il vero sta andando avanti da qualche anno. Qui vi lascio un qualche indirizzo web (1,2,3,4), da cui si deduce l’impegno che il Trentino trentodocchista sta profondendo, almeno a partire dal 2009, sull’area partenopea. Complice anche il business dei ritiri calcistici, perno delle politiche dell’assessorato al Turismo. Bene, in questo naturalmente non c’è nulla di male. Anzi, anzi. L’investimento del Trentodoc su Napoli, comunque, si è intensificato in queste ultime settimane. Qui trovate qualche dettaglio: il Metodo Classico trentino, infatti, si è aggregato agli show enoculturalgastronomici di Cooking for Wine, in cambio di una buona pubblicità in una dozzina di ristoranti partenopei di tendenza. Ancora benissimo, niente da dire. La proficua azione di marketing nel napoletano, fra l’altro, ci è stata raccontata su facebook, giorno per giorno, dai solerti funzionari di una società pubblica trentina, ospitati nel lussuosissimo headquarter di un Hotel 5 Stelle Lusso fronte Vesuvio. Cronaca gustosissima, lo giuro. Ancora bene. Anzi benissimo: spingere un prodotto ha i suoi costi. E anche i suoi lussi. E non bisogna badare a spese. E a questo punto vi starete chiedendo, dove stia andando a parare. E allora ve lo spiego subito. L’altro giorno i vertici promozionistici trentini, assessorone compreso, stavano anche a loro in quel di Napoli, per presenziare alla conferenza stampa con la quale è stato annunciato, anche per quest’anno, il ritiro estivo del Calcio Napoli, a Dimaro in Val di Sole. Ochei? Bene, come era prevedibile, la notizia ha fatto anche il giro della rete. E cosi i napoletani, bontà loro, hanno cercato di magnificare le terre trentine, con tutti gli annessi e connessi. Con esiti che definire esilaranti è poco. Anzi niente. E non per colpa dei giornalisti e blogger napoletani, ma per responsabilità, questo sì, dei comunicatori trentini acquartierati negli hotelissimi in fronte al Vesuvio; che dopo anni di martellamento del mercato partenopeo, non sono ancora riusciti a spiegare agli amici napoletani cosa cristo sia un Trento Doc. E cosi, da un paio di giorni in rete girano titoli avventurosi di questo tenore: “TRENTINO DOCG PER SPORT. TURISMO, ENOGASTRONOMIA E TANT´ALTRO ANCORA”. Esiste una Docg in Trentino? Non credo, ma posso sbagliare e accetto smentite. Ma il bello, anzi il brutto, arriva dopo questo mirabolante titolo, nel testo di un comunicato stampa pubblicato su un paio di siti internet di informazione locale (Lapillo.eu e Positanonews.it). Udite, udite, anzi leggete, leggete: “…turismo che spazia dalla neve all’arte allo spettacolo, alla cultura ed all’approfondimento sulla conoscenza di quella enogastronomia che con le sue bollicine di Prosecco…”. Non basta: “…Le famose bollicine, come il Methius riserva brut prodotto da Metius a Mezzacorona di Trento non, seconde a nessuno e da fare invidia agli spumanti…”. Basta cosi. Mi fermo qui, perché queste cose mi mettono ansia, E, ripeto, il problema non sta negli uffici stampa napoletani, perché errori e approssimazioni possono sempre capitare e sono da mettere nel conto. Ma in chi, dopo anni di lavoro senza sosta, non è ancora riuscito a spiegare che un Trento è una cosa diversa da un Prosecco. E in chi, sempre nell’ambito della comunicazione istituzionale, non tiene sotto controllo la rete, per capire quali siano gli esiti delle proprie azioni di marketing ed eventualmente correggerne il tiro. E se questi sono i risultati, se in rete girano queste cose senza che nessuno si prenda la briga di chiedere almeno una rettifica, allora cari amici promozionisti è meglio che ve ne restiate a Trento. Senza muovervi. E a Napoli, magari, andateci solo per bervi ‘na tazzulell ‘e cafè, mentre vi godete lo spendido skyline sul Golfo. Ne guadagneremmo tutti. Napoletani compresi. Trento Doc compreso.
PS: Tenere sott’occhio quanto accade in rete è più semplice di quel che sembra. E’ più complicato da spiegare che da fare. Per questo Trentino Wine Blog si mette a disposizione per un breve ed efficace Workshop. Questa volta però, lo chiariamo subito a scanso di equivoci, la consulenza dovrà essere remunerata profumatamente. Perché quando ci siamo offerti di farlo gratis, nessuno ci ha filati. E tanto meno ci ha presi sul serio. Quindi, ora basta suggerimenti a buon mercato: d’ora in poi vogliamo i dindi, il dinero, la pecunia, l’argent.
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È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Forse.. non si riferiscono al settore vinicolo..
però : A Napoli dicono "a pucchiacca 'n mano a creature" ..
Anche Vastano/Giancarlo Funari nelle sue gag
diceva : " arbanese.. portame 'no sciampagnino..!
.. prosecchino, trentino, pedrocchino, bianchino della Casa..
A quando il Prosecco Trentino in Brasile.. durante il Carnival…?
REI MOMO è di Rovereto…?
C'est l'argent qui fait la guerre..
.. a la guerre comme a la guerre..
Bravo Cosimo..!
( Carlà not included..)
A riprova, come ben sappiamo, che la rete è inesorabile ed è capace di una potenza virale di diffusione delle notizie, bufale comprese, mi segnalano che il famoso Prosecco Docg di Trento, compare anche qui…. http://www.eventiesagre.it/Eventi_Vari/21075088_T…
…. lo spettacolo continua!
cpr
Ho ben presente la situazione descritta nell'articolo in quanto, occupandomi di vino sia in Italia che all'estero, sono spesso a contatto con questi "strafalcioni". Debbo per altro sottolineare che (ferma restando la responsabilità dei comunicatori trentini) a Napoli, sempre, si agixìsche con una leggerezza inqualificabile.
Il peggio è che, spesso, nei nostri bar di Trento il Trento DOC e il Prosecco vengono assimilati ad un'unica categoria di prodotto. Anzi "beviamo un Prosecchino?" è diventato, per antonomasia, beviamo delle bollicine (indipendentemente che siano Trento Doc, Franciacorta o Prosecco).
Mi permetto di dire, che in tema di vino, e di molto altro, a Napoli – per quanto può valere la mia esperienza – non ho mai incontrato quella che tu chiami "leggerezza inqualificabile". Anzi, a me è capitato di incontrare professionalità e competenze ben superiori alla media trentina. Questo per correttezza che mi sento di esprimere nei confronti degli amici napoletani.
Ho pienamente compreso , devo dire anche sorridendo, lo spirito dell' articolo, essendo tra l' altro, una " comunicatrice" sottopagata del sud dell' Italia. E rafforzo: a Napoli, na tazzulella e cafè è impagabile! Che lo skyline sia quello del Golfo o lo splendido panorama di Mergellina…o tutta la città, vista dall' alto, dalla Rocca di San Martino…o il caos multietnico e colorato di Piazza Garibaldi, dove si può bere , in un locale, uno dei caffè migliori di Napoli…Io direi che un TRENTO è meglio gustarselo in Trentino, tra l' aria frizzante delle montagne…La comunicazione DEVE avere un ' etica…Un saluto a Cosimo, sempre brillante con le sue narrazioni!
Che bello quello che scrivi Mapi, Come sempre del resto. La comunicazione deve avere un'etica. Anche se è sempre un terreno sdrucciolevole, quello dell'etica. Per questo io preferisco parlare di grammatica della comunicazione. E penso ad una grammatica in cui la comunicazione, sia essa giornalistica o promozionistica, sia in primo luogo rappresentazione verosimile del reale. Non capovolgimento artificioso. Mah…
Ps: Mi permetto di dire, tuttavia, che un Trento, allo stesso modo di un Prosecco, si possono bere felicemente anche a Napoli. Le contaminazioni, le stratificazioni di civiltà (anche del bere) aiutano…
Come sempre un poetico abbraccio Mapi.
Concordo anche sulla "grammatica" della comunicazione…così come la intendi…e sono certa che un vino trentino, pugliese, veneto, eccetera eccetera…possano bersi dovunque…e riportate al palato sapori e profumi inediti…"contaminazioni" tra terre lontane che si mescolano tra loro, creando meravigliose alchimie enogatronomiche. L' artificioso…va sempre evitato…in ogni campo della nostra vita…Un poetico abbraccio anche a te dalla mia Puglia…
però che bravi questi "comunicatori" del Trento Doc! Sono miracolosamente riusciti a far avere al Trentino e al Trento una Docg che non c'é e a far diventare il Trentino terra produttrice di Prosecco (beh, magari qualcuno ci pensa, visto che tanto il Prosecco Doc si può già produrre in Veneto e Friuli Venezia Giulia, e magari si vorrebbe l'estensione a Trento e dintorni).
E visto che siamo a Napoli si meritano come minimo tre babà per il loro fantastico lavoro!
Fra il serio ed il faceto (più il secondo che il primo) potrebbe dirsi che abbiamo finalmente trovato il nome comune dello spumante, altro che "talento" o "metodo classico": è "prosecco". Per cui ci abitueremo al prosecco di Trento, e al prosecco della Franciacorta e al prosecco anche della Champagne. E noi che non c'eravamo arrivati: ma sono i Napoletani i maestri dell'arte di arrangiarsi ed è giusto che per primi ci siano arrivati loro.
Saluto PO