Qualche volta ce ne andiamo a spasso sul web, cercando notizie trentine.
Abbiamo beccato questa su Libero Viaggi e ci siamo rimasti male. Possibile che nessuno sappia che anche in Trentino ci sono le Strade del Vino, fatte con fatica e lunghe discussioni, tanto da avere il cartellone-bis, con i nomi dei produttori della zona (che poi, magari, non trovi perché non mettono il loro segnale) ?
da Libero Viaggi (28/2/2011) – Segreti del vino che arrivano direttamente dalle recensioni di viaggio, con buona pace di intenditori ed enocultori che si arrenderanno al gusto dei turisti piuttosto che alla regole base della degustazione da sommelier. Niente analisi olfattive e gustative quindi ma una passione data da un mix di luoghi e sapori tra le strade del vino in Italia. Proviene infatti da Tripadvisor, il sito di recensioni di viaggio più grande del mondo, la top ten delle strade del vino che un amante dei vitigni italiani non dovrebbe di certo perdere.
Ad aprire la classifica è il Piemonte con Asti, capitale del Barbera, considerata la “città dello spumante”: un luogo grazioso tanto da visitare quanto da degustare di cantina in cantina. Procedendo per Cuneo, patria del Barolo domina qui il panorama il castello della Marchesa Faletti: tappa obbligata per gli estimatori desiderosi di ammirare la terra di origine di questo orgoglio italiano.
Attraversando l’Emilia Romagna, sarà invece il Castelvetro a vantare fama indiscussa per il suo Lambrusco Grasparossa. Proseguendo per lo stivale è la volta di Spoleto con il Sagrantino di Montefalco là dove, a maggio, potrete abbondare di degustazioni con il Festival “Vini nel Mondo”: un “di-vino” divertimento tra le piazze della città fino a notte inoltrata.
La Toscana nella classifica dei viaggiatori emerge in maniera indiscussa come la più amata. A partire dai colli senesi con il Montepulciano e l’affascinante borgo che ivi si erge fino al più rinomato Brunello di Montalcino che, sin dal 1300, è il fiore all’occhiello dell’ eccellenza enologica italiana. Stessa fama per la Vernaccia di San Gimignano, conosciuta sin dal 1276 come testimoniano i versi danteschi dedicati a questo pregiato infuso: “Dal Torso fu, e purga per digiuno l’anguille di Bolsena e la Vernaccia ”. Tra Firenze e Siena spicca poi il vino più venduto d’Italia, il Chianti, meritevole di fama per qualità più che per quantità.
I viaggiatori nazionali scendono poi direttamente in Sicilia, ove risalta il Marsala nella zona di Trapani vino che sta rivivendo una seconda ondata di fama nell’enologia internazionale. Last but not least è stato classificato il Nero D’Avola, espressione di una vite autoctona , che ai palati più raffinati regala spessore, struttura ed una elevata morbidezza.
Si dice che la vita sia troppo breve per bere un vino mediocre, ma con un viaggio dedicato certamente ne esalteremo anche il ricordo!
Laura Petringa – Nexta
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Vuoi mettere, la notorietà internazionale di Castelvetro e la grande fortuna commerciale del Lambrusco Grasparossa contro quelle del Teroldego? Perfino una bazzecola come i 13 milioni di bottiglie di Amarone della Valpolicella spariscono… Per non parlare dell'insignificanza del distretto enoturistco di Conegliano Valdobbiadene, dove fanno quello spumantino per pochi intenditori, com'è che si chiama? Pro-qualcosa…
😀
A parte le celie, è da suicidi affrontare un argomento lunghissimo come quello delle Strade del Vino italiane citandone solo qualcuna a caso, senza nemmeno documentarsi sul loro traffico oggettivo. Cmq, state allegri: anche i cuginetti altoatesini hanno le loro brave strade non-menzionate…certo che, se questo pezzo si basa sulle segnalazioni degli utenti, significa che qualcosa non va: nel percepito comune, ci sono intere regioni "dimenticabili", o quantomeno inesistenti…
Vuoi mettere, la notorietà internazionale di Castelvetro e la grande fortuna commerciale del Lambrusco Grasparossa contro quelle del Teroldego? Perfino una bazzecola come i 13 milioni di bottiglie di Amarone della Valpolicella spariscono… Per non parlare dell'insignificanza del distretto enoturistco di Conegliano Valdobbiadene, dove fanno quello spumantino per pochi intenditori, com'è che si chiama? Pro-qualcosa…
😀
A parte le celie, è da suicidi affrontare un argomento lunghissimo come quello delle Strade del Vino italiane citandone solo qualcuna a caso, senza nemmeno documentarsi sul loro traffico oggettivo. Cmq, state allegri: anche i cuginetti altoatesini hanno le loro brave strade non-menzionate…certo che, se questo pezzo si basa sulle segnalazioni degli utenti, significa che qualcosa non va: nel percepito comune, ci sono intere regioni "dimenticabili", o quantomeno inesistenti…