Nei giorni scorsi dall’archivio privato dei Cosimi sono riemerse miracolosamente due vecchie cassette VHS. Si tratta di due cortometraggi girati fra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio del decennio successivo e prodotti dal Comitato Vitivinicolo Trentino. Il primo, quello che pubblichiamo oggi, si intitola “Uva sulla Montagna”, l’altro “Strade del Vino”. Ci sono sembrate una testimonianza preziosa, che racconta insieme il Trentino di allora, il vino trentino e l’estetica comunicativa, a metà fra l’epica e la poesia pur senza mai eccedere in inutili fronzoli promozionali, a cui in quegli anni le istituzioni del vino trentino avevano scelto di affidarsi. Per questo abbiamo deciso di convertire le vecchie VHS in formato spendibile in rete e di mettele a disposizioni di tutti. Sperando, con questa operazione, di non ledere i diritti legali di alcuno. Qualora questo materiale fosse ancora sottoposto a copyright, preghiamo i proprietari di comunicarcelo tempesivamente.
Il cortometraggio “Uva sulla montagna” nasce da un’idea del Comitato Vitivinicolo della Provincia di Trento da quel vulcano d’idee che è stato Ferdinando Tonon, oggi 94enne. Con la consulenza del Presidente di allora, dott. Franco Endrici e con il commento parlato del prof. Silvio Ducati, il regista d’eccezione dott. Giuseppe Sebesta (l’ideatore del Museo degli Usi e Costumi di San Michele a/A), questo video riesce a trasmettere sensazioni ormai dimenticate. Certo il tutto risente dell’epoca nella quale è stato pensato e girato, ossia sul finire degli anni ‘50 inizio anni ‘60 del secolo scorso, ma ciò che conta è la finalità dell’impresa, ossia quella di comunicare a potenziali consumatori l’abc della filiera vitivinicola. Il progetto, infatti, è stato seguito da un altro filmato, sempre a colori, intitolato “La strada del Vino” che metteremo in visione prossimamente. Giova ricordare che le pizze del film originale, compresa l’edizione tedesca, furono ritrovate dopo anni in pessimo stato ed è stato grazie alla premura dell’allora Gran Maestro della Confraternita della Vite e del Vino di Trento, dott. Gino Valentini, che tramite il Filmfestival della Montagna, si ottenne un completo e gratuito riedizione dall’Istituto italiano del restauro dei film di Milano.
Accompagnati dalle musiche di Paride Miglioli, le scene inquadrate da Sebesta portano all’espressione delle principali attività dell’uomo coltivatore della vite, dalla potatura invernale alla preparazione degli innesti per un nuovo impianto, dalla legatura dei tralci con donne armate di strope e roncoletta, alla vendemmia passando per la fioritura, il germogliamento, la lotta antiparassitaria, la sfogliatura fino alla distensione dei grappoli, in un connubio serenamente perfetto fra uomo (e donna) con la natura.
Erano così i nostri padri e i nostri nonni: impegnati e sereni nonostante le difficoltà che certo non mancavano nemmeno allora.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Le viti si ammalavano anche in quegli anni! Ma che centra con il filmato?
Sbaglio o al minuto 9.09 vediamo una bella collezione di magagne della vite tra cui oidio, marciume e uva mal matura ? :-)))
Comunque anche in questo caso il tempo nobilita. Bella la fotografia e tenera la colonna sonora.