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Moscato Bianco Giallo e Moscato Rosa, vini offerti in ogni ristorante di livello. Anni fa, però.

Avevo un bel spiegare che il bianco giallo non era dolce e quello rosa sì; in realtà sia l’uno che l’altro non possedevano caratteristiche tali da fare impazzire.

Sono entrati nella gamma prodotti delle aziende agricole, e non, come “novità”, presentati anche al Vinitaly. Lentamente sono stati dimenticati, cancellati dalle proposte autoctone. Quasi quanto il Veltliner e la Schiava Gentile.

E’ un peccato questo rapido innamoramento per vitigni tutti nostri, come pure il regresso sul mercato del “Nosiola”, altro autoctono riposto nel cassetto.

Se il Teroldego la fa da maestro (anche se non so dove ha successo, perchè le notizie ufficiali sono senza chiari raffronti in curva gaussiana per vinificazione, venduto, stoccaggio in cantina, ecc. per un biennio minimo) dovremmo pensare a rivitalizzare vitigni di qualche soddisfazione, la cui vinificazione doveva migliorare nel tempo e la cui promozione e comunicazione sarebbe in fondo più semplice.

Visto che oggi la pubblicità trentina viene giocata online sui numeri, si potrebbe immaginare: “Rosso aristocratico del Trentino? Assolutamente Teroldego!” – “Bianco aristocratico del Trentino? Assolutamente Nosiola !” – “per vini Doc di razza gioca sul TRE – — TRENTINO DOC

Chi ha degustato di recente o possiede in gamma Moscato Bianco Giallo e Moscato Rosa ce lo dica e, se produttore, informi elegantemente sull’ andamento commerciale (Alto – Medio – Basso – Inesistente), la sua decisione di mantenere o cambiare queste vigne e questi prodotti.

Un mistero da svelare!? Non penso, è un tema di stringente attualità da approfondire serenamente insieme. Qui.