Come andare a Roma e farsi del male. Da soli. Potrebbe essere questa la didascalia da allegare all’articolo apparso qualche giorno fa su Enopress.it, accreditata agenzia stampa di settore, che al debutto romano del nuovo establishment internazionalizzato della cooperativona commissariata La-Vis, ha riservato un articolo al vetriolo. Vi invitiamo a leggerlo: sono cose che questo blog, in tempi non sospetti anzi sosptettabilissimi, aveva previsto e immaginato potessero accadere (qui, qui).
– Enopress.it: LA-VIS: IMPERO DI QUALITA’ ???
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Spiace leggere articoli come questo di Enopress.
Ho avuto la possibilità di assaggiare buona parte dei nuovi vini di La-Vis qualche settimana fa, ad un panel di assaggio per una guida di settore.
Tutto si può dire, tranne che sono fatti male, anzi. Nelle varie tipologie, molti di questi vini sono stati valutati molto bene, tanto da ricevere i migliori punteggi, spesso con grande sorpresa.
Il problema non è la qualità del vino ma le modalità con cui questa cooperativa si sta riproponendo all'esterno, con modalità e tecniche che noi consideriamo discutibili….. la qualità poi è altra cosa..e se ne può anche discutere… il discorso era, è, politico
cpr
Il vino LaVis lo assaggio e lo bevo da una vita e nessuno può dire che non sia buono…. ma questa frase racchiude in se un grosso problema il vino buono lo fanno in tanti, in troppi forse, il vino eccelso in pochi.
Non ci sono più bottiglie in giro che una volta aperte ti buttano per terra ma le nuove linee riproposte da LaVis sono riserve (per lo spumante Cembra e LaVis di LaVis) fatte per Cesarini Sforza 2 anni fa i vini nuovi così tanto esaltati non hanno avuto quello studio in campagna che è fondamentale per i vini eccelsi, sono partite incantinate 1-2 anni fa con altri obiettivi e con le tecniche agronomiche che la LaVis utilizza da più di 10 anni con merito e impegno ma nulla di nuovo… rigenerate e utilizzate ad arte per sponsorizzare un progetto che è prima nelle idee (di marketing) che nella pratica…."prima facciamo le etichette poi facciamo la pubblicità, per il Durer è successo addiritura il contrario, e poi ci proeccupiamo di fare il prodotto di un certo tipo."
Pessimo gli autoctoni sono gli ex masi con la perdita di alcune zone vocatissime come Roncador – Rosabel ecc.
Ma mi sa che sti esperti di mercato e di mondo sono un pò ciechi nella loro visione complessiva: un progetto una volta sxxxxxxxxx (scusatemi il termine) non è più vendibile e i zanoercoliani stanno facendo proprio questo.
Infatti dove c'e' politica c'e' del mxxxxx