Dopo Cesare Battisti che illustrò la nostra terra e la Piana Rotaliana, noi trentini nella storia d’Italia ci siamo sempre. Anche se non lo vogliamo, non lo pensiamo e troppo spesso lo dimentichiamo.
Cosa c’entra con vino e dintorni? Cosa c’entra con Borsellino, trucidato giusto vent’anni fa?
Parlo di gente che era da noi, veniva o lavorava per noi, tanto seriamente da rimetterci la vita.
Se Borsellino è vittima del luglio, anche noi abbiamo i nostri meriti frontalieri estivi e autunnali, sempre con sangue innocente.
Cito e riporto :
Agosto 1974, Italicus Roma-Brennero: i morti sono 12 e i feriti circa 50, una strage spaventosa è stata evitata per questione di secondi; se la bomba fosse esplosa nella galleria che porta a San Benedetto Val di Sambro i morti sarebbero stati centinaia. Su tutta la zona aleggia l’odore dolciastro e nauseabondo della morte.
Quasi un decennio prima, 30 settembre 1967: l’esplosione di un ordigno collocato all’interno di una valigetta su un convoglio fermo nella stazione di Trento investe, dilaniandoli, il brigadiere Filippo Foti e la guardia scelta Edoardo Martini che stavano portando la valigetta lontano dai passeggeri che affollavano il treno e lo scalo ferroviario. Il fatto venne attribuito al terrorismo sudtirolese che aveva in quel periodo compiuto numerosi attentati sia contro caserme, centrali elettriche e tralicci che contro persone – tra cui militari e appartenenti alle forze dell’ordine – spesso cagionandone la morte o il ferimento.
Foti e Martini oggi sono una piccola targa, alla stazione di Trento, rispetto al busto di Luigi Negrelli, ingegnere esimio, che nel taglio del Canale di Suez venne superato da quel francese di De Lesseps!
Samo noi, gente di frontiera, cambiata, nullificata, a caccia di pil che non abbiamo mai avuto e forse non avremo mai. Cari politici pensateci bene dato che siete la nostra espressione.
Prosit e Amen ai caduti d’Italia, dal Brunello al Chianti, dal Negroamaro al TRENTO, dal Prosecco al Turà!
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Prosit per gli Uomini…
Aceto per le "maschere"…