Lo ho assaggiato per la prima volta, anzi diciamo pure bevuto – visto che alla fine ne sono sparite almeno un paio di bottiglie -, ieri sera. Sarà stato l’incanto del luogo, una bella terrazza gourmet che domina dall’alto il lago di Garda settentrionale, sarà stato che il vino merita davvero, saranno stati gli abbinamenti perfetti con i piatti che passavano in tavola, sarà stato non so cosa, ma alla fine mi son detto: questo è il mio Satèn preferito. La bottiglia che mi ha sedotto si chiama Satèn Solive ed è prodotta in Franciacorta, fra Erbusco, Nigoline di Corte Franca e Torbiato di Adro dall’omonima maison che si divide fra cantina, agriturismo e azienda agricola. Ma c’è anche qualcosa di trentino, in questo metodo classico franciacortino. A metterci le mani, e il naso, infatti, c’è un bravo enologo lagarino: Massimo Azzolini. Lunga esperienza in Franciacorta, in Piemonte e in Trentino. Ma, questo, lo ho saputo dopo. Dopo le due bottiglie di ieri sera. Quindi non non è stato un attacco di sciovinismo vinicolo a condizionario. Lo escludo.
Dunque, dico subito che ero con amici, che di vino ne capiscono, ne bevono e ne producono. A loro il Solive non è piaciuto. Infatti, dopo un primo assaggio, hanno virato subito su uno, anzi due, anzi tre, Trento (Doc). Il loro commento è stato: troppa concia, troppa liqueur. O forse, dico io, troppa abitudine, la loro – dei miei sodali – ai registri severi del Pas Dosé e ai nervosismi classici del Trento. Quindi loro hanno virato brutalmente, io, invece, ho continuato senza alcun ripensamento sulla linea di questo Satèn 100% Chardonnay, vendemmia 2007 e sboccatura 2011.
Vediamo se riesco oggi riesco a mettere insieme in modo coerente le sensazioni che ho provato bevendolo. Alla vista si presenta di un bel giallo brillante con bollicine molto fini e ordinate. Il naso risponde bene: molto rotondeggiante ed equilibrato si dispiega su uno sottofondo mieloso con ben evidenti accenti agrumati e riflessi esotici. In bocca l’eleganza e le sensazioni del naso sono confermate da una buona freschezza avvolta dalla giusta e dosata cremosita, che secondo me un Satèn dovrebbe avere per non scadere nella piacioneria.
Insomma mi è piaciuto e lo consiglio!
– Solive
– Acetaia del Balsamico Trentino
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
ciao Fabiano, mi hai convinta
il suo.. è un saggio invito caro Conte..!
@Il Conte: Liberi inviti per Curiosa…darsi da fare plis che è una brava ragazza… la Curiosa!
Hey Cosimo, come è questa storia che vai in giro a ristoranti sul lago e non mi inviti mai? Ma ti sei fidanzato?