Sarò brevissimo: le scatole cinesi sono come le Matrioske russe e gli “ovi” di legno (dal più grande al più piccino, uno dentro l’altro) che ci servivano per rammendare le calze, quando sapevamo di essere poveri. Ma mai di spirito.
Per lo spirito (alcool) Gay-Lussac ha regalato a distillatori e farmacisti la regola della diluizione per una esatta gradazione alcolica.
Ma qui lo ricordo per una strofetta universitaria, conosciuta penso da tutti noi: “Per la legge di Gay Lussac…fa chic-chac”.
Ed ecco che mentre andiamo a Venezia con i nostri Orsi Bruni e ci arrabattiamo in programmi superati dai tempi e dai mesi, magicamente messi in bilancio e quindi pagati – in pieno spirito di spending review -, ci inventiamo altre fusioni, altre innovative scatole cinesi, altre brutte espressioni come: “consiglio d’amministrazione si è riunito per dare subito operatività alle indicazioni provinciali”. Leggere per credere la cronaca apparsa oggi sull’edizione on line del quotidiano Trentino Corriere Alpi: qui.
Lo so che questo poco importa a chi apprezza ancora i nostri vini, le vigne, la terra e quello che cerchiamo di fare ma, in tempo di politica trentina “errante” e “innovativa” – parola che si ripete quasi alla nausea! -, ecco la nuova trovata al fulmicotone estivo.
Non si annunciano risparmi, non si ottimizzano risorse, si fa il giochetto delle scatole cinesi, per ”sperare fortemente, sperare e credere”: roba ormai ammuffita da quel dì!
Obiettivi, risorse, gestione, programmi, operatività tutte una dentro l’altra, secondo la legge di Gay Lussac di universitaria memoria e dentro le scatole cinesi, appunto.
C’è da domandarsi perché cittadine venete confinanti abbiano chiesto di far parte del Trentino.
Non so se per vocazione etnica o per polemica, sta di fatto che per i vantaggi di cui ancora disponiamo e disperdiamo, il Trentino è forse ancora un elemento da desiderare.
So che tutto questo non riguarda enologia-territorio-turismo-economia, perchè per l’ennesima volta si vogliono salvare capra e cavoli con un “cambiamento innovativo” di sottilissimo spessore.
Ma non trasparente, certo.
Chiamiamo quindi Marchionne, i 4 Agnelli sopravvissuti per produrre le ultime bottiglie trentine veramente Doc alla Chrysler, in USA; chiamiamo ad illuminarci chi ha definito il povero Dellai – preso in questo gorgo economico e politico – precursore e innovatore.
Meditiamo gente, meditiamo!
La guerra continua? – No, è solo ricominciata.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.