*”…E’una battaglia culturale, antropologica che deve riportare al centro l’uomo decisore, non mezzadro. Temo davvero, con profonda tristezza, di dover accettare una sconfitta.
Molte volte in passato leggevo i miei errori con gli occhi dei giovani: le sconfitte rafforzano la tenacia e proiettano verso il futuro idealizzato con maggior forza.
Oggi, misurate le forze in campo, vorrei arrendermi alle evidenze chiedendo, prima di tutto a me stesso, una accoglienza clemente della resa.
Vorrei, nel mio piccolo mondo, continuare con gli autoctoni a parlare degli uomini che mi hanno ispirato, ben comprendendo che vivono solo nella mia memoria e che oggi non sono più.
Non sono in ritardo, non ho perso il treno: sono sotto la pensilina di una vecchia stazione dove i treni non passano più”.
* Questo è il testo di una email arrivata poco fa, a commento del mio post di oggi pomeriggio. La confessione poetica di un contadino di Isera, un coltivatore di Marzemino.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Leggo da alcuni mesi questo blog e mi complimento con Cosimo. Il commento di Claudio merita un intervento, mi trova in perfetta sintonia. Specie con quanto scrive in fondo. Non lasciamo passare treni senza salirci, non possiamo permettercelo, per noi stessi, ma soprattutto per i nostri figli. Guai mollare! Ogni gesto è Politica! L'importante e esserne consapevoli.
E'vero che i treni continuano a passare, ma sempre più soventemente sono treni su cui non si può salire: pena rinunciare a qualsiasi idea indipendente e autonoma.
Triste, come dice il buon GMU, ma sicuramente bella questa confessione poetica, soprattutto se scritta da un contadino di Isera. Da rispettare.
Devo dire però che mi preoccupano molto di più altre notizie. Due esempi:
1) L’abile sondaggista Renato Mannheimer (Ispo Ricerche) ha recentemente pubblicato i risultati di una ricerca che tra le altre cose dice che il 52% degli italiani “appare possibilista” a futuri acquisti di prodotti Ogm. Il sondaggio è sponsorizzato da Futuragra, una associazione culturale che si batte per l’introduzione anche in Italia delle biotecnologie nell’agricoltura. http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territor…
2) nella classifica della Libertà di Stampa per Paese l’Italia naviga verso il 61° posto (a dire il vero dipende dall’organizzazione che valuta i vari Paesi, in qualche caso a noi più amichevole siamo ca. al 40° posto). http://www.corriere.it/politica/12_gennaio_25/rsf… , ebbene sulla scia del controverso caso Sallusti, il nostro beneamato Parlamento è fermamente intenzionato ad incastonare nelle nuova legge in materia di diffamazione (DDL n. 3491) alcuni emendamenti che se approvati ci faranno passare la voglia di dire liberamente quello che pensiamo.
Ecco, ritengo che i temi di grande scoramento per l'Uomo siano diversi da quelli del Marzemino. Vorrei anche aggiungere un’ultima cosa: per me non è vero che dalla stazione i treni non passano più. Passano in continuazione invece, ogni qual volta c’è una votazione, una elezione, un acquisto, una spesa, di qualsiasi natura c’è un treno che passa. Solo che gli italiani da oltre trent’anni preferiscono salire sugli ottovolanti o peggio, i dischi volanti, anziché i meno fantasiosi Regionali o litorine.
a proposito di treni.. questa lettera è piu' trista e melanconica del film " Lo scambista".. http://www.comingsoon.it/Film/Scheda/Trama/?key=5…