Vascobollicine

di Cosismo Piovasco di Rondò e Franco Ziliani – “Io la Coca- Cola me la porto a scuola, coca-cola si, coca-cola, coca-casa e chiesa, con tutte quelle bollicine, con tutte quelle bollicine…”. Queste, sono le bollicine italiane; anzi, le bollicine mondiali. Quelle cantate dalla voce roca e maledetta del cantautore di Zocca.
Sono le Bollicine cocacolose che fecero vincere al Blasco l’edizione 1983 del Festival Bar. Quest’anno (2012) la rivista Rolling Stones ha messo al primo posto nella sua classifica dei cento album italiani di sempre, proprio il disco, medesimo titolo, che contiene questo brano. E questo vorrà pur dire qualcosa. O no?
Ancora oggi – proprio in questo momento – digitando il tag “bollicine” in mister google, il primo (!) risultato riporta alla canzonetta con cui di sicuro almeno una volta nella vita, almeno una notte nella vita, tutti quanti ci siamo sballati.
D’accordo che quello di Trento è un Metodo Classico da sballo, forse. Ma affiancarlo all’idea dello VascoRossisballamento blaschiano, mi pare avventuroso. E comunque, anche la maggior parte degli altri risultati della prima pagina di ricerca rimandano sempre alla stessa canzonetta.
E allora come la mettiamo? Chiediamo al Blasco di fare da testimonial al TRENTODOC e magari, già che ci siamo, anche a tutte le bollicine del mondo, Champagne e Prosecco compresi?
Oddio, potrebbe essere un’idea; anche un’idea di payoff, visto che a Trento, ho sentito dire, ne stanno disperatamente cercando uno che funzioni per davvero: TRENTODOC SI’, TRENTODOC-SCUOLA-CASA E CHIESA, con tutte quelle bollicine, con tutte quelle bollicine… .

Devo ringraziarti Cosimo, perché con la brillante parte introduttiva di questo nostro post a quattro mani e due bicchieri, mi hai consentito di risolvere un piccolo mistero che mi affliggeva e di fare, insieme a te, un piccolo scoop.
Che non si dica troppo ad alta voce, e che la notizia, tanto sono in quattro gatti a leggere i nostri due blog, resti confinata a Ravina e dintorni. I Lunelli, sì, proprio quelli, i giovani grandi capi della celebre maison Ferrari, quella con la parola “spumante” che si legge ancora a caratteri cubitali sulla facciata della cantina quando le si sfreccia davanti in autostrada, sono dei rockettari.
Di più, sono tutti, da Mauro a Marcello da Camilla a Matteo, il più scatenato di (si sussurra sia addirittura un insospettabile metallaro in giacca e cravatta) degli sfegatati fan di Vasco Rossi, pardon, Blasco come lo chiami tu.

Marcello_Camilla_Matteo_e_Alessandro_Lunelli
E’ l’unica spiegazione possibile, del resto, oltre al fatto che i Lunelli sono anche proprietari dell’acqua minerale Surgiva, per capire come mai in casa Ferrari, tutte le volte che fanno un comunicato stampa e che devono parlare delle tante cose che fanno, si dimenticano, per puro caso ovviamente, di ricordare al colto e all’inclita che quei vini “spumeggianti” che producono alla periferia di Trento a Ravina, sono dei Trento Doc.
Ovvero quella denominazione e quel marchio (scritto TrentoDoc tutto attaccato) di cui loro sono gli indiscussi “azionisti di maggioranza”. Loro, teorici dello “sballamento blaschiano”, come lo definisci immaginificamente tu, o li chiamano “spumanti”, oppure, e lo fanno sicuramente pensando a Vasco, li definiscono solo “bollicine”.
Ultimo caso della serie, il comunicato di qualche giorno fa che annuncia all’universo mondo che “Alfio Ghezzi, chef della Locanda Margon di Trento (il ristorante delle Cantine Ferrari immerso nei vigneti alle porte di Trento) e vincitore della Selezione Italiana, sarà il portabandiera della cucina del nostro paese alla finale internazionale della 14° edizione del Bocuse d’Or, che si svolgerà a Lione il 29 e 30 gennaio 2013”.
Un comunicato che riferisce che “le Cantine Ferrari sono, insieme all’acqua Surgiva e a Promozione del Territorio, fra i sostenitori della squadra italiana presieduta da Giancarlo Perbellini, chef dell’omonimo ristorante ad Isola Rizza in provincia di Verona”.
MatteoLunelliE qui quel rockettaro perso, altro che bocconiano!, di Matteo Lunelli, presidente delle Cantine Ferrari e dell’acqua Surgiva, non ce l’ha fatta più e ha gettato la maschera, facendo il suo bel “outing rock”, dichiarando che “la fiducia riposta in Alfio Ghezzi quando lo ho chiamato a dirigere il nostro ristorante è stata pienamente ripagata.
Con il suo talento, Alfio è riuscito a fare della Locanda Margon un luogo di eccellenza in cui le bollicine Ferrari accompagnano in modo innovativo una cucina raffinata, che valorizza i sapori e le tradizioni del nostro Trentino. Siamo fieri che spetti a lui rappresentare il nostro paese al Bocuse d’Or!”.
Dai Cosimo, vuoi mettere com’è più trendy, più giovane, più vigoroso e rock, chiamare i propri “spumanti”, pardon, metodo classico, insomma quella cosa che solo i parrucconi si ostinano ancora a chiamare Trento Doc, semplicemente “bollicine”?
Suvvia, lasciati conquistare anche tu, come suggeriscono i Lunelli di Trento, dalla modernità del messaggio, da quel mettere al centro della comunicazione “tutte quelle bollicine, con tutte quelle bollicine”!  

Eno-divagazioni a quattro mani di Cosimo Piovasco di Rondò & Franco Ziliani

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