“Macché Aquila Reale e Aquila Reale, questa roba qui più che un’aquila è un João de Barro”. Dunque, per chi non mastica il portoghese e i modi di dire brasiliani, spiego cosa sia un João de Barro. Dicesi, affettuosamente João de Barro, un uccellino molto diffuso in Brasile, che si costruisce il nido con il fango (barro, appunto); un simpatico volatile che corrisponde più o meno al nostro passero. Insomma un uccelletto piuttosto comune, che, come si capisce, non ha niente a che fare con l’eleganza e la possenza dell’aquila. Reale. Cosa c’entra l’ornitologia esotica con il metodo classico di casa nostra? C’entra, c’entra.
Ieri sera ero a cena in un bel ristorante con una bellissima femmina di origine brasiliana, che mi curo da parecchio tempo. Insomma quella di ieri sera poteva essere la serata giusta per la giusta conclusione di tutta questa fatica. Perché, insomma, Cosimo, non essendo propriamente quel che si dice un Richard Gere, la gnocca se le deve faticare. E sudare. Sembrava andare tutto bene, e già mi prefiguravo il degno epilogo – a casa gli incensi, le candele e la colonna sonora erano già pronti -, sino a che al tavolo non è arrivata la bottiglia che avevamo appena scelto insieme, io e la brasiliana: un Metodo Classico TRENTODOC-Talento, di Cesarini Sforza, etichetta giallastra, uguale, a parte il colore, a quella usata per gli Charmat. Certo direte voi, pure tu Cosimo sei un bel pirla: ti porti a cena una femmina e poi cadi sulla bottiglia. Anzi, a questo punto, sull’uccello. Il fatto è che a questa bella femmina, avevo appena finito di fare una testa così sull’Aquila Reale di Cesarini; e per la verità lei aveva letto il post entusiasta che scrissi qualche settimana fa e si era pure incuiriosita. Dunque, il Cesarini, ieri sera, è stata quasi una scelta d’obbligo. Non conoscevo quella la bottiglia, ma mi sono fidato del del triplice brand (Cesarini Sforza – Talento – TRENTODOC). E comunque, chiaro che, dopo un’esperienza mistica come quella provata con l’Aquila Reale, uno tende a fidarsi ad occhi chiusi. In ogni caso quella era la sola bottiglia disponibile in carta della celebre maison cooperativa. Bene, arriva la bottiglia. Il cameriere la stappa con tutte accortezze del caso e ne versa il giusto per l’assaggio di rito. Annuso e vengo preso dallo scoramento; ma mi rendo conto che non ci sono difetti evidenti. Per nulla convinto e per non passare per il solito rompi palle, annuisco: il cameriere versa e ripone la bottiglia in un elegante secchiello. Dove la bottiglia resterà immobile e intonsa per il resto della serata, che da quel momento in poi è andata letteralmente a rotoli. Annusiamo di nuovo insieme: lei dice “Sembra zucchero filato, un pentolone di zucchero filato”. La guardo e annuisco. E’ vero, all’inizio il naso si riempie esageratamente di quella sensazione di tostatura zuccherosa fino allo svenimento. Poi crolla tutto e non resta niente. La stessa sensazione si ripete in bocca: una roba gnucca e corta, senza spunti e senza identità. Un brodo. Ed è a quel punto che arriva la battuta sull’aquila sullo João de Barro. Come sia andata a finire, ve lo lascio immaginare. Nessuno dei due si è più azzardato a toccare il bicchiere. Ed entrambi ci siamo buttati sull’acqua minerale. Ma una serata che inizia con un brodo zuccheroso e finisce nell’acqua minerale, me lo insegnate voi, non può che finire male. E infatti è finita anche peggio: abbiamo litigato ancora prima di cominciare. In culo alle fantasie che mi ero fatto. E in culo pure a chi dico io. Certo, questo disastro erotico-sentimentale non sarà stato tutto da attribuire alla bottiglia sbagliata: io pure ci avrò messo del mio. Ma insomma, anche il Talento-TRENTODOC ha fatto la sua parte. Di sicuro.
PS: il prezzo al tavolo del brodo zuccherato, pardon di questo metodo classico, ammontava a euro 22.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
@Cosimo: la prossima volta concentrati di più sulla passera e lascia stare il vino di cui notoriamente non capisci una beata fava!
Di Trento Doc? 🙂 o di uno spumantino Charmat base Müller Thurgau?
Trento e stop. Senza aggiunte alcune..
Da non confondere con Trenton nel New Jersey…
Grazie Gianni della solidarnos, in ambiente soviet non guasta sai?
Tanti auguri di buon Natale a tutti.
Caro Tex ricambio.. davanti ad un camino.. un bicchierozzo.. che sia soviet o bergamo o new-york.. è indifferente..!
Caro Tex.. dai.. se la butti sul "lombardo" per Ziliani.. io – come sardo – non avrei diritto di commento..
Ci sono parecchie cose da mettere a punto in Trentino.. concentriamoci sulle cose importanti..
magari una scuola di formazione managerial-vinicola-politica, possibilmente senza Curia, non sarebbe male..
In ogni caso esorto Ziliani a proporsi come docente.. anche on-line.. anche con altri docenti extra provincia..
Tex dacci dentro..!!
Tex Willer non divaghi e la butti sul dribbling. Io non ho parlato di politica e non difendo certo quei farabutti che hanno rubato in Regione Lombardia (e altrove). Prendo atto che da voi, nell'immacolato Trentino tutto va bene madama la marchesa e nessuno si sogna di fregare schei pubblici. Al limite li spreca clamorosamente come nel caso del mega spumantificio che potrebbe sfornare l'intera produzione di metodo classico italiano e invece sforza due milioni e mezzo di bottiglie comprensive di quelle fatte per conto terzi e che era stato costruito e annunciato come la pietra miliare di partenza per la conquista della leadership degli champenoise italici.
A lei sta bene questo, a me, che non mi sogno nemmeno fossi ubriaco di "santificare" Rizzoli senior, invece no. E non mi stanco di scriverlo….
Mi stia bene e auguri!
Grazie mille e auguri anche a lei!
Ha detto bene ogni terra ha i santi che si merita, e comunque lo spumantificio anche se sovradimensionato e come dice lei costato una paccata di soldi pubblici c'è ancora.
Glielo assicuro.
Mentre le spese sciocche dei "suoi" consiglieri, anch'esse fatte di soldi nostri, sono svanite nel nulla. Purtroppo.
"coraggiosissimo" Tex Willer sa cosa mi ricorda la sua celebrazione dell'ex capo, pardon, direttore generale di Mezzacorona? Mi ricorda certi discorsi che si sentivano fare a Palermo e dintorni ai tempi di Totò Riina, "che sarà anche stato quello che é stato, ma dava lavoro e sicurezza ad un sacco di persone"…
Ovvio che l'ex direttore generale di Mezzacorona non é Riina e non é colpevole di alcuno dei reati che sono stati imputati all'ex capo di Cosa Nostra (meglio precisare, perché c'é sempre qualche fesso che capisce male…), ma é identica invece la forma mentis di chi, come fa lei, in nome di un buono tutto da dimostrare e con luci e ombre, dimentica gli errori e le promesse da marinaio di Rizzoli.
Errori che non é perché Mezzacorona é sorta dove prima c'era una fabbrica che emetteva sostanze cancerogene, possono essere passati in cavalleria.
Ultima cosa. Lei scrive: "se la cantina per ora non riesce a vendere 5 milioni di bottiglie di spumante". A parte l'uso della parola spumante invece del suo nome corretto, Trento Doc, il problema non é che quei 5 milioni di bottiglia non riesce a venderli, ma che non li produce proprio. Eppure quello spumantificio, sovradimensionato, é costato una paccata di soldi. Pubblici. Suoi e un po' anche miei. E questo mi fa girare… le scatole…
Se poi vuole "santificare" Rizzoli faccia pure, ogni terra in fondo ha i santi che si merita…
Due cose dott. Ziliani:
1) Non mi firmo perchè così sono più indipendente di lei, e poi francamente a lei come agli altri che io mi chiami Pinco Pallino immagino importi ben poco.
2) Io, ma come me tutti i trentini, a Rizzoli saremo grati in eterno per il solo fatto che dove prima sorgeva una fabbrica ( la Samatec ) che dal suo ciclo produttivo emetteva nell'aria sostanze cancerogene, Rizzoli dicevo, ha avuto la capacità di smantellare tutto e costruire al suo posto un bellissimo giardino con in mezzo una cantina. Quindi se la cantina per ora non riesce a vendere 5 milioni di bottiglie di spumante me-ne-frego, mi consola il fatto che così facendo Rizzoli ha evitato che milioni di persone si avvelenassero respirando aria cattiva, non solo: ha abbellito l'ambiente ed ha ridato a tutto il Trentino Alto Adige un ambiente incontaminato. Non c'è moneta che ripaghi di questo. 😉
devo avere la residenza in Trentino, signor "Tex Willer" (perché non si firma?) per criticare, da lombardo, l'operato di un direttore generale di una Cantina sociale trentina?
Ma mi faccia il piacere? Io non chiedo il permesso né a lei né a nessuno. Io sono un giornalista indipendente e non ho padrini o padroni da tenere buoni, chiaro?
la cosa importante é non averlo più all'opera in Trentino… Direi che il mondo del vino della terra del Concilio ha già conosciuto abbastanza la sua azione… Ma i cinque milioni di baionette, pardon, di bottiglie, tra quanti secoli li farà Rotari?
🙂
Ci mancava che un lombardo ci desse lezioni con tutto quello che dicono i giornali questi giorni proprio degli amministratori lombardi. Scriva prima ai suoi amministratori e poi venga a parlare a noi di "noi". Buon Natale se possibile.
Come al solito fatico a seguirla Usai, ma le faccio comunque tanti auguri. E segnalo a lei, come ai lettori di Trentino wine blog, questo post a commento del cambio della guardia alla testa di Mezzacorona, dove dopo soli 41 anni, il Grande Capo Fabio Rizzoli ha deciso di mollare la cadrega: http://www.lemillebolleblog.it/2012/12/24/cambio-…
Ricambio gli Auguri e concordo in pieno sul suo pezzo.. ahimè.. nostro malgrado.. Ennesima dimostrazione che i colossi se ne fottono alla grande della stampa indipendente.. ed amano invece i grandi flussi… la Turbo.Press.. Certo è che un guru del management come Kotler avrà parecchio da studiare ed eccepire sul Rizzoli Fabio… Non è male lo spunto di mandarlo a Roma al posto di Dellai.. potrebbe fare anche meglio… tra gli squali ed i cardinali..!
Cosimo prendi nota che basta buttarla sulla… "passera" e i commenti fioriscono… Mica come nel caso del nostro post a 4 mani sui Lunelli metallari e sul Trento… Rock…
Ma l'avranno letto o l'hanno rimosso… a prescindere? 🙂
ma anche no!
I Lunelli non tirano.. come notizia… provi con il suo ennesimo peana per Monti.. e poi confrontiamo il tutto con la passera.. Vediamo chi raccoglie piu' consensi, anche tra le signore, tra Lunelli boys, Goldman Monti e passera..( non il ministro..)
Questa storia è palesemente finta!! Se fosse una vera brasiliana ti avrebbe detto: "es un pentolao de sucherao filatao"
Ciao, buone feste PO
eccerto…mi avrebbe detto classicao meravigliao…. http://youtu.be/C28-TqV-K0Q
Água De Beber/Antonio Carlos Jobim
Cosimo, mi sa che siamo proprio sfortunati noi due con i Trento Doc di Cesarini Sforza. Prima io incappo in un Extra Brut che (eufemismo) non mi ha entusiasmato http://www.lemillebolleblog.it/2012/12/19/trento-…
ora tocca a te imbatterti in un altro Trento che… beh l'hai raccontato alla grande….
E dire che il nuovo management dell'azienda si cesarini sforza di fare bene, e qualche loro vino viene anche premiato come "bollicina" somma dell'anno….
Mah, visto il triste epilogo della tua serata causa Trento Doc allo zucchero filato io chiederei un risarcimento al dottor Rappo…
Decisamente sfortunati….io e te …eppure non si puo dire che non ci si Sforzi…. !
Ti sta bene Cosimo…. ! Lo vedi cosa succede ad andare a cena con le sconosciute…
scusa cara curiosa&sospettosa… ma ho l'impressione che un João de Barro ti sia andato di traverso….
Meglio una sconosciuta che un Cesarini falso…
Falso? Il problema é che era vero. E Cosimo pur cesarini sforzandosi non ce l'ha fatta… A berlo 🙂