terroir tropiciEra d’estate, tre anni fa. Attraversavo la Bassa Trevigiana, quando il Piave ormai quasi si butta nel mare di Venezia. Un caldo fottutissimo. Ricordo ancora il sibilo sanguinario di zanzare fameliche. Il sudore colava lungo la schiena a inzuppare una camicia oramai da buttare. Passavo fra campi vitati, di Glera credo: un’umidità da far paura. Un’ aria densa che mi ricordò le atmosfere asmatiche della Baia de Guaiba. Sulle vigne che circondavano un’abitazione, vidi appesa una carta moschicida ormai incatramata d’insetti intrappolati. Non ne avevo più vista una dai tempi della mia infanzia, che erano quelli del “Flit”. Fra i tralci, sagome lunari impegnate nei trattamenti. Certo, difficile non usare la chimica in posti come questi.

Ora non me ne vogliano gli amici trevigiani, ma ho ripensato a questo l’altro giorno, quando su Facebook ho letto alcune reazioni piccate a due righe che avevo scritto al volo, su una bottiglia di Colfondo, prodotta dalle parti dei tropici nordestini. Aprendola avevo sentito un odorino di frutta stramatura e poi di focaccina andata a male. In Facebook, si sa, si usano le iperboli adatte ad una scrittura rapida e sintetica. E io avevo sintetizzato quella sensazione con un’espressione poco scolastica, e forse irriverente: “topo morto”. E, naturalmente, apriti cielo.

Poi mi sono ricordato di quell’estate di tre anni fa. Delle zanzare, della carta moschicida, del Rio Guaiba. Di quel viaggio nel tropico d’Italia. E mi sono detto: questo è il terroir ragazzo mio. E se il vino lo consideriamo come figlio della relazione fra ambiente, uomo e paesaggio, allora ci sta, ci sta anche il topo morto. Senza offesa per alcuno. Nemmeno per sua Maestà il Colfondo e tanto meno per sua Eccellenza Glera. Il terroir è una cosa seria. E il vino ci aiuta a conoscerlo, ci porta per mano, ci educa al paesaggio e all’ambiente.

Questa sera aprirò un’altra di quelle bottiglie-topomorto: magari, pensando al concetto di terroir, immaginando questo vino come il mio compagno per un viaggio tropical tutto italico, quella bottiglia mi piacerà. Chissà.

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