Ci siamo lasciati una settimana fa, augurandoci di incontrare un giudice a Milano. La vicenda della foto proibita di Ziliani, poi, è andata come è andata. L’epilogo lo ha raccontato lo stesso giornalista su Vino al Vino. Nel frattempo, però, abbiamo scoperto che a Trento di sicuro un giudice c’è. Si chiama Carlo Ancona ed è il magistrato che nei giorni scorsi, dimostrando ancora una volta di saper tenere la schiena drittissima anche dinnanzi al gotha intoccabile – perché chi lo tocca di solito si brucia – del potere politico, ecclesiastico ed economico tridentino, ha archiviato la querela, che l’ex commissario di Lavis – ed ex segretario generale della Camera di Commercio – e ora, come premio, AD della medesima coop, Marco Zanoni, aveva scagliato contro la libera stampa del Trentino: vittima ne era stato Ettore Paris, maestro del giornalismo d’inchiesta e direttore di QT – Questo Trentino; e autore di una serie di inchieste esplosive sulle vicende sconsiderate che portarono la La-Vis sull’orlo del baratro. Paris, a cui va tutta la nostra riconoscenza e la nostra stima, è riuscito a scamparla, almeno sotto il profilo penale. E questa non solo è una notizia ma una bellissima notizia, che andrebbe festeggiata almeno con una Melchisedec di Aquila Reale.
Una bella notizia che fa ben sperare, mentre, tuttavia, le vicende della cooperativona lavisana non sembrano sbrogliarsi, anzi sembrano complicarsi sempre più, anche dal punto di vista della sostenibilità dei bilanci. Lo spiega benissimo sempre Ettore Paris, nella sua ultima inchiesta pubblicata sul numero di gennaio di QT. Due le osservazioni, secondo me, che, al di là degli esiti discutibili e poco incoraggianti del bilancio commissariale, meritano di essere sottolineate: l’effetto contaminazione prodotto da La-Vis sulla politica trentina, in particolare sul titolare dell’assessorato all’Agricoltura, e le perplessità attorno al ruolo, assente fin quasi all’indifferenza, della Federazione delle cooperative trentine. Tanto che viene da chiedersi quale sia la funzione politica del fortino blindato di via Segantini, se non quella di vigilare e di assicurare coerenza, almeno da un punto di vista generale, all’azione delle singole aziende cooperative? Domande che cadranno irrimediabilmente nel vuoto.
E sempre a proposito di La-Vis: nei giorni scorsi mi è caduto l’occhio sulla contro etichetta di una bottiglia di Chardonnay Simboli 2011 (fra l’altro un gran vino, ben oltre la media degli Chardonnay trentini). E sapete cosa ho scoperto? Ho scoperto che le bottiglie di La-Vis, almeno quelle della linea Simboli, sono sponsorizzate dalla Provincia di Trento. Oppure sono le bottiglie che sponsorizzano il sistema Trentino. Qualcuno magari ce lo spiegherà. Sta di fatto che in etichetta, caso unico mi pare, almeno nella mia esperienza, in alto a destra compare la mitica farfalla malossiniana e la scritta grafica “Trentino”.
Ora, a parte che l’idea potrebbe essere pure interessante, perché è un tentativo di legare, finalmente, vino e territorio in modo efficace, sarebbe bello capire quanto vale – economicamente – questa sponsorizzazione, se di sponsorizzazione si tratta. Ad ogni modo, al di la delle considerazioni sul valore economico del marchio, viene da chiedersi perché, se l’obiettivo è quello di promuovere il territorio attraverso il vino, la farfalla non compaia su tutte le Doc (e io direi anche Igt) prodotte dalle altre cooperative e dagli artigiani vignaioli del Trentino. Perchè? E perché, per esempio, l’uso di questo marchio non è stato proposto anche al nostro blog – o o a quello di Franco Ziliani -, visto l’efficiente (consultare mister google, please) lavoro di comunicazione che stiamo conducendo, gratuitamente, a favore del vino trentino. Restiamo in attesa di una risposta. Anzi di una proposta (economica)!
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È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
In un’azienda gestita in maniera seria e corretta la sentenza del giudice D’Ancona avrebbe conseguenze drastiche e qualche poltrona verrebbe sicuramente fatta saltare o perlomeno messi in atto dei provvedimenti di controllo e di redistribuzione dei poteri. Sono certo che così sarà anche alla La-Vis. Impressionanti appunto alcuni passaggi della sentenza (l’Adige 26.01.13) come quello dove ad esempio mette in guardia contro «l’abuso dei poteri dei dirigenti di grandi cooperative che perseguono strategie ad elevato rischio aziendale ma anche di sicuro interesse per il loro potere (perché ottengono per tale via una sostanziale insostituibilità nelle loro funzioni e nelle loro elevate retribuzioni) invece che l’interesse concreto dei soci produttori». Mi chiedo: può un manager tanto altolocato commettere un simile errore di valutazione quando sporge una querela valutandone i danni in ben €480.000 e poi ne porta a casa zero (0) rimediandone anche una brutta figura? Cos’è, si gioca a fare delle puntatine qua e là alla roulette con le fiches degli altri? E il mancato giudizio del responsabile della vigilanza sull’ultimo bilancio? Non è un altro campanello d’allarme soprattutto se si leggono e comprendono le motivazioni?
Alla luce di troppi fatti, incluso il caso MPS, adesso ci serve davvero una legge secondo la quale i disastri di un’azienda, se vengono sanati con soldi pubblici, consenta poi ai cittadini una class action di rivalsa in solido su tutti i soci di quell’azienda. Troppo comodo far finta di non capire.
In un’azienda gestita in maniera seria e corretta la sentenza del giudice D’Ancona avrebbe conseguenze drastiche e qualche poltrona verrebbe sicuramente fatta saltare o perlomeno messi in atto dei provvedimenti di controllo e di redistribuzione dei poteri. Sono certo che così sarà anche alla La-Vis. Impressionanti appunto alcuni passaggi della sentenza (l’Adige 26.01.13) come quello dove ad esempio mette in guardia contro «l’abuso dei poteri dei dirigenti di grandi cooperative che perseguono strategie ad elevato rischio aziendale ma anche di sicuro interesse per il loro potere (perché ottengono per tale via una sostanziale insostituibilità nelle loro funzioni e nelle loro elevate retribuzioni) invece che l’interesse concreto dei soci produttori». Mi chiedo: può un manager tanto altolocato commettere un simile errore di valutazione quando sporge una querela valutandone i danni in ben €480.000 e poi ne porta a casa zero (0) rimediandone anche una brutta figura? Cos’è, si gioca a fare delle puntatine qua e là alla roulette con le fiches degli altri? E il mancato giudizio del responsabile della vigilanza sull’ultimo bilancio? Non è un altro campanello d’allarme soprattutto se si leggono e comprendono le motivazioni?
Alla luce di troppi fatti, incluso il caso MPS, adesso ci serve davvero una legge secondo la quale i disastri di un’azienda, se vengono sanati con soldi pubblici, consenta poi ai cittadini una class action di rivalsa in solido su tutti i soci di quell’azienda. Troppo comodo far finta di non capire.
Parole Sante… Parole Sante … caro Claudio… e invece… eccoci qui… ancora qui a raccontare di questo Trentino servile e asservito… ed è una tristezza infinita…tutto questo..
Il servo di scena http://it.wikipedia.org/wiki/Il_servo_di_scena
Parole Sante… Parole Sante … caro Claudio… e invece… eccoci qui… ancora qui a raccontare di questo Trentino servile e asservito… ed è una tristezza infinita…tutto questo..
Il servo di scena http://it.wikipedia.org/wiki/Il_servo_di_scena
Caro amico , in gergo tecnico si dice ” fare i froci col culo degli altri ” . Ma visto che agli altri ( che sarebbero i soci , o padroni del culo che dir si voglia ) la cosa va bene, lasciamoli pure fare , prima o poi si sveglieranno …. Credo che anche gli stessi dirigenti della Lavis non credano ai loro occhi … Quando vedono che nonostante le ripetute figuracce la base sociale li acclama , li conferma al potere e li copre di danari , beh…. credo che qualche lacrimuccia di commozione scenda dai loro occhi …ah l’amore che miracoli che fa !
scusa Press… ma che gergo..e che tecnica sarebbe……. ?
@trentinowineblog
ti ha risposto Claudio …. infatti l’espressione ( bellissima, e poi rende l’idea , anche se come dici tu non è proprio un esempio di eleganza ) fu coniata da Stefano Riccucci di Zagarolo , i furbetti der quartierino , ricordi ? Anche in un certo paese del Trentino adesso ci sono i furbetti he he he
…la mia era più una sottolineatura….. ironica….che una domanda eh…..! del resto…. è un’espressione piuttosto usata anche nel mio dialetto…
…la mia era più una sottolineatura….. ironica….che una domanda eh…..! del resto…. è un'espressione piuttosto usata anche nel mio dialetto…
@trentinowineblog
ti ha risposto Claudio …. infatti l'espressione ( bellissima, e poi rende l'idea , anche se come dici tu non è proprio un esempio di eleganza ) fu coniata da Stefano Riccucci di Zagarolo , i furbetti der quartierino , ricordi ? Anche in un certo paese del Trentino adesso ci sono i furbetti he he he
@press agent. Infatti mi ero ispirato proprio al gergo tecnico del furbetto per antonomasia, Stefano Ricucci: «volete fa’ i froci co’ i culi dell’altri». Ma poi ho preferito una espressione più ordinaria. Gli “altri” però, ai quali io mi riferisco, sono i “nostri”, di noi contribuenti, che non abbiamo nessun mezzo legale per difendere le nostre tasse versate quando usate per tamponare gli squarci sulle Costa Concordia guidate da comandanti posseduti da visioni oniriche. I soci invece, gli strumenti legali per evitare i disastri ce l’hanno, eccome…
scusa Press… ma che gergo..e che tecnica sarebbe……. ?
@press agent. Infatti mi ero ispirato proprio al gergo tecnico del furbetto per antonomasia, Stefano Ricucci: «volete fa' i froci co' i culi dell'altri». Ma poi ho preferito una espressione più ordinaria. Gli “altri” però, ai quali io mi riferisco, sono i “nostri”, di noi contribuenti, che non abbiamo nessun mezzo legale per difendere le nostre tasse versate quando usate per tamponare gli squarci sulle Costa Concordia guidate da comandanti posseduti da visioni oniriche. I soci invece, gli strumenti legali per evitare i disastri ce l’hanno, eccome…
Caro amico , in gergo tecnico si dice '' fare i froci col culo degli altri '' . Ma visto che agli altri ( che sarebbero i soci , o padroni del culo che dir si voglia ) la cosa va bene, lasciamoli pure fare , prima o poi si sveglieranno …. Credo che anche gli stessi dirigenti della Lavis non credano ai loro occhi … Quando vedono che nonostante le ripetute figuracce la base sociale li acclama , li conferma al potere e li copre di danari , beh…. credo che qualche lacrimuccia di commozione scenda dai loro occhi …ah l'amore che miracoli che fa !
In un’azienda gestita in maniera seria e corretta la sentenza del giudice D’Ancona avrebbe conseguenze drastiche e qualche poltrona verrebbe sicuramente fatta saltare o perlomeno messi in atto dei provvedimenti di controllo e di redistribuzione dei poteri. Sono certo che così sarà anche alla La-Vis. Impressionanti appunto alcuni passaggi della sentenza (l’Adige 26.01.13) come quello dove ad esempio mette in guardia contro «l’abuso dei poteri dei dirigenti di grandi cooperative che perseguono strategie ad elevato rischio aziendale ma anche di sicuro interesse per il loro potere (perché ottengono per tale via una sostanziale insostituibilità nelle loro funzioni e nelle loro elevate retribuzioni) invece che l’interesse concreto dei soci produttori». Mi chiedo: può un manager tanto altolocato commettere un simile errore di valutazione quando sporge una querela valutandone i danni in ben €480.000 e poi ne porta a casa zero (0) rimediandone anche una brutta figura? Cos’è, si gioca a fare delle puntatine qua e là alla roulette con le fiches degli altri? E il mancato giudizio del responsabile della vigilanza sull’ultimo bilancio? Non è un altro campanello d’allarme soprattutto se si leggono e comprendono le motivazioni?
Alla luce di troppi fatti, incluso il caso MPS, adesso ci serve davvero una legge secondo la quale i disastri di un’azienda, se vengono sanati con soldi pubblici, consenta poi ai cittadini una class action di rivalsa in solido su tutti i soci di quell’azienda. Troppo comodo far finta di non capire.
Parole Sante… Parole Sante … caro Claudio… e invece… eccoci qui… ancora qui a raccontare di questo Trentino servile e asservito… ed è una tristezza infinita…tutto questo..
Il servo di scena http://it.wikipedia.org/wiki/Il_servo_di_scena
Caro amico , in gergo tecnico si dice ” fare i froci col culo degli altri ” . Ma visto che agli altri ( che sarebbero i soci , o padroni del culo che dir si voglia ) la cosa va bene, lasciamoli pure fare , prima o poi si sveglieranno …. Credo che anche gli stessi dirigenti della Lavis non credano ai loro occhi … Quando vedono che nonostante le ripetute figuracce la base sociale li acclama , li conferma al potere e li copre di danari , beh…. credo che qualche lacrimuccia di commozione scenda dai loro occhi …ah l’amore che miracoli che fa !
scusa Press… ma che gergo..e che tecnica sarebbe……. ?
@trentinowineblog
ti ha risposto Claudio …. infatti l’espressione ( bellissima, e poi rende l’idea , anche se come dici tu non è proprio un esempio di eleganza ) fu coniata da Stefano Riccucci di Zagarolo , i furbetti der quartierino , ricordi ? Anche in un certo paese del Trentino adesso ci sono i furbetti he he he
…la mia era più una sottolineatura….. ironica….che una domanda eh…..! del resto…. è un’espressione piuttosto usata anche nel mio dialetto…
@press agent. Infatti mi ero ispirato proprio al gergo tecnico del furbetto per antonomasia, Stefano Ricucci: «volete fa’ i froci co’ i culi dell’altri». Ma poi ho preferito una espressione più ordinaria. Gli “altri” però, ai quali io mi riferisco, sono i “nostri”, di noi contribuenti, che non abbiamo nessun mezzo legale per difendere le nostre tasse versate quando usate per tamponare gli squarci sulle Costa Concordia guidate da comandanti posseduti da visioni oniriche. I soci invece, gli strumenti legali per evitare i disastri ce l’hanno, eccome…
evviva il Giudice Carlo Ancona, evviva il Giudice Claudio Marangoni, evviva la stampa libera e indipendente che non si piega e non si mette a 90 di fronte al potere politico economico finanziario. Evviva Ettore Paris ed il Trentino di QT, Questo Trentino!
A proposito: qualcuno si é finalmente deciso, dopo tanto imitare le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano (e non scrivono), di scoperchiare il calderone putrido del Sistema Siena. Quando ci sarà finalmente il redde rationem per il Sistema Trentino che lega inscindibilmente cooperative, potere politico, e mondo del vino?
Forza e coraggio, bisogna fare, per Fermare il declino!
evviva il Giudice Carlo Ancona, evviva il Giudice Claudio Marangoni, evviva la stampa libera e indipendente che non si piega e non si mette a 90 di fronte al potere politico economico finanziario. Evviva Ettore Paris ed il Trentino di QT, Questo Trentino!
A proposito: qualcuno si é finalmente deciso, dopo tanto imitare le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano (e non scrivono), di scoperchiare il calderone putrido del Sistema Siena. Quando ci sarà finalmente il redde rationem per il Sistema Trentino che lega inscindibilmente cooperative, potere politico, e mondo del vino?
Forza e coraggio, bisogna fare, per Fermare il declino!
Osserva il giudice Carlo Ancona a proposito della gestione commissariale e quindi del querelante: “La pubblica denuncia era a carico degli organi di rappresentanza della cooperativa, e poi anche del querelante-liquidatore della stessa in quanto questi ha (fatto pacifico) mantenuto quegli stessi dirigenti nelle stesse funzioni e negli stessi elevatissimi emolumenti, senza mai provare neppure ad esercitare nei loro confronti una azione di responsabilità, e neppure ha fatto nulla (se non ridiscuterne i termini della scadenza) per porre in discussione un finanziamento a tassi affermati usurari da una annotazione della Guardia di Finanza che la stessa cooperativa aveva convenuto con un finanziatore in un patto rimasto segreto”. Mi pare possa bastare! Per Trento: ora attendiamo che altrettanto si faccia sotto i cieli di Toscana!
Visto che la butti in politica io ti dico che più che fermare il declino… io fermerei gli sprechi e i privilegi che continuano anche in tempi di crisi e di governi 3/monti/paschi…
Osserva il giudice Carlo Ancona a proposito della gestione commissariale e quindi del querelante: "La pubblica denuncia era a carico degli organi di rappresentanza della cooperativa, e poi anche del querelante-liquidatore della stessa in quanto questi ha (fatto pacifico) mantenuto quegli stessi dirigenti nelle stesse funzioni e negli stessi elevatissimi emolumenti, senza mai provare neppure ad esercitare nei loro confronti una azione di responsabilità, e neppure ha fatto nulla (se non ridiscuterne i termini della scadenza) per porre in discussione un finanziamento a tassi affermati usurari da una annotazione della Guardia di Finanza che la stessa cooperativa aveva convenuto con un finanziatore in un patto rimasto segreto". Mi pare possa bastare! Per Trento: ora attendiamo che altrettanto si faccia sotto i cieli di Toscana!
Visto che la butti in politica io ti dico che più che fermare il declino… io fermerei gli sprechi e i privilegi che continuano anche in tempi di crisi e di governi 3/monti/paschi…
evviva il Giudice Carlo Ancona, evviva il Giudice Claudio Marangoni, evviva la stampa libera e indipendente che non si piega e non si mette a 90 di fronte al potere politico economico finanziario. Evviva Ettore Paris ed il Trentino di QT, Questo Trentino!
A proposito: qualcuno si é finalmente deciso, dopo tanto imitare le tre scimmiette che non vedono, non sentono e non parlano (e non scrivono), di scoperchiare il calderone putrido del Sistema Siena. Quando ci sarà finalmente il redde rationem per il Sistema Trentino che lega inscindibilmente cooperative, potere politico, e mondo del vino?
Forza e coraggio, bisogna fare, per Fermare il declino!
Osserva il giudice Carlo Ancona a proposito della gestione commissariale e quindi del querelante: “La pubblica denuncia era a carico degli organi di rappresentanza della cooperativa, e poi anche del querelante-liquidatore della stessa in quanto questi ha (fatto pacifico) mantenuto quegli stessi dirigenti nelle stesse funzioni e negli stessi elevatissimi emolumenti, senza mai provare neppure ad esercitare nei loro confronti una azione di responsabilità, e neppure ha fatto nulla (se non ridiscuterne i termini della scadenza) per porre in discussione un finanziamento a tassi affermati usurari da una annotazione della Guardia di Finanza che la stessa cooperativa aveva convenuto con un finanziatore in un patto rimasto segreto”. Mi pare possa bastare! Per Trento: ora attendiamo che altrettanto si faccia sotto i cieli di Toscana!
Visto che la butti in politica io ti dico che più che fermare il declino… io fermerei gli sprechi e i privilegi che continuano anche in tempi di crisi e di governi 3/monti/paschi…