Dopo una pausa durata qualche settimana, torniamo ad occuparci del Gran Visir, alias Re Sole Tiziano Mellarini, assessorone provinciale a Turismo, Agricoltura e non so ancora a cos’altro. Interrompiamo la tregua per segnalare una di quelle perle, a lui attribuite dal quotidiano L’Adige di Trento, che meritano senz’altro di essere archiviate a futura memoria negli annali di questo blog.
Il quotidiano ci informa circa le incrollabili certezze di Re Sole a proposito della crisi del turismo di montagna (spesso dissimulata dietro l’acrobazia delle statistiche di regime). Ordunque, il problema sarebbe esattamente questo: la congiura demo-pluto-giudaica architettata dai siti internet che rilanciano previsioni meteo sfavorevoli. Pioggia e nuvolette digitali sul nord-est, insomma, sarebbero le responsabili del calo degli arrivi fra i picchi dolomitici. Non la pioggia reale, quella che dopo la valangata di neve di quest’anno ci sta inzuppando sin dentro le mutande (le nostre, quelle dell’assessore, che vive nell’iperuranio atemporale, non si sa), ma il fatto che la pioggia sia prevista e raccontata. E che qualcuno, i siti meteo finanziati da chissà quale potenza straniera, ne dia notizia. Questo il nemico numero uno da combattere senza badare a spese. E senza fare prigionieri.
La medesima altitudine di pensiero nei giorni scorsi l’aveva esibita il governatrore (?) leghista del Veneto Luca Zaia. E infatti Mellarini, che forse ultimamente ha preso a frequentarlo un po’ troppo, gli fa eco: “Il presidente del Veneto Luca Zaia si lamenta perché le previsioni del tempo influenzano negativamente il turismo? Condivido le sue preoccupazioni e a mia volta mi attiverò per farlo presente nelle sedi opportune”. Ma come fare a fermare il catastrofismo degli sciamani digitali della pioggia? Bella domanda. Alla quale, però, l’irraggiungibile Re Sole risponde con fermezza, affidandosi al tintinnio minaccioso delle manette: “Con i nostri legali stiamo valutando anche l’ipotesi di richieste danni se i gestori di questi siti continueranno. Ci sono alberghi che finiscono sommersi dalle disdette, anche se poi non piove, perché questi super-esperti sbagliano le previsioni”.
Cosa dire? Consideriamoci fortunati: abbiamo un dadaista al potere. Per l’amor di dio, cerchiamo di tenercelo stretto. Il dadaista.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
a corredo di quanto sopra anche la prima pagina del quotidiano Trentino…così tanto per dire…
a corredo di quanto sopra anche la prima pagina del quotidiano Trentino…così tanto per dire…