Siamo stati facili profeti a metà. Anzi, sotto la metà. Il 77 della cabala aveva lasciato sulla tastiera le gambe delle donne, pur citando il riferimento ai diavoli che ci hanno messo lo zampino. Nella circostanza le gambe, ops… la penna, è quella di Francesca Negri che dalle colonne del Corriere del Trentino, ieri ci informava che le date della Mostra Vini di Trento dovrebbero essere (condizionale) quelle del 25,27 e 28 maggio, pudicamente saltando il 26 per non disturbare la giornata delle Cantine aperte. Come fosse la stessa roba. Sarà sottotono,come dice bonariamente il titolo, ma da quel che si capisce rasenta la decenza, anzi, è indecente. Indecente che dagli striminziti quattro giorni si passi a tre, dei quali uno solo aperto al pubblico. Improbabile la riserva per gli addetti ai lavori perché se a fine maggio non si sono già fati un’idea sui vini da comprare è meglio che cambino mestiere. Insopportabile, infine, con l’aria che tira, un investimento pubblico di centocinquantamila Euro per un massimo di 36 ore di apertura. Quattromilacentosessantasei Euro all’ora di costi corrisponderebbero a 416 visitatori/ora paganti tutti 10€ per non andare in rosso. Ma per due giorni la cassa sarà verosimilmente chiusa (specialisti e stampa avranno libero accesso, se no chi li vede?) per cui i liberi visitatori dovrebbero pagare il triplo, ma dove li mettono 416 all’ora? Ce ne staranno 100 all’ora che per pareggiare pagheranno il quadruplo del triplo… Improponibile, ovvio. Ovvio un corno! Se dovessero fare i conti come un privato la Mostra si penserebbe in altro modo e diverso sarebbe il riscontro presso i consumatori.
Progettare (?) nel 2013 una manifestazione promozionale “sottotono” ha del demenziale. Mille volte meglio prendersi una pausa di riflessione e, quando sarà il momento, con i vini del Trentino idealmente in centro tavola, radunare i responsabili dei comparti e dei settori affini per discutere un progetto pubbli- promozionale poliennale. Fatto dai produttori, ossia dal Consorzio Vini e co-finanziato dal pubblico. Dentro questo più vasto progetto, dovrebbero trovare il loro ruolo la Mostra Vini di Trento, quella della Valle dei Laghi (Nosiola & C.), quella di Cembra (Müller & C.), del Campo rotaliano (Teroldego & C.), della Vallagarina (Marzemino & C.) con finale delle Bollicine su Trento.
La storica Mostra Vini del Trentino si organizzò la prima volta nel 1925 presso il Grande Albergo Trento, oggi sede della PAT; visto il buon esito nel ’26 si pensò di partire con la numerazione: 1^ Mostra Vini … considerando la precedente come numero zero. Si interruppe per alcuni anni durante la Seconda Guerra mondiale per riprenderla assieme all’avvio della ricostruzione. Oggigiorno, con la crisi globale si è detto che è come se fosse in corso una guerra senza morti (Oddio, qualcuno lo dobbiamo piangere) e che alla fine tutto non sarà più come prima. Resistere a quest’idea potrebbe essere da Mohicani, ma intanto prendiamoci una pausa e la 77.ma edizione della Mostra si farà – bene – più avanti, tutti assieme per ricostruire.
Pseudonimo utilizzato da uno dei personaggi chiave del vino trentino, depositario di segreti,conoscitore di vizi e virtu dell’enologia regionale e non solo.
Massarello alias Angelo Massarelli, nato a San Severino Marche nel 1510, dopo gli studi in seminario si laureò in leggi canoniche e civili presso l’Università di Siena.
Tornato a San Saverino fu dapprima assegnato alla chiesa di S. Eligio e poi fu eletto priore della collegiata della cittadina.
Grazie alla frequentazione di alcuni letterati conobbe il cardinale Marcello Cervini, futuro papa Marcello II.
Quando il papa Paolo III delegò il cardinale Cervini ad assumere la presidenza del Concilio di Trento, questi volle come segretario del Concilio il Massarelli. Un cardinale così descrive l’operato del Massarelli: «essendo egli lodato dal testimonio incontrastabile dell’esperienza, ed ammaestrato dall’esquisita scuola dell’esercizio, tenne stabilmente il grado di Segretario del Concilio».
Durante gli intervalli delle sedute del Concilio svolse l’importante mansione di Segretario di Stato del pontefice.
Sotto il breve pontificato di papa Marcello II il Massarelli fu suo consigliere.
Dal successore di Marcello II, papa Paolo IV, fu designato vescovo di Telese o Cerreto il 15 dicembre 1557 e fu consacrato a tale ufficio pochi giorni dopo, il 21 dicembre.
Fu autore di un minuzioso diario dei lavori del Concilio dal titolo Acta genuina ss. oecumenici Concilii tridentini.
Terminato il Concilio di Trento nel 1563, il vescovo Angelo Massarelli fu dapprima ministro della Segreteria di Stato e poi Segretario del Supremo Tribunale della Riformazione (successivamente chiamato Sacra Consulta).
A causa dei suoi numerosi impegni venne poche volte in diocesi e si fece rappresentare da un vicario vescovile di sua nomina.