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VINITALY, ALLEANZA COOPERATIVE: ITALIA PRIMO PAESE ESPORTATORE DI VINO IN VOLUME, +31% VERSO PAESI TERZI
“Adattare le strategie di comunicazione e vendita delle aziende alla nuova geografia dei consumi mondiali del vino italiano”, commenta il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Maurizio Gardini
Verona, 7 aprile 2013 – “La geografia dei consumi mondiali del vino italiano sta mutando velocemente: è necessario di conseguenza che anche le strategie di comunicazione e vendita delle nostre aziende si adattino al nuovo scenario. Si rendono indispensabili ad esempio azioni di informazione e promozione che siano in grado di giungere ai nuovi consumatori, costi diversi da noi come stili di vita e modalità di consumo”. Così Maurizio Gardini, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari commenta, al margine dell’inaugurazione del Vinitaly 2013, il trend positivo delle esportazioni di vino italiano che si è chiuso a quota 21,2 milioni di ettolitri, con l’Italia al primo posto a livello mondiale per volumi di vino esportati.
Il valore dell’export vitivinicolo made in Italy è di circa 4,7 miliardi di euro (+6,5% rispetto allo scorso anno). A trainare tale crescita è soprattutto la crescente domanda nei Paesi terzi, che rappresentano il 31% in volume del vino italiano complessivamente venduto oltre confine, ma circa la metà del valore delle nostre esportazioni (47,7%, con un aumento pari al +8,8%).
“Spesso la cooperazione fa l’errore – spiega Ruenza Santandrea, Presidente del Settore vitivinicolo di Legacoop Agroalimentare – di sottovalutare la percezione che sui mercati esteri si ha delle cooperative, che invece godono di fatto di una reputazione di grande rispetto e affidabilità all’estero in virtù della loro capacità di tracciare il prodotto dal socio allo scaffale”.
Dal 1995 al 2012 il consumo medio dei cinque maggiori Paesi produttori europei (Francia, Italia, Spagna, Germania e Portogallo) è passato dal 49,2% al 35,2% del vino consumato nel mondo. L’Italia guadagna nuove quote di mercato negli Stati Uniti (in cui lo scorso anno ha esportato 293,6 milioni di litri di vini per oltre un miliardo di euro di fatturato), la Germania (617 milioni di litri ed un controvalore di quasi 958 milioni di euro) e il Regno Unito (289 milioni di litri per un valore di 535 milioni di euro).
Ma a spiccare sono soprattutto le performance registrate dalle vendite verso i Paesi del Far East: solo la piccola regione di Hong Kong nel 2012 ha importato dall’Italia oltre 3,3 milioni di litri di vino (+11% rispetto al 2011), per via della crescita straordinaria (+95% nel quadriennio 2007-2010) dei consumi procapite. In Cina il nostro export ammonta a 32,6 milioni di litri (+6%/2011) ed il consumo procapite è cresciuto del 15,8%.
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È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.