Questo blog non è mai stato tenero nei confronti del vino cooperativo. E non per la qualità delle bottiglie che escono dalle centrali di Ravina e della Piana Rotaliana. Ma, come sapete per averlo letto mille volte qui sopra, per il peso schiacciante che questi soggetti esercitano sulla definizione delle politiche agricole e vitivinicole trentine. Nel silenzio degli organi che invece dovrebbero essere cabina di regia.
Questa volta, tuttavia, mi inchino al colosso rotaliano. Finalmente ieri sera ho avuto modo di assaggiare il Metodo Classico Tre Bicchieri di Mezzacorona, la Riserva Flavio 2006 (TRENTODOC).
Appunto, mi inchino. Un Blanc de Blanc elegante e raffinato. Niente a che vedere con le annate precedenti, che secondo me peccavano di eccessi liquorosi e dosature massicce. Con questa annata si cambia radicalmente registro. Bel colore paglierino dorato e perlage ordinato e tenacemente persistente, forse risulta un po’ sottotono e sfumato al naso e ti fa partire con il piede sbagliato nel giudizio. Ma vale senz’altro la pena andare avanti: il riscatto arriva dopo, all’assaggio vero e proprio. Un inatteso equilibrio giocato sull’estrema freschezza e le suggestioni aromatiche. E’ uno metodo classico che non largheggia e questa volta si definisce per i toni verticali. Niente a che vedere con certe riserve (5 anni di lieviti) “gnucche” che talvolta si incontrano in Trentino. Qui prevale l’idea di un vino che deve essere soprattutto bevibile, senza sbavature zuccherose e/o liquorose. Le note agrumate e i sentori di pesca completano un palato lungo e ben strutturato su un equilibrio armonico fra lieviti e frutta fresca. Senza eccessi. E questa è la ricetta giusta per un vino che voglia farsi bere e ribere e bere ancora, senza stancare.
Insomma una gran bella bottiglia: 6 euro al bicchiere ben spesi nella mia solita enoteca.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Io porto le castagne, magari per toglierle dal fuoco !
adorabile Albergatrice, se gradisce tutta l'allegra brigata di noi "maschilisti dell'ottocento" é disponibile ad un incontro. Magari riusciamo a farle cambiare idea, anche se m'immagino che bigotta, conservatrice, baciapile e conformista com'é l'idea di un triangolo o quadrilatero o quintetto non le garba. Lei é una solista…
ma quanto deve essere brutta, acida, infelice e non toccata da secoli da nessuno questa "albergatrice"! Dubito che qualsivoglia uomo degno di questo nome ambisca ad "albergare" in lei 🙂
Ostia, Franco…magari la nostra albergatrice preferisce gli esercizi saffici…….magari…
Non commento nemmeno: fate tanto i moderni e invece siete solo dei maschilisti dell'ottocento. tutti e due uguali. vi commentate da soli.
e allora tutti da Albergatrice….sabato sera… … No Albergatrice, no party…
Albergatrice è una vecchia dis.estimatrice del blog.. è da quanto lo ho aperto che mi sommerge di insulti (e FZ insieme a me). ormai è una mascotte… di cui non possiamo più fare a meno…
albergatrice…sei impareggiabile…manco quando si parla bene del tuo Trentino…sei d'accordo… Ma ogni tanto ti capita di essere d'accordo almeno con te stessa? Così per dire eh…
torna dove sei stato fino a adesso non sappiamo cosa farcene in trentino delle tue opinioni. tanto non valgono un bel niente