Ho letto con il solito interesse l’analisi post elettorale pubblicata sul blog dall’amico Massarello. Come sempre, quando ci confrontiamo su temi di politica politicante, tuttavia, le nostre idee divergono e, anzi, approdano a sponde contrapposte.
Non mi convincono, nemmeno questa volta, le sue argomentazioni, che in sintesi possono essere tradotte così: l’unico responsabile del fallimento delle politiche agricole in Trentino sono Re Sole e la sua inettitudine. Che poi di fallimento si tratti è tutto da vedere. E, soprattutto, dovrebbe essere verificato con gli attori dell’agricoltura trentina.
Massarello è un liberale. E si vede. Come tutti i liberali si ferma alla forma delle cose. E non si cimenta con le cose, con i contesti, con le dinamiche sociali che stanno dietro la politica e che vengono prima della politica.
Mi pare semplicistico, troppo semplicistico, buttare la croce addosso a Re Sole, ora che Re Sole non è più Re Sole e sta scivolando rapidamente nella polvere.
Uno dei pilastri del sistema politico trentino è la cooperazione. Un mondo vasto e variegato, e soprattutto diffuso, che coinvolge circa 200 mila persone. Pressapoco tutta la forza lavoro trentina. E’, la cooperazione, un soggetto politico sostanziale dell’Autonomia trentina, a cui è stata delegata, per patto intrinseco, la regia della politica economica provinciale. E non da oggi e nemmeno da ieri. Questo è un dato, non è un giudizio di valore. Può piacere o non piacere. Ma è così. Ed è così al di là e al di sopra della buona volontà di qualsiasi Re Sole, di ieri, di oggi e di domani. E’ un elemento imprescindibile, che appartiene alla costituzione materiale dell’autonomia trentina. Questo, caro Massarello è il punto: le politiche di welfare e di redistribuzione del reddito, anche in agricoltura, passano, e sono passate, inevitabilmente per via Segantini. E di questo, caro amico Massarello, dobbiamo discutere. Non delle 7000 preferenze (per te poche, per me tante, anzi tantissime) che il mondo dell’agricoltura, perché da lì arrivano, ha elargito a Re Sole.
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È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
il prossimo Re-Sole dovrà essere un Plebeo-Sole…
Mi sta bene, Cosimo, che tu mi dia del liberale dopo avermi salutato come compagno: aspetto di grazia la qualifica di anarchico se servirà a chiarire che con un certo sistema proprio non mi ci trovo. Mi sta meno bene passare per semplicistico imputando a Re Sole la causa dei nostri mali: è stato in compagnia di troppi che hanno fatto dell’autoreferenzialità la linea portante di un’azione che poteva e doveva a incidere in ben altro modo. Vogliamo sommare i budget pubblici spesi negli ultimi 10 anni in agricoltura e unirci anche quelli del turismo? Cifre da capogiro. Ci mancherebbe che non fosse rimasto nulla. E’ evidente che il punto non è questo, come non ci piove sull’importanza (non sul monopolio) della cooperazione. Il punto è che sono valori spesso stravolti, gli uni assopiti, altri drogati. Droga libera non può essere la soluzione, un sano confronto sì.
e infatti qui ci confrontiamo liberamente.. caro amico Massarello. E pure senza bisogno dei soldi di via Romagnosi. Resta un fatto, Re Sole è il capro espiatorio di una responsabilità collettiva, che denuncia un contesto fortemente condizionato e orientato dalle politiche cooperative. E questo, al di là di qualsiasi Re Sole passato e futuro.
Cosimo tu senza ReSole sei morto…. E il Blog insieme a te….
Speriamo di no, dai…
Nuovi Danton nasceranno..!!
il prossimo Re-Sole dovrà essere un Plebeo-Sole…
Mi sta bene, Cosimo, che tu mi dia del liberale dopo avermi salutato come compagno: aspetto di grazia la qualifica di anarchico se servirà a chiarire che con un certo sistema proprio non mi ci trovo. Mi sta meno bene passare per semplicistico imputando a Re Sole la causa dei nostri mali: è stato in compagnia di troppi che hanno fatto dell’autoreferenzialità la linea portante di un’azione che poteva e doveva a incidere in ben altro modo. Vogliamo sommare i budget pubblici spesi negli ultimi 10 anni in agricoltura e unirci anche quelli del turismo? Cifre da capogiro. Ci mancherebbe che non fosse rimasto nulla. E’ evidente che il punto non è questo, come non ci piove sull’importanza (non sul monopolio) della cooperazione. Il punto è che sono valori spesso stravolti, gli uni assopiti, altri drogati. Droga libera non può essere la soluzione, un sano confronto sì.