Approvate questa mattina le misure per l’erogazione dei fondi OCM per la viticoltura: 600 mila euro per modernizzare il lavoro in cantina. Ecco qui di seguito, nel comunicato stampa appena rilasciato da piazza Dante, i termini del provvedimento.
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Domande entro il 18 febbraio 2014
INVESTIMENTI PER LA VITICOLTURA, APPROVATA LA MISURA
Su proposta dell’assessore all’agricoltura Michele Dallapiccola, la Giunta provinciale ha adottato la misura “Investimenti” prevista dal Piano Nazionale di Sostegno per il settore vitivinicolo per la campagna 2013-1014. Le risorse assegnate alla nostra Provincia, per la campagna 2013/14, sono di 598.019,00 € con la possibilità di successiva integrazione.
L’Unione Europea, attraverso l’O.C.M.-Vino (Organizzazione Comune Mercato) prevede un regime di misure di sostegno specifiche a favore dei viticoltori.
La deliberazione adottata oggi riguarda la “Misura investimenti”, ovvero la possibilità per i produttori vitivinicoli di beneficiare di aiuti per investimenti che riguardano:
a) Contenitori per affinamento barrique;
b) Contenitori per affinamento e vinificazione in legno e acciaio fino a 80 ettolitri;
c) Bins in materiale plastico;
d) Macchine e attrezzature per la logistica di cantina (es. muletti) e per l’incantinamento;
e) Nastri di trasporto uve e banchi di cernita;
f) Presse per la vinificazione fino a 80 quintali/ora;
g) Diraspatrici fino a 80 quintali/ora;
h) Macchine per il remuage meccanico (mobili, semoventi o portate);
i) Programmi informatici per la gestione della cantina;
Gli investimenti devono essere diretti a migliorare il rendimento globale delle imprese. Devono essere quindi finalizzati alla produzione di vino di migliore qualità e ad una organizzazione più efficiente delle aziende: organizzazione che consenta di aprirsi a una maggiore domanda di mercato e che quindi accresca la competitività.
Il sostegno è concesso nel limite massimo del 40% della spesa effettivamente sostenuta (I.V.A. esclusa) qualora l’investimento sia realizzato da un’impresa classificabile come micro, piccola e media. Il limite massimo è ridotto al 20% della spesa effettivamente sostenuta (I.V.A. esclusa) qualora l’investimento sia realizzato da un’impresa classificabile come intermedia ovvero che occupi meno di 750 dipendenti o il cui fatturato annuo sia inferiore ai 200 milioni.
L’importo minimo della spesa ammissibile a finanziamento è pari a 5.000,00 €, mentre l’importo massimo della spesa ammissibile è fissato in 300.000,00 €.
Le risorse assegnate alla nostra Provincia, per la campagna 2013/14, sono di 598.019,00 € con la possibilità di successiva integrazione.
L’Organismo Pagatore per O.C.M. vino è A.G.E.A. (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) che attraverso circolari spiega le istruzioni operative per la gestione della misura. Il termine ultimo per la presentazione delle domande per la campagna 2013/2014 è stato fissato al 18 febbraio 2014. (lr)
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Non so se sorridere o piangere a questo comunicato della Giunta… forse, in via preventiva, è meglio piangere. La viticoltura trentina è sempre stata sovvenzionata in misura percentuale molto maggiore che la frutticoltura (giustamente) sia dai vari Piani di Sviluppo Rurale che con la L.P. n. 4. I risultati però, ad oggi più che mai tangibili, sono stati disastrosi. Una diffusa mancanza di vero spirito imprenditoriale abbinato alla necessità di "primeggiare" hanno portato i vari colossi enologici a possedere impiantistiche più che sovradimensionate alle reali necessità. Faccio alcuni esempi: la cantina XXXXXXXXXXX possiede una linea di imbottigliamento in grado di confezionare l'intero prodotto di tutto il nord Italia. La cantina XXXXX possiede cisterne di affinazione sufficienti per portare a maturazione il vino dell'intero nord est. E via così… ma non basta. Anche piccole cantine locali, che hanno avuto la possibilità di godere di incentivi sui patti territoriali, hanno in casa investimenti sufficienti per garantire una produzione cinque volte superiori la loro reale capacità. Per tranquillizzare tutti questa diffusa necessità di dimostrare il proprio valore con investimenti al limite della decenza non è propria solo del mondo viticolo ma anche di quello caseario. Forse, tutte quelle realtà cooperative chiamate a stimare nei loro bilanci giacenze viste più come riserve aurifere che come prodotti che posseggono un loro valore oscillante in base alle richieste di mercato, ha autorizzato dei cda alla sfrontatezza più incontrollabile.
Forse, se vi fosse stata una reale rete di controllo e certificazione degli investimenti ma soprattutto dei bilanci questo non sarebbe successo. Torniamo quindi allo stesso concetto: la necessità di una regia unica plurirappresentativa che garantisca anche la reale necessità degli investimenti proposti dalle singole realtà.
Sono proprio curioso di sapere ad oggi quale sarà il commercialista o l'ente certificatore che si assumerà la responsabilità di dare il benestare alla sostenibilità degli investimenti e successivamente di firmare i vari business plan. Infatti se le varie realtà vinicole trentine, che non versano proprio in ottime condizioni finanziarie, presenteranno domanda su questa misura. Piangiamo in via preventiva che stracciarci le vesti in via consuntiva…
Non so se sorridere o piangere a questo comunicato della Giunta… forse, in via preventiva, è meglio piangere. La viticoltura trentina è sempre stata sovvenzionata in misura percentuale molto maggiore che la frutticoltura (giustamente) sia dai vari Piani di Sviluppo Rurale che con la L.P. n. 4. I risultati però, ad oggi più che mai tangibili, sono stati disastrosi. Una diffusa mancanza di vero spirito imprenditoriale abbinato alla necessità di "primeggiare" hanno portato i vari colossi enologici a possedere impiantistiche più che sovradimensionate alle reali necessità. Faccio alcuni esempi: la cantina XXXXXXXXXXX possiede una linea di imbottigliamento in grado di confezionare l'intero prodotto di tutto il nord Italia. La cantina XXXXX possiede cisterne di affinazione sufficienti per portare a maturazione il vino dell'intero nord est. E via così… ma non basta. Anche piccole cantine locali, che hanno avuto la possibilità di godere di incentivi sui patti territoriali, hanno in casa investimenti sufficienti per garantire una produzione cinque volte superiori la loro reale capacità. Per tranquillizzare tutti questa diffusa necessità di dimostrare il proprio valore con investimenti al limite della decenza non è propria solo del mondo viticolo ma anche di quello caseario. Forse, tutte quelle realtà cooperative chiamate a stimare nei loro bilanci giacenze viste più come riserve aurifere che come prodotti che posseggono un loro valore oscillante in base alle richieste di mercato, ha autorizzato dei cda alla sfrontatezza più incontrollabile.
Forse, se vi fosse stata una reale rete di controllo e certificazione degli investimenti ma soprattutto dei bilanci questo non sarebbe successo. Torniamo quindi allo stesso concetto: la necessità di una regia unica plurirappresentativa che garantisca anche la reale necessità degli investimenti proposti dalle singole realtà.
Sono proprio curioso di sapere ad oggi quale sarà il commercialista o l'ente certificatore che si assumerà la responsabilità di dare il benestare alla sostenibilità degli investimenti e successivamente di firmare i vari business plan. Infatti se le varie realtà vinicole trentine, che non versano proprio in ottime condizioni finanziarie, presenteranno domanda su questa misura. Piangiamo in via preventiva che stracciarci le vesti in via consuntiva…