Cattura

Riprendo su Trentino Wine il filo di alcuni ragionamenti che ieri Franco Ziliani ha proposto su Le Mille Bolle BlogNon mi addentro nella comparazione fra il territorio trentino e quello di Franciacorta e mi fermo ai numeri della denominazione TRENTO che ricade sotto il marchio collettivo TRENTODOC rappresentato dall’Istituto di Tutela. Provo a fare un po’ di chiarezza dove la chiarezza è oggettivamente  un esercizio difficilissimo, poiché mancano dati certi e numeri precisi. In assenza di un Osservatorio, e non sto qui ad indagarne le ragioni, è difficile cimentarsi con i numeri della denominazione. Prima di provare a dare i “miei” numeri però faccio  una premessa: il mondo del metodo classico trentino è piuttosto variegato. Di sicuro la maggior parte della produzione ricade sotto il cappello del brand istituzionale, qui infatti si concentrano le grandi produzioni industriali e cooperative. La situazione tuttavia è più complessa di quel che sembra. Dunque, stabilito che ci sono 8 milioni di bottiglie – questa la dichiarazione convergente del presidente dell’Istituto TRENTO DOC e di Matteo Lunelli, padron di Ferrari -, ci sono poi un numero imprecisato di bottiglie che rientrano sì nella denominazione, ma non hanno aderito al marchio collettivo (mi vengono in mente Albino Armani e Frescobaldi), altri che non hanno aderito nemmeno all’appellazione TRENTO (ne cito due ma ce ne sono altri: Pojer e Sandri e Castel Noarna). Per queste fattispecie non ho a disposizione alcun numero. Anche se si può presumere non si vada oltre qualche centinaio di migliaia di bottiglie.

E veniamo alla produzione di TRENTO immesso sul mercato con il marchio TRENTODOC dei produttori associati all’Istituto di Tutela. Gli ultimi numeri disponibili, o almeno a mia conoscenza, sono quelli presentati su un opuscolo intitolato Sua Eccellenza TRENTODOC, pubblicato in tempo di Vinitaly 2013 a cura di Trentino Sviluppo Divisione Turismo e Promozione (la famigerata ex Trentino Marketing), presumibilmente, quindi, i numeri in esso contenuti si riferiscono all’annata 2012. Numeri che nel corso del 2013, secondo le mie informazioni, sono leggermente cambiati, evidenziando una certa crescita, restando comunque sempre sotto la soglia delle 100 mila bottiglie, di due o tre aziende.

Il quadro certo, per modo di dire, comunque è quello che si ricava dall’opuscolo istituzionale e databile quindi al 2012. Esso contiene, tuttavia, una evidente discrepanza. Nel testo di presentazione del marchio, viene indicata una produzione pari a 8 milioni di bottiglie. La somma algebrica delle singole maison, invece, porta ad un numero significativamente superiore: nove milioni di bottiglie.  E qui, in assenza di numeri certi e di una voce definitiva, ci fermiamo. 

E’ interessante, invece, giocare con i numeri delle singole maison. Ho provato a suddividere i 39 produttori associati in gruppi omogenei, definiti per numero di bottiglie dichiarate. Ne sono uscite alcune cose interessanti, che fra l’altro correggono anche quello che ho scritto ieri in un commento all’articolo di Ziliani.

Il dato più interessante è questo: 35 aziende producono, in volume, circa il 6 % del monte complessivo di TRENTODOC. Il resto, 94 %, è appannaggio di sole 4 aziende. In altre parole la produzione media annua delle stesse 35 aziende “minori” è inferiore a 15 mila bottiglie.

Sempre restando ai volumi dichiarati, il gruppo più numeroso è quello che si colloca nella fascia 5 mila – 20 mila bottiglie. Sono 13 produttori che tirano complessivamente poco più di 120 mila bottiglie: la media dice 9300 ciascuno. A questo gruppo, segue quello di 12 aziende che si collocano nella fascia 1000 – 5000 bottiglie. Insieme producono poco più di 35 mila bottiglie: mediamente meno di 3 mila bottiglie ad unità. Poi ancora ci sono 10 aziende che si collocano nella fascia 20 mila – 100 mila bottiglie. Insieme tirano 357 mila bottiglie: 35 mila bottiglie ciascuno. Infine si arriva ai grandi numeri: due aziende (cooperative), si collocano nella fascia 100 mila – 1 milione. Insieme producono poco meno di 1 milione di bottiglie. Le ultime due fasce raccolgono la produzione di due sole aziende: una grande coop che dichiara una produzione di 2 milione e 500 mila bottiglie. E infine la più prestigiosa maison trentina a cui vengono attribuite 5 milioni di bottiglie.

E qui mi fermo, in attesa dell’Osservatorio.