Proseguiamo in questi primi giorni dell’anno, con i numeri della befana. I ragionamenti articolati da Franco Ziliani, l’altro giorno su Le Mille Bolle Blog, mi hanno fatto venire voglia di approfondire sul piano numerico, per quel che si può, l’oggetto TRENTODOC.
L’altro giorno ho pubblicato un insieme di cifre che raccontano sostanzialmente questo: il metodo classico trentino è in mano a 4 grandi aziende industriali (una prestigiosissima maison spumantistica e tre poli cooperativi). Insieme tirano il 94 % delle bottiglie nostrane. Il resto, poco più del 5 %, invece è polverizzato fra 35 aziende.
Vediamo oggi quali sono i canali, i valori e i volumi, che descrivono la commercializzazione del TRENTODOC nell’ambito della cosiddetta Grande Distribuzione (GDO – Supermercati, Ipermercati e LSP (esercizi con una superficie commerciale sino a 300 mq).
Il documento preso in considerazione, e che vi segnalo, è l’indagine elaborata da Palazzo Roccabruna – Camera di Commercio di Trento all’inizio del 2013 e relativa all’anno commerciale 2012 nella grande distribuzione italiana. Il documento è stato presentato lo scorso mese di maggio in occasione dell’ultima edizione di Mostra Vini del Trentino. Immaginiamo, quindi, si tratti di una fonte estremamente attendibile.
Proviamo insieme ad dare uno sguardo a questi numeri che comparano la commercializzazione TRENTODOC con il resto del metodo classico italiano.
Intanto una prima osservazione: nel 2012 il mercato di questo prodotto ha fatto registrare una contrazione media, sia in valore che in volumi, fra il 5 e il 6 %. Una tendenza che vale sia per il TNDOC che per le altre denominazioni. In valori assoluti nel 2012, sono stati venduti 4 milioni e 600 mila litri di metodo classico italiano. In valore si tratta di qualcosa come 66 milioni di euro. La metà di questi valori e di questi volumi (anzi il 51 %) è attribuibile all’area TRENTODOC. Se andiamo un poco più in profondità, si possono scoprire cose interessanti. Intanto, se teniamo buono anche per il venduto (ma proprio così non è) il dato degli 8 milioni di bottiglie prodotte, ovvero 6 milioni di litri, si potrebbe dire che il 39 % del metodo classico trentino viene venduto nella grande distribuzione. Tenendo fermi i 16 milioni e 500 mila litri nazionali, e attribuendo quindi 10 milioni e 500 mila litri alle denominazione non trentine, scopriamo, sempre partendo dai dati dello studio Roccabruna, che la quota di prodotto che queste ultime vendono in GDO risulta significativamente inferiore (22 %), privilegiando, quindi, altri canali di vendita, che verosimilmente assicurano maggiori margini di guadagno.
Un’altra considerazione interessante che si può fare riguarda la concentrazione dei marchi presenti in GDO. Considerate 15 aziende principali presenti in GDO, le 3 prime aziende controllano l’81 % delle vendite. Se si passa al contesto locale, su sei aziende presenti, le prime 3 controllano il 99 % del venduto. Una situazione che ricalca pari pari quello che si è scritto giorni fa circa la concentrazione della produzione trentina.
Altro elemento interessante riguarda la stagionalità della vendita. I grafici del documento evidenziano una fortissima stagionalizzazione del metodo classico, le cui vendite sono concentrate soprattutto nel mese di dicembre. Che da solo rappresenta, in valore, la metà del venduto. Il carattere stagionale, tuttavia, è significativamente più marcato per il TNDOC. Nel corso dell’anno, infatti, le altre appellazioni vendono mediamente di più, mentre il sorpasso avviene proprio alla fine dell’anno.
Per quanto riguarda la distribuzione delle vendite di TNDOC, sia in valore che in volumi, il mercato più consistente è quello delle regioni del Nord-Ovest, seguito dalle regioni dell’Italia Centrale, da quelle del Nord-Est e infine da quelle del Sud e Isole. A Trento città, nel 2012, è stato venduto metodo classico per un valore di 900 mila euro, di cui 880 mila euro (96%) di TNDOC.
Infine un’occhiata ai prezzi. In GDO sono state monitorate più di 180 referenze, di cui 21 appartenenti alla denominazione TRENTO. Il prezzo minimo è stato individuato in euro 6,80, il prezzo massimo 68 euro. Il prezzo medio, ponderando in volumi, è di euro 10,55 (13,78 per la tipologia Rosé e 18,26 per la tipologia Riserva).
Sperando di non aver sbagliato qualche calcolo, tutto il resto, e numeri ancora più dettagliati, lo potete trovare —> qui.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.