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Ieri in rete è comparsa per la prima volta la pagina facebook ufficiale di TRENTODOC. E oggi sul profilo Twitter Trentodoc (che in verità esiste da qualche anno) compaiono le prime interazioni. Era ora. Qualcosa si muove, in ritardo, ma si muove.

Peccato, e questo la dice lunga, anzi lunghissima sulle stregonerie mediatiche trentodocchiste, che gli strateghi trentini facciano ancora ricorso all’aborrita parola spumante: “Trentodoc, Spumante metodo classico di montagna, prodotto da …”. Ma spumante cosa, ma spumante chi, ma spumante ci sarai tu. Ma spumante un cazzo! Mi verrebbe da dire. Ma comunque va bene cosi: i trentodocchisti si sentono spumantisti. Contenti loro, contenti tutti. Anzi, no. Contenti tutti meno uno: io. Che il TRENTODOC lo chiamo TRENTO. Punto. E lo spumante lo lascio agli altri. A quelli che amano mescolarsi allegramente con i frizzantisti e gli charmantisti.

[Tanto per non sentirmi solo, ricordo che gli amici franciacortini, da cui dobbiamo imparare molto, hanno decretato la morte della parola spumante già da qualche anno.  E rinvio alla lettura di questo articolo di Franco Ziliani]