di Angelo Rossi – Conoscere lo stato dell’arte dalla viva voce di alcuni fra i più importanti protagonisti dello sviluppo enologico italiano è lo scopo primario della Tavola rotonda che si terrà venerdì 14 marzo presso FEM – Istituto Agrario di San Michele (TN). L’analisi toccherà sia aspetti produttivi ed organizzativi che quelli di politica vitivinicola e di mercato. Argomenti questi che Udias, Unione Diplomati (oggi Alumni) di San Michele affronta da sempre per l’aggiornamento dei tecnici, dei professionisti e dei responsabili dei vari comparti agricoli al fine di animare il dibattito sulle scelte inderogabili che la crisi ha reso di grande attualità anche per il Trentino. Dopo il saluto da parte del prof. Salamini, presidente della Fondazione Mach articolata sui tre centri dell’Istruzione e Formazione, della Ricerca e Innovazione e del Trasferimento Tecnologico ed il saluto del presidente Udias Chisté, l’introduzione dei lavori è affidata a Maurizio Zanella, presidente del Consorzio Franciacorta e titolare di Cà del Bosco che porterà la sua esperienza imprenditoriale nel mondo del vino fra denominazione di origine e brand aziendale; gli farà eco, ma dall’ottica cooperativa, Gianluigi Biestro, direttore generale dei Vignaioli piemontesi sul tema Cooperare per la Qualità. L’argomento più squisitamente viticolo sarà approfondito da Marco Stefanini, responsabile della Piattaforma per il miglioramento della vite di FEM che illustrerà le novità sia dei vecchi che dei nuovi vitigni che ricerca e sperimentazione hanno prodotto negli ultimi tempi. Seguirà un escursus fra regole, rischi e opportunità della nuova politica agricola europea (PAC) per il vino italiano, presentato da Paolo Castelletti, segretario generale dell’Unione Italiana Vini, per finire con Giulio Somma, consulente ed esperto di marketing sull’intrigante domanda se funziona ancora il territorio per comunicare (e vendere) il vino? Argomenti tutti che singolarmente meriterebbero un convegno apposito, ma che i Diplomati di San Michele avranno piacere di condividere anche con gli esponenti ed i responsabili del settore apportando il loro bagaglio di conoscenze nel dibattito conclusivo della Tavola rotonda. L’auspicio è, nemmeno tanto nascosto, che anche in Trentino torni quel dialogo costruttivo che serva per indicare una rotta da seguire, sia nel vigneto come in cantina, non meno che sui mercati di consumo e nei luoghi deputati alla politica del territorio e della qualità.
Il Trentino vanta una storia ultramillenaria grazie alla sua felice posizione geografica che lo rende una delle zone più vocate alla vitivinicoltura, sia per l’ambiente (natura dei suoli, giacitura ed esposizione, sistemi di allevamento, ecc.), sia per la positiva contaminazione di diverse culture che hanno nei secoli forgiato il carattere del viticoltore che, grazie a numerose varietà selezionate nel tempo, ha reso stimabili e anche molto moderni i vini di qualità che si producono. Alla storica polverizzazione fondiaria si è data risposta con un efficace sistema cooperativo che oggi caratterizza un modello economico in grado di dare risposte efficienti sia dal punto di vista tecnico assicurando l’indispensabile ritorno reddituale che garantisce la coltivazione anche delle impervie colline, sia dal punto di vista ambientale per i suoi fondamentali riflessi su un territorio anche di grande valenza turistica.
Ciò non di meno, lo sviluppo comporta continui aggiornamenti nei vari comparti che costituiscono la filiera vite-vino: si va dalla ricerca e sperimentazione su vecchie e nuove varietà, alla formazione e aggiornamento degli addetti, all’adeguamento del quadro normativo fino a quello organizzativo delle categorie professionali che costituiscono e interagiscono con il settore. Su tutto ciò, domina il mercato del vino che, dopo oltre un decennio di globalizzazione, ha imposto orientamenti e scelte che – pur rispondendo all’imperativo categorico della redditività di sistema – ha dovuto trascurare tempi non meno importanti che si rifanno alla politica di territorio. Sul territorio, infatti, interagisce non solo il modello cooperativo, ma anche quello vivace ed importante per l’immagine e la notorietà, costituito da un’imprenditoria privata che spesso appare in sofferenza.
Un argomento questo, che negli ultimi anni è stato affrontato dall’ente pubblico, da consorzi e associazioni in vario modo, con dossier, studi, consulenze ed esperti gruppi di lavoro. Una soluzione univoca che rispetti le esigenze delle imprese globalizzate che assicurano la redditività con l’inderogabile necessità di consolidare al tempo stesso una politica di territorio garante della già citata immagine e notorietà per i nostri vini di qualità, non è ancora stata trovata.
La tavola rotonda dei diplomati di San Michele, tecnici che quotidianamente affrontano e si confrontano su questi temi, ha quindi lo scopo di riprendere un dibattito a tutto tondo che, coinvolgendo esperti esterni conoscitori della nostra realtà, aiuti ad individuare la rotta giusta per un Trentino in grado di dare certezze non solo ai produttori, ma anche giuste soddisfazioni ai consumatori.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Veramente bella la puntata di ieri di Melaverde dedicata in gran parte alla “nostra” Fondazione Mach e visibile a questo link: http://bit.ly/1psgR8F
Bello poi il finale con sorpresa e cioè: il riconoscimento alla trasmissione televisiva Melaverde con la consegna da parte di Mauro Fezzi direttore generale di FEM e Maurizio Rossini direttore Marketing di Trentino Trentino Turismo di un attestato di riconoscimento al creatore della trasmissione televisiva Melaverde Giacomo Tiraboschi e a tutta la redazione responsabile di Melaverde per l'ampio spazio dedicato all'agricoltura l'ambiente e la natura trentina.
Bravi l'hanno meritato per davvero!
Ho anche pensato… chissà quanti in Fondazione Mach a torto o a ragione detestano il politico Berlusconi, però è l'unico poi che tramite le sue televisioni da ampio spazio all'agricoltura, mentre il servizio pubblico (Rai) pagato da noi abbonati, che dovrebbe essere appunto il primo ad occuparsene snobba questo nostro importante settore economico.
Sò che darà fastidio ma penso sia giusto sottolinearlo.
Veramente bella la puntata di ieri di Melaverde dedicata in gran parte alla “nostra” Fondazione Mach e visibile a questo link: http://bit.ly/1psgR8F
Bello poi il finale con sorpresa e cioè: il riconoscimento alla trasmissione televisiva Melaverde con la consegna da parte di Mauro Fezzi direttore generale di FEM e Maurizio Rossini direttore Marketing di Trentino Trentino Turismo di un attestato di riconoscimento al creatore della trasmissione televisiva Melaverde Giacomo Tiraboschi e a tutta la redazione responsabile di Melaverde per l'ampio spazio dedicato all'agricoltura l'ambiente e la natura trentina.
Bravi l'hanno meritato per davvero!
Ho anche pensato… chissà quanti in Fondazione Mach a torto o a ragione detestano il politico Berlusconi, però è l'unico poi che tramite le sue televisioni da ampio spazio all'agricoltura, mentre il servizio pubblico (Rai) pagato da noi abbonati, che dovrebbe essere appunto il primo ad occuparsene snobba questo nostro importante settore economico.
Sò che darà fastidio ma penso sia giusto sottolinearlo.
Che classe i nostri tecnici “ex Esat”, in cinque per descrivere le linee di difesa vite nell'anno vegetativo in corso;
poi ciliegina sulla torta ti avvisano che per la spending rewiev saranno dimezzati gli incontri sul territorio,
proprio quello che ci vuole per raggiungere traguardi importanti per la nostra viticoltura.
Ecco qual'è la rotta per il vino trentino…
Ma dico… e dimezzarsi lo stipendio per la spending rewiev non sarebbe meglio?
Che classe i nostri tecnici “ex Esat”, in cinque per descrivere le linee di difesa vite nell'anno vegetativo in corso;
poi ciliegina sulla torta ti avvisano che per la spending rewiev saranno dimezzati gli incontri sul territorio,
proprio quello che ci vuole per raggiungere traguardi importanti per la nostra viticoltura.
Ecco qual'è la rotta per il vino trentino…
Ma dico… e dimezzarsi lo stipendio per la spending rewiev non sarebbe meglio?
@Cosimo e Jack, per correttezza, con i 30 dai capelli grigi, ne ho visti altri 30 di giovani. La speranza. Ho visto 4 collaboratori di Mezzacorona, nessuno di Cavit ed un paio dalle sue 11 Cantine associate. Nessuno nemmeno del Consorzio Vini. La preoccupazione.
Oggi pomeriggio ho potato le tre mie viti di uva fraga. Il mio problema vitivinicolo è così risolto perché l'uva me la mangiano i merli. Se aumentassero i merli magari risolverebbero le questioni che la tavola rotonda non poteva risolvere. Forza merli!
@Cosimo e Jack, per correttezza, con i 30 dai capelli grigi, ne ho visti altri 30 di giovani. La speranza. Ho visto 4 collaboratori di Mezzacorona, nessuno di Cavit ed un paio dalle sue 11 Cantine associate. Nessuno nemmeno del Consorzio Vini. La preoccupazione.
Oggi pomeriggio ho potato le tre mie viti di uva fraga. Il mio problema vitivinicolo è così risolto perché l'uva me la mangiano i merli. Se aumentassero i merli magari risolverebbero le questioni che la tavola rotonda non poteva risolvere. Forza merli!
Tre delusioni e una sorpresa.
La prima delusione vedere e sentire l'assenza della Cooperazione.
La seconda delusione il discorso di Salamini, molto povero di contenuti.
La terza delusione vedere l'assessore andarsene via così presto, per me è stato un lavarsene le mani. Sono veramente rimasto scioccato.
La sorpresa invece è stata la grande capacità di Angelo Rossi nel saper fare da moderatore, complimenti Angelo e grazie infinite!
Caro Claudio, ieri a san michele… c'erano una trentina di persone. Per lo più uomini con i capelli grigi. E poche aziende. Va così…. si pubblicheranno gli atti, se ne discuterà. Ma non cambierà niente. O forse tutto, per non cambiare niente.
Caro Tex, mi conforta sentirti dire che sia stato “tutto bello” (a parte una piccola utopia che ci sta data l’ampiezza degli argomenti). Allora “l’antenna sul mondo del vino” ha finalmente captato il segnale che permetterà di tracciare la rotta vincente… Ora che la visione del mondo enologico è apparsa finalmente chiara, a quando il Comandante darà le precise coordinate e l’ordine al timoniere di impostare la nuova rotta verso le acque sicure ed i lidi redditizi? Non vedo l’ora di vedere tutte le poppe trentine al vento…
Tre delusioni e una sorpresa.
La prima delusione vedere e sentire l'assenza della Cooperazione.
La seconda delusione il discorso di Salamini, molto povero di contenuti.
La terza delusione vedere l'assessore andarsene via così presto, per me è stato un lavarsene le mani. Sono veramente rimasto scioccato.
La sorpresa invece è stata la grande capacità di Angelo Rossi nel saper fare da moderatore, complimenti Angelo e grazie infinite!
Caro Claudio, ieri a san michele… c'erano una trentina di persone. Per lo più uomini con i capelli grigi. E poche aziende. Va così…. si pubblicheranno gli atti, se ne discuterà. Ma non cambierà niente. O forse tutto, per non cambiare niente.
Caro Tex, mi conforta sentirti dire che sia stato “tutto bello” (a parte una piccola utopia che ci sta data l’ampiezza degli argomenti). Allora “l’antenna sul mondo del vino” ha finalmente captato il segnale che permetterà di tracciare la rotta vincente… Ora che la visione del mondo enologico è apparsa finalmente chiara, a quando il Comandante darà le precise coordinate e l’ordine al timoniere di impostare la nuova rotta verso le acque sicure ed i lidi redditizi? Non vedo l’ora di vedere tutte le poppe trentine al vento…
Ascoltando ieri il presidente del Consorzio Franciacorta e titolare di Cà del Bosco Maurizio Zanella mi sembrava di sentire Erwin quando descrive l'attività del Consorzio Melinda.
Unica perplessità il sentir raccontare che: "il collegamento attraverso un sistema informatico delle cantine per controllare la produzione e i magazzini facendo sempre in modo che la domanda superi di una bottiglia l'offerta" mi sa tanto di utopico, per il resto tutto bello.
Ascoltando ieri il presidente del Consorzio Franciacorta e titolare di Cà del Bosco Maurizio Zanella mi sembrava di sentire Erwin quando descrive l'attività del Consorzio Melinda.
Unica perplessità il sentir raccontare che: "il collegamento attraverso un sistema informatico delle cantine per controllare la produzione e i magazzini facendo sempre in modo che la domanda superi di una bottiglia l'offerta" mi sa tanto di utopico, per il resto tutto bello.