Riposto qui, fra gli articoli, un commento lasciato da un nostro affezionato lettore al post di ieri. Mi pare u ragionamento che merita una spazio tutto suo.
di Tex Willer – Se non vogliamo lasciarci alle spalle il mito archetipico della perfezione dobbiamo far si che San Michele torni ad avere il suo ruolo fondamentale di trasferimento tecnologico, nel vero senso della parola, non limitato solo alle trasmissioni televisive dedicate all’agricoltura tipo “Mela Verde o Linea Verde…”, ma un trasferimento tecnologico concreto, fatto di contenuti non di burocrazia, sopratutto verso noi agricoltori.
Se facciamo un selfie dell’agricoltore oggi ne uscirebbe un’immagine alterata, fatta di uomini muniti di zappe e forconi, perchè a qualcuno piace così!
No!
Oggi l’agricoltore sarebbe web 2.0.
Dico sarebbe perchè l’agricoltore (io compreso) è fermo, ahimè, ai social network al pari delle casalinghe.
Perchè? Perchè mancano i contenuti per progredire. Contenuti che ci sarebbero ma non vengono valorizzati abbastanza.
Ecco, allora io chiedo a San Michele ma non solo, anche ad altri (la Cooperazione, Cavit ecc…) che aprano le loro “nuove tecnologie” e i loro “progetti” e diano a noi agricoltori contenuti su cui poter operare, perchè senza tecnologia l’agricoltura non ha futuro. E se i “loro progetti”, per ambiziosi che siano, rimangono circoscritti negli ovattati uffici non c’è sviluppo per nessuno: sono destinati a rimanere scatole, belle ma vuote.
O meglio: soldi sprecati.
Apritevi quindi, dateci fiducia!
Per fare questo gli strumenti ci sono, basta volerlo.
Non è più possibile nascondersi dietro il divario tecnologico per tenere tutti gli agricoltori all’angolo e dipingerli come retrogradi ed ignoranti!
Tanto per fare un esempio banale, i corsi di aggiornamento organizzati da San Michele durante l’inverno potrebbero essere video/audio registrati o trasmessi in teleconferenza nelle varie cantine o magazzini frutta, questo consentirebbe un risparmio di tempo e sopratutto in denaro; certo magari a qualcuno mancherebbe un certo introito… ma non importa! Bisogna avere il coraggio di tagliare certe abitudini e permettere a tutti di crescere professionalmente!
Esempi c’è ne sarebbero altri, basterebbe aver voglia.
Infine permettetemi di parafrasare il recente discorso di Renzi al Parlamento Europeo, per dire che anche in agricoltura c’è una generazione nuova ben rappresentata dalla figura di Telemaco, il figlio di Ulisse: che ha il dovere di riscoprirsi Telemaco, e meritano l’eredità dei nostri padri e nonni che hanno fondato le Cooperative, dando un notevole contributo all’agricoltura trentina. E anche noi agricoltori non vediamo questo frutto dei nostri padri come un dono dato per sempre, ma come una conquista da rinnovare ogni giorno.
Speriamo che in questo San Michele e chi di dovere ci aiuti!
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.