Abbraccio - Pablo Picasso
Abbraccio – Pablo Picasso

Pubblichiamo di seguito il resoconto del dibattito avvenuto ieri in Consiglio Provinciale sulla “mozione Borga” per il salvataggio della Cantina di La Vis.

Seppure con i comprensibili distinguo del caso, da destra a sinistra l’aula ha deciso (29 voti favorevoli) che La Vis deve vivere. Quindi via libera politico  al lease back milionario. Quello tecnico, a questo punto, è solo un dettaglio. E si parla già di “accordo Mellarini – Borga“. Perfetto.

Esilaranti quei consiglieri che hanno alzato la mano invocando il salvataggio dei posti di lavoro, della Cantina di Isera e del Consorzio 5 Comuni, per il tramite di La Vis.

Ed esilarante ancor di più anche Re Sole, quando dichiara: “… il problema della cooperativa di Lavis è diventato “pesante” a seguito di alcune iniziative imprenditoriali che non sono state effettuate con la necessaria oculatezza“. Era il 31 dicembre scorso quando leggevamo sul Corriere del Trentino: “A chiudere i lavori è stato l’assessore alla cooperazione Tiziano Mellarini, che ha sottolineato la continuità dell’azione del cda rispetto alle azioni già intraprese dall’allora commissario Zanoni, ricordando ai soci quanto felice sia stata a suo tempo l’intuizione di commissariare la LaVis “(qui). Nel 2010 lo stesso giornale titolava così “Mellarini e La Vis: Zanoni è ok“. Nel  2012 superava se stesso e dichiarava: “Rilancio positivo e attuato in tempi brevi“. Prima, dopo e in mezzo altre amenità di questa portata. Oggi, anzi ieri, Re Sole invece riconosceva che il problema è diventato  “pesante”. Ostia, però!

 

24/07/2014 –

Della mozione 141 di Rodolfo Borga (Civica Trentina) sulla destinazione dei contributi concessi alla Cantina di Lavis in relazione all’estinzione delle ipoteche, è stato approvato all’unanimità il solo dispositivo (29 voti). Questa parte della mozione era stata interamente sostituita d’intesa con la Giunta provinciale, mentre la premessa è stata bocciata con 18 no e 11 sì.. Il testo del dispositivo approvato impegna la Giunta, “ferma restando la responsabilità in capo all’ente gestore del fondo di rotazione immobiliare (Cooperfidi s.c.) della verifica della sostenibilità del piano triennale di risanamento proposta dalla Cantina La Vis, a verificare che il predetto piano consenta soluzioni idonee a favorire la definitiva risoluzione delle problematiche pendenti tra la Cantina La Vis medesima e, in particolare, il Consorzio 5 Comuni e la Cantina sociale di Isera”.

L’assessore Mellarini, assicurando il sostegno della Giunta solo al dispositivo concordato con Borga e il voto negativo sulla premessa, ha spiegato che per la Giunta il problema della cooperativa di Lavis è diventato “pesante” a seguito di alcune iniziative imprenditoriali che non sono state effettuate con la necessaria oculatezza. Per questo nel 2010 si è arrivati al commissariamento della Cantina di Lavis che qualche risultato l’ha prodotto, pur senza arrivare al risanamento, vista la richiesta di finanziamento di 10 milioni di euro rivolta a Cooperfidi. La Giunta il 23 giugno scorso ha dato mandato a Cooperfidi di concedere il contributo alle condizioni che sono state rese note. “La Giunta – ha concluso l’assessore – seguirà con attenzione la fase delle verifiche richieste”.

Borga (Civica) ha osservato che in questa vicenda occorre tutelare innanzitutto i 180 dipendenti e i 1.150 soci della Cantina. Se da questo ulteriore intervento emergesse la possibilità di un risanamento definitivo, Borga ha dichiarato di non avere alcun dubbio sulla bontà dell’iniziativa. in atto. “Sarebbe comunque opportuno – ha concluso Borga – iniziare a recepire anche in Trentino il principio che chi sbaglia paga senza invocare l’ente pubblico perché copra il buco”.

Per Walter Viola (PT), che ha preannunciato il voto favorevole alla mozione, la vicenda della Cantina di Lavis dimostra quanto lontana sia stata questa cooperativa dal proprio primario dovere di rispondere ai soci. “Questo – ha osservato – è un tipico esempio di socializzazione del rischio e di privatizzazione dell’utile, con il ricatto che in ballo ci sono 180 dipendenti e 1.150 soci”. Il problema per Viola è che per tutelare i soci “la Federazione delle cooperative doveva controllare la bontà dei bilanci”.

Nerio Giovanazzi (AT) ha sottolineato che nella crisi della Cantina La Vis le responsabilità che appartengono alla Federazione delle cooperative e alla Giunta provinciale (“sono testimone – ha aggiunto – delle sollecitazioni dell’esecutivo ad investire su Maso Franch”). Giovanazzi si è chiesto dove sono finiti, cosa hanno fatto e che ruolo hanno svolto i revisori dei conti della cooperativa che, ha aggiunto, “o sono competenti o sono complici”.

Secondo Claudio Civettini (Lega), “qualcosa in questa vicenda non va”, perché nelle Cantine sociali come La Vis andrebbe istituita una figura terza di garanzia per i soci. “Nessuno li avvisa infatti che se un’operazione va male sono loro a pagare”. Per Civettini la cooperazione è sacra, ma solo quella sana e non quella dello “Schelfi quater” e che cerca i politici.

Per Mario Tonina (Upt) occorre riconoscere il ruolo strategico avuto dalla cooperazione negli ultimi anni pur senza negare le negatività e gli errori ammessi anche dalla Federazione. “Per questo – ha concluso – l’Upt èp favorevole al dispositivo della mozione anche per l’attenzione rivolta al Consorzio dei cinque Comuni e alla Cantina di Isera”.

Filippo Degasperi (M5s). A suo avviso la crisi che sta vivendo oggi la Cantina La Vis è la conseguenza di un sostegno incondizionato accordato dalla politica trentina alla strategia dei manager di La Vis. “E questo ha danneggiato le tasche dei contribuenti trentini perché i conti della Cantina sono in profondo rosso e non si capisce come si possa uscirne”. Degasperi si è chiesto se le istruttorie che hanno portato la Provincia ad erogare soldi pubblici ad esempio per il progetto relativo a Maso Franch sono state a suo tempo rigorose. Degasperi ha preannunciato il voto favorevole del M5s “anche se la procedura pubblica messa in atto a sostegno della Cantina La Vis ha qualcosa di agghiacciante”.

Giuseppe Detomas (Ual), favorevole al dispositivo, ha osservato che se è vero che sulla trasparenza nell’attività di vigilanza della Federazione qualcosa si potrebbe eccepire, “tuttavia questo settore gode di un’amplissima autonomia, che è una condizione essenziale del suo operato anche rispetto ai vertici della Federazione”.

Luca Zeni (Pd) ha ringraziato Borga per aver richiamato l’attenzione su questo tema che induce a riflettere sul modello che la Provincia è chiamata a modificare adottando una nuova linea politica alla luce delle criticità emerse dalla Cantina La Vis. C’è insomma per Zeni la necessità di ripensare al rapporto tra Provincia e soggetti privati, cooperazione compresa. E ha concluso che “sarà la storia a rilevarci la bontà o meno della delibera” della Giunta per il risanamento della Cantina”.

Per Giacomo Bezzi (FI) quella della Cantina sociale di Lavis è una brutta pagina nella storia della cooperazione. E’ facile sparare su una gestione che non ha funzionato, ma, ha concluso, è sicuramente intervenire per dare una mano al Consorzio dei cinque comuni e alla Cantina di Isera che non devono subire penalizzazioni per il loro legame con La Vis.

Borga (Civica) nella sua replica, rispondendo a Zeni, ha sottolineato come la sua mozione subordini chiaramente l’intervento alla presenza di precise condizioni per concedere il contributo richiesto. E ha aggiunto che “la questione dello studentato si gioca tutta all’interno del mondo della cooperazione”. E ha dichiarato che “se l’operazione sta in piedi è da sostenere, altrimenti vuol dire che è deteriorata. La speranza è che le verifiche diano esito positivo”. Per Borga comunque occorre comunque iniziare a guardare con occhio critico al mondo della cooperazione.