Quando ci sono, le buone notizie bisogna darle. E in questi giorni le buone notizie ci sono state. Alludo alla reputazione del vino trentino. Intanto segnalo che sono arrivate in provincia dieci “Corone” di Vini Buoni d’Italia (Touring Club) sezione “Perlage Italia”. Dieci TRENTO su una lista di 50 Metodo Classico nazionali menzionati. Dieci su 50 non è poi male.
Ferrari Fratelli Lunelli – Trento Doc Riserva Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2004
Maso Martis – Trento Doc Riserva Madame Martis Brut 2004
Ferrari Fratelli Lunelli – Trento Doc Ferrari Perlé Nero 2008
Rotari – Trento Doc Rotari AlpeRegis Extra Brut Millesimato 2008
Dorigati – Trento Doc Methius Riserva Brut 2008
Endrizzi – Trento Doc Riserva Endrizzi Pian Castello Brut 2009
Madonna delle Vittorie – Trento Doc Madonna delle Vittorie Brut Millesimato 2009
Abate Nero – Trento Doc Abate Nero Domini Nero Brut Millesimato 2009
Letrari – Trento Doc Riserva Letrari Dosaggio Zero 2009
Revì – Trento Doc Revi Dosaggio Zero Millesimato 2010
Le Corone di Vini Buoni sono poi state assegnate, come da tradizione, ai vini prodotti da vitigni autoctoni. Tredici le segnalazioni (su un elenco di circa 500 vini nazionali).
Contrariamente alle recenti strologazioni dei sondaggisti, anche per gli esperti del Touring, come da tempo scriviamo anche noi, sul Bianco prevale la tipologia del Rosso, Teroldego in varie versioni su tutti.
Riva del Garda Cantina – Trentino Superiore Doc Nosiola 2013
Maso Poli – Trentino Doc Nosiola 2013
Vivallis – Trentino Superiore Doc Marzemino dei Ziresi 2012
de Tarczal – Trentino Superiore Doc Marzemino d’Isera 2011
Cantina d’Isera – Trentino Superiore Doc Marzemino d’Isera Vignetti 2010
Foradori – Vigneti delle Dolomiti Igt Teroldego Morei 2012
Mezzacorona – Teroldego Rotaliano Doc Castel Firmian Riserva 2011
Villa Corniole – Teroldego Rotaliano Doc 7 Pergole 2009
de Vescovi Ulzbach – Teroldego Rotaliano Doc Vigilius 2012
Zeni Roberto – Teroldego Rotaliano Doc Pini 2010
Endrizzi – Vigneti delle Dolomiti Igt Teroldego Gran Masetto 2010
Francesco Poli – Vignaioli a Santa Massenza Trentino Doc Vino Santo 2002
Fondazione Edmund Mach – Vigneti delle Dolomiti Igt Moscato Rosa 2012
Infine, ma non ultimo in termini di importanza e autorevolezza, il suggerimento per l’estate di Franco Ziliani su Il Cucchiaio d’Argento. Dei cinque metodo classico che sollecitano le fantasie e le emozioni estive del giornalista lombardo, due sono TRENTO: 823 Maso Michei Albino Armani 1607 e Pas Dosé Altemasi Cavit.
Del primo Ziliani scrive: “Vigneti da quota 823 sino a 900 metri di altezza per questo Trento Doc Pinot nero 100% esemplare per la freschezza e la purezza degli aromi, davvero di montagna, tutto sale e agrumi, fieno e fiori d’alpeggio, dinamico e scattante al gusto, ricco di energia e dall’allungo profondo, che si fa bere meravigliosamente bene”.
Del secondo, senza trattenere l’entusiasmo, racconta: “Dalla mega cantina cooperativa il Trento Doc, millesimato 2005, mix per il 60% di Chardonnay e per il 40% di Pinot Nero, da vigneti posti tra 450 e 600 metri di altezza, che non ti aspetteresti. Invece eccolo colpirti con il naso ricco e ben secco, la bella cremosità e giusta morbidezza al gusto, largo, verticale, con nerbo sapido vivo”.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Qualcuno mi spiega cosa c'entra il Trento Doc con i vitigni autoctoni?
Niente, se non che manca una strategia per l'uno e per gli altri.
avranno capito che bisognava costruire una sezione apposita anche per gli spumanti per dare un po di brio …alla loro guida
10 su 50 non è poi male. Evviva, beviamoci sopra! Ma i conti non mi tornano: se TRENTO è un terzo del MC nazionale, i riconoscimenti avrebbero dovuto essere 16,6 e se il Ferrari – stante la cristallina opinione di PO in un post di qualche giorno fa – è da considerare Trentino per puro nominalismo, i 10 riconoscimenti si riducono a 8. Che è meno della metà di quanti avrebbero dovuto essere. Questo per i conti. Per i baroni, i marchesi e quelli che diranno che bisogna vedere in quanti hanno partecipato e come si sono svolte le selezioni, ecc. non m'immischio. Continuo a berci sopra, ma non cambio idea su quanto di altro bisognerebbe fare nella spumantistica locale. Come dire: mi complimento con i produttori, ma li critico per tutto quello che in questi anni non hanno fatto o voluto fare per portare questo territorio al posto che gli compete.
Evviva le buone notizie ! La vera bellezza è che in queste classifiche troviamo produttori trentini di tutti i tipi e i gusti , sia i giganti che quelli piccolissimi ( intendendo numero di bottiglie prodotte naturalmente ) . Tutti bravi .
Massarello non ti facevo così contabile e ragionieristico… e numerico. Hai …. beccato…subito all'amo …
In realtà poi comunque è vero, mancano all'appello in questa lista…almeno tre quattro etichette.. .. penso al pas dosé di Cavit… al metodo di Armani (i due indicati da Ziliani) .. penso alla grande novità rivoluzionaria di Roberto Zeni con il suo pinot bianco. Ma insomma accontentiamoci.