Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Trento, 4 agosto 2014
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Sul n. 3 da oggi on line uno speciale sulla viticoltura trentina ai tempi dell’impero
I VINI IMPERIALI SU “TERRA TRENTINA”
Si chiamano Lagarino bianco, Maor, Peverella, Casetta, Negrara…: sono i vitigni antichi che erano coltivati nel Trentino asburgico fino alla caduta dell’impero. Varietà dimenticate ma che un gruppo di appassionati “vignaioli senza frontiere” ha riportato in auge. Nell’anno del centenario dell’inizio della Grande Guerra, “Terra Trentina”, il bimestrale dell’Assessorato provinciale all’agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca, dedica nel suo ultimo numero uno speciale ai “Vini imperiali”, vini che ci riportano all’atmosfera della Mitteleuropa, facendoci scoprire vini unici e di “territorio”, emozionanti e carichi di storia.
Il n.3 di maggio/giugno 2014 della rivista, da oggi on line sul sito www.trentinoagricoltura.it ed in arrivo nelle case dei suoi oltre 12 mila abbonati, si apre con un “primo piano” sulla partecipazione del Trentino ad Expo 2015, una presenza che darà grande visibilità al Sistema Trentino ed al suo “modello alpino” di sviluppo, e che nel suo editoriale l’assessore Michele Dallapiccola vede come “un forte acceleratore per azioni innovative di promozione congiunta dei principali attrattori culturali, turistici ed economici provinciali”, ma soprattutto una grande occasione per le imprese, gli enti e i soggetti che hanno reso il Trentino sede e punto di riferimento sul piano internazionale per molte “buone pratiche” di sviluppo agricolo-territoriale.
Un modello che informa la stessa programmazione 2014-2020 del Psr, di cui si parla in “attualità”, e che emerge, ad esempio, nelle esperienze di incontro tra il turismo e l’agricoltura di montagna quali “Albe in malga” – iniziativa che, come dimostrano le interviste raccolte da Terra Trentina, conquista ed entusiasma i turisti – ma che è anche evidenziato dal nuovo approccio, elaborato in Trentino, in un settore particolare ma strategico per la conservazione dell’ambiente e del paesaggio di montagna come quello dei prati permanenti, visti non solo come produttori di foraggio ma di una più ampia gamma di “servizi ecosistemici”. Sulla stessa visione di uno sviluppo integrato e sostenibile convergono anche le ricerche portate avanti dalla Fondazione Mach sulle varietà di viti resistenti, argomento al quale Terra Trentina dedica i primi due contributi scientifici della sezione “tecnica, ricerca e sperimentazione”.
Anche in questo terzo numero dell’anno la rivista mette in tavola, per così dire, una filiera minore ma d’eccellenza del Trentino, tutta da scoprire e conoscere: i formaggi caprini. Di un altro prodotto principe del Trentino, il miele, si parla invece, e siamo alle rubriche, in “ricette contadine”. Il numero si chiude parlando di frodi alimentari, con un documentato articolo che spiega quali sono i principali tipi di frodi ed il sistema europeo, nazionale e locale dei controlli. (c.z.)
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.