1032

Questo blog, che per lo più parla di vino ma che ogni tanto sconfina su altri terreni, non ha mai amato la retorica austriacante, di cui si impasta buona parte della politica trentina. Ed è capitato spesso che prendesse posizione nei confronti degli eccessi pan-tirolesi che aleggiavano, e aleggiano, su piazza Dante: qui, qui, qui e anche qui. Tanto per fare qualche esempio.

Ma il fastidio, ora, sta diventando insopportabile. La macchina propagandistica messa in cantiere negli anni scorsi per le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, preparata e oliata dall’amministrazione precedente, sotto la guida politica dell’ex assessore alla Cultura Franco Panizza, oggi purtroppo senatore della Repubblica, e sotto la guida tecnica del consigliere autonomista, oggi consigliere e allora consulente a tempo pieno, Lorenzo Baratter, rischia, e il rischio è già diventato realtà, di concretizzare un’operazione manipolatoria di stampo revisionista e negazionista. Preordinata a cambiare il senso e il segno della storia in senso antiorario. 

La grancassa del Centenario, finanziata a piene mani dalle istituzioni pubbliche e oggi affidata alla regia dell’assessore Mellarini, è ispirata ad una visione unilateralistica e monocorde che tende a nascondere, fino a negare, il valore irredentista e liberatorio di un conflitto straziante che da una parte segnò  finalmente la dissoluzione della vecchia Europa degli imperi e dall’altra contribuì a dare finalmente una patria, la patria, alle genti di lingua italiana oppresse e sfruttate dall’artiglio austriaco.

Dall’ufficialità delle celebrazioni – che dureranno fino al 2018 – infatti sono stati intenzionalmente e dolosamente espunti i simboli e le parole dell’irredentismo e dei suoi martiri. Dietro il facile scudo della commemorazione della pace e della pacificazione, si sta consumando una feroce operazione culturale di matrice revisionista, tesa a cancellare la memoria dell’italianità.

Per questo da oggi e, se dio ce la manda buona, per i prossimi 4 anni, questo blog si vestirà di tricolore, dedicando alla bandiera italiana un piccolo spazio nella testata. Rinnovando così la memoria dei martiri italiani per la liberà e la liberazione del Trentino dal dominio imperiale.

Buon tricolore a tutti.